1801 |
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Nob. Vincenzo Stainero (Nomenclatura, f. 78v). |
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Affittuale Domenico Plaino (ibid.). |
1801, giu. 7 |
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«Fabisogno per il riattamento della casa di ragione della nobile famiglia Stainero che servir deve per uso di caserma de’ cannonieri» (Arch. Munic., 1801 giugno). |
1807, nov. 30 |
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Il «nob. Vincenzo q. Giovanni Leonardo e Leonardo ed Alessandro padre e figli Stainero vendono — alli sigg. Pietro ed Antonio fratelli q. Simone Bearzi, oriundi di Oltris in Cargna, un sedime con fabriche coperte di coppi e parte di paglia, fondo, cortivo ed orto situato nel borgo di Mezzo — al c.n. 2093, tenuto ad affitto semplice da Simone e Domenico fratelli Plaino, nonché nove corpi di terra —. Questa — vendita hanno fatto — pel — prezzo — di ducati milleseicentoventiquattro lire cinque soldi due —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10583, 7). |
1809 |
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Pietro e fratelli Bearzi (Registro delli aloggi, f. 58v). |
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Nella casa abita l’agricoltore Domenico Plaino (ibid.). |
1819, magg. 20 |
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Nel rilievo Bernardinis, Pietro del fu Simone Bearzi della casa n. 2093 è citato tra i possessori di fondi confinanti con le mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 95). |
1832, dic. 9 |
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I figli del q. Pietro Bearzi vendono per austr. L 8200 a Giovanni ed Angelo di Simone Plaino la «casa — n. 2093, composta di piú abitati, con innerenti fondi di cortivo ed orto — tra li confini a lev. parte — Francesco Mansutti, parte erredi q. Vallentino Del Bianco e parte Mattia Manin e mezz. fondi addetti alle pubbliche mura della città, pon. parte — fraterna di S. Nicolò, parte Tulio — Francesco, parte erredi q. Domenico Tomasoni e parte il — demanio ed alli monti il — borgo —. La — vendita viene fatta — per — austr. — L 8200 —» (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 637, 3443). |
1833, genn. 7 |
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Giovanni Plaino produce disegno nell’intento di «ridurre porzione di faciata della casa di sua ragione situata — nel principio della calle Bertaldia, recinto del borgo d’Aquileia —, n. 2093 —». Il permesso gli viene concesso (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 117 Orn. II C, con dis.). |
1844, ag. 14 |
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È di Angelo Plaino. Casa a due piani di cinque finestre piú a destra una trifora (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 5401 Orn. II C, con diss., firmati da Valentino Driussi). |
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Il proprietario inoltra un progetto di riforma che viene giudicato «tollerabile» dalla deputazione d’ornato. Un secondo progetto, presentato il 9 settembre, prevede la trasformazione del portone del muro di cinta. Tuttavia il 19 dic. 1846 l’ingegnere municipale G.B. Locatelli redige una relazione dalla quale risulta che «le opere precettate ed a cui il Plaino si è obbligato, non sono ancora eseguite» (ibid.). Il 1846 è l’anno nel quale si assegnano multe per la mancata costruzione di cornicioni e grondaie (ibid.). |
1852 |
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Il n. 2093 appartiene ai fratelli Plaino; il n. 2093 A ad Angelo Plaino (Competenze, II, f. 18v). |