Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
PRESENTAZIONE
Giancarlo Suitner
Presidente del Consiglio Notarile
Distretti Riuniti di Udine e Tolmezzo

 

Il Consiglio Notarile, assieme al Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università degli Studi di Udine e alla Associazione Notarile Friulana, ha ritenuto di provvedere alla riedizione dei due volumi editi, una trentina di anni or sono, dall’Istituto dell’Enciclopedia del Friuli Venezia Giulia, con il contributo della Banca del Friuli. L’opera è oggi ormai pressoché introvabile sul mercato, anche su quello antiquario.

 

Il Consiglio Notarile vuole, con questa sua condivisa iniziativa, celebrare il centenario della legge 16 febbraio 1913 n. 89, legge che regola non solo l’attività e la professione del notaio, ma anche la forma di tutti gli atti aventi rilevanza giuridica nella Pubblica Amministrazione e, nonostante la sua “vecchiaia”, detta regole tutt’ora valide ed attuali. La legge ha subito pochissimi aggiornamenti nell’arco del tempo: forse la maggiore novità in essa introdotta è il recente riconoscimento dell’“atto giuridico informatico”, parificato alle altre forme che assumono i negozi giuridici. L’Ordinamento ha dato riconoscimento giuridico ad una scrittura da un lato realizzata diversamente dall’uso delle lettere alfabetiche (anche se poi queste appaiono come tali sullo schermo) e dall’altro consegnata, per la sua conservazione, ad un supporto diverso da quello normalmente usato per la scrittura. Non più penna e carta ma bit e supporti digitali.

 

Così i promotori di questa iniziativa hanno deciso di adeguarsi al nuovo, utilizzando per la riedizione dell’opera esclusivamente la forma che vedete, oggi ancora abbastanza inconsueta: si tratta infatti di una riedizione “digitale”, un sito web fruibile solo attraverso un PC o un lettore apposito.

 

Perché è stato scelto questo volume?

 

Innanzi tutto per l’autore.

Il conte Giovanni Battista della Porta è stato un attento ricercatore di storia udinese e friulana ed ha trattato spesso di cose notarili. A lui dobbiamo un elenco di nomi di notai che operarono in Friuli. Il conte ebbe a scoprire, quali operanti in Friuli, un numero maggiore di notai, con i loro nomi e sedi, di quanti fossero documentati e addirittura conosciuti dallo stesso Archivio Notarile!

A lui dobbiamo anche una pregevolissima raccolta di “signa” (impronte di sigilli) notarili che oggi si trova presso la Biblioteca Civica di Udine.

 

Ma soprattutto per il contenuto dell’opera.

L’opera è un inventario. Un inventario molto particolare, ma è un inventario e l’inventario e la sua redazione sono attività tipiche del notaio.

È un inventario molto particolare perché se l’inventario tipico rappresenta un elenco di beni nella loro collocazione temporale fissa, un elenco di beni o di cose di proprietà di un soggetto in una data determinata ovvero di cose che si trovano in un posto determinato ad una data precisa, questo inventario invece descrive il succedersi ed il modificarsi dei fabbricati che formano il contesto della antica Udine. Racconta i fabbricati nel loro divenire e nelle modificazioni che essi hanno subito nel tempo: non solo le modifiche nelle loro forme architettoniche, ma anche le modifiche che essi hanno subito nelle loro destinazioni d’uso.

Attraverso il modificarsi delle strutture edilizie racconta la storia della città e la storia delle persone che l’hanno abitata, la storia dei proprietari dei fabbricati e del succedersi nel tempo dei proprietari. Attraverso il modificarsi delle destinazioni d’uso dei fabbricati descritti, racconta la storia patrimoniale della famiglia proprietaria e, in ultima analisi, racconta anche il succedersi del modello economico delle genti che di volta in volta abitavano la città. Il fabbricato dapprima è l’abitazione, il ricovero dalle intemperie, il luogo del riposo; poi diviene la sede di lavoro, l’officina, il luogo dei traffici e del commercio; poi, tra il ‘700 e ‘800, torna alla sua prevalente funzione abitativa, arricchita dalla funzione di rappresentanza e di rappresentazione della ricchezza conseguita dal proprietario. Il succedersi delle tavole di questo volume ne è una testimonianza.

 

È quindi con soddisfazione che affidiamo all’attento “lettore” quest’opera, ricca di tavole e disegni, ma ricca anche di ricordi e di speranze di un costante giudizioso rinnovamento e con la promessa, in un prossimo futuro, di raccontare anche la storia economica della città attraverso i più significativi atti notarili.

 

 

Udine, dicembre 2013.