Gli anni in Biblioteca. 1. Da membro della Commissione a Sovrintendente.
Giovanni Battista della Porta (1873-1954)1 è stata per lunghi decenni una figura familiare per la Biblioteca Civica di Udine. A partire dagli anni precedenti il primo conflitto mondiale entra ufficialmente nell’istituto udinese come membro della Commissione preposta alla Biblioteca e al Museo e, nel periodo bellico, lo ritroviamo “sovrintendente” con, in particolare, il compito di provvedere alla messa in sicurezza del patrimonio antico della Civica. Il suo atteggiamento nei riguardi del paventato spostamento a fine 1916 - inizio 1917 di una parte delle raccolte in luoghi lontani dal fronte (dopo che, ad inizio conflitto, i manoscritti e le opere più preziose e rare erano state messe già in casse ricoverate nei sotterranei dell’Ospedale Civile) rivela una distanza dalla realtà incombente che lo mette in una dura e paradossale contrapposizione con gli incaricati dal Ministero dell’Istruzione per la tutela dei beni storico artistici nelle zone di guerra, Giulio Coggiola e Ugo Ojetti2. Alla fine però non può che accettare, seppur riluttante, lo spostamento e la consegna delle casse al direttore della Biblioteca Marciana, Coggiola, per il loro trasferimento in Toscana. All’indomani della vittoria, il conte della Porta, rientrato da Bologna dove era andato profugo l’anno precedente, è di nuovo a Udine e, ricevute le chiavi di palazzo Bartolini da Bindo Chiurlo, assessore anziano della giunta Orgnani-Martina, immediatamente inizia a fare i controlli sulle perdite, a rimettere ordine sugli scaffali e negli schedari, in attesa del rientro del bibliotecario, Angelo Bongioanni, che tornerà solo nella primavera del 1919. Nel luglio del 1920 andrà a Lucca per prendere in consegna e spedire a Udine le casse sigillate della Biblioteca e in pochi giorni rimetterà tutte le opere al loro posto.
Pur non ricoprendo in seguito incarichi nella Commissione della Biblioteca, continua la sua frequentazione della Civica per la realizzazione di una serie di opere storiche che l’avevano già visto impegnato in precedenza e che continueranno a occuparlo per lunghi anni ancora.
Gli anni in Biblioteca. 2. Assistente bibliotecario provvisorio.
Negli anni Trenta il conte viene incaricato, come “assistente bibliotecario provvisorio”, a collaborare con l’allora direttore Corgnali, sul quale gravava tutto l’impegno della conduzione dell’istituto culturale, nella cura delle collezioni archivistiche e manoscritte e nella gestione degli inventari e cataloghi. Segni della presenza di questa attività si riscontrano infatti sia nell’ordinamento di alcuni manoscritti e nelle cartelle da lui preparate per la conservazione, che nell’inventario del Fondo principale che viene da lui compilato a partire dal n. 1597 e fino al n. 2522 in modo sommamente sintetico: redatto negli anni 1934-1936, nel periodo in cui svolse l’incarico menzionato, comprende, oltre ad una serie di testi di provenienza diversa, anche numerosi archivi di famiglie: l’Archivio Manzano (inventario 1686-1856) e l’archivio della sua famiglia (1857-1913), descritti in maniera più analitica rispetto agli archivi Braida (2000-2094), Tullio (2287), Pontini (2288-2290), Mantica (2291), Toppo-Wassermann (2292-2293), Susana (2294), Camucio (2295), Conti (2296), Portis (2297), Romano (2298), del Torso (2299), Venerio (2300), Pontoni (2301), Barnaba (2302), Someda (2303), Savorgan (2382), Lovaria (2397), Follini (2420) e Pilosio (2421), denotati dal solo nome della famiglia e, ma assai raramente, dal numero di buste.
Queste pagine d’inventario sono riconoscibili per la sua scrittura dai caratteri grandi e chiari, dal corpo elementare e dall’uso di una penna a punta grossa e a inchiostro nero. Alla fine dell’estate del 1936 termina il suo rapporto ufficiale all’interno della ‘Joppi’, dopo un periodo caratterizzato anche da una certa conflittualità con il bibliotecario Corgnali.
Le opere manoscritte di G.B. della Porta
Nei decenni della frequentazione del della Porta dei locali di piazza Marconi ma anche negli anni successivi, la Biblioteca riceve dal conte alcune opere, sia a stampa che manoscritte (opuscoli, impronte di sigilli, etc.), frutto delle sue lunghe ricerche in archivi e biblioteche pubbliche e private. Una testimonianza di alcuni di questi arrivi a palazzo Bartolini, quasi sempre acquisti, molto più raramente doni, si ritrova sulle «Memorie Storiche Forogiuliesi» del 19423, firmata con la sola iniziale C. da Giovanni Battista Corgnali, che indica alcuni scritti del conte: si tratta di tre imponenti lavori realizzati nell’arco di più anni, come i Toponimi della regione compresa tra la Livenza e l’Isonzo (1925-1937)4, la raccolta di nomi friulani dei secoli XIII-XV5, confluita nello Schedario Onomastico di Corgnali e l’Index Notariorum Patriae Fori Iulii con i Signa tabellionum6. Ma dagli inventari della Joppi risultano anche alcuni scritti di altri autori, come ad es. i Versi di Aleardo Aleardi7, acquistati nel 1944.
Memorie su le antiche case di Udine. Il manoscritto autografo.
All’apertura delle segnalazioni fatte dal bibliotecario, sul numero della rivista della Deputazione di Storia Patria per il Friuli nel 1942, si trovano le Memorie su le antiche case di Udine:
«Le antiche case di Udine. Il conte G.B. della Porta ha ceduto testé alla Biblioteca Comunale di Udine un suo ms. intitolato Memorie su le antiche case di Udine (1898-1938). È un grosso volume in-folio, il quale contiene la descrizione e la storia, fin dove è possibile, di 2100 case, distinte secondo la numerazione che figura nella pianta di Udine del Lavagnolo (1842)».
Corgnali si riferisce ovviamente all’opera che era stata chiusa nel 1938; un secondo volume di aggiornamenti venne iniziato dal nobiluomo successivamente a questa data e sarà acquistato dalla Biblioteca nel 1950, appena terminato di compilare. Mentre il prezzo di acquisto del primo volume non è stato segnato sull’Inventario del fondo principale in cui venne inserito al n. 2691, accanto alla seconda parte8 una nota a matita precisa che venne pagata 40.000 £9.
Descrizione
Il manoscritto Memorie su le antiche case di Udine è la stesura finale autografa, la bella copia della ricerca sulle 2100 case del centro storico udinese, entro il quinto recinto di mura, di Giovanni Battista della Porta, elencate seguendo la numerazione nera apposta all’esterno delle case nel 1801, adottata poi da Antonio Lavagnolo per la Pianta della R.a Città di Udine degli anni 1842-1850. È formata da due tomi in quanto, come sopra anticipato, dopo aver terminato nel 1938 la ricerca, iniziata esattamente quarant’anni prima e culminata appunto nella stesura di quello che doveva essere l’unico volume (ora il primo), il conte udinese continua invece la raccolta di dati e informazioni che lo portano alla stesura di un secondo volume che integra ed aggiorna il testo precedente fino all’anno 1950.
I due volumi, di uguale formato in—folio, sono composti da quinterni di robusti fogli avorio, dalla grammatura elevata, del tipo protocollo rigato e rigato commerciale10, privi di filigrana, rilegati, evidentemente dopo la compilazione, in tela marrone e rifilati in legatoria. Entrambi sono custoditi in robuste cartelle con piatti in carta marmorizzata verde e dorso ed angoli dei piatti in tela marrone, confezionate contestualmente alla legatura, a cura della Biblioteca, dopo l’acquisizione.
Volume I
[314] c., 352x250 mm11
c. [1]r: G.B. della Porta, Memorie su le antiche case di Udine 1898-1938
Segue la c. [2]r con lo stemma a colori della famiglia della Porta e poi, da c. [3]r a c. [8]r, le Fonti principali (l’aggettivo è stato aggiunto a matita). Le c. [8]v-[12]v sono bianche.
La descrizione delle case inizia a c. [13]r: Le case sono identificate con il numero della Numerazione nera del 1801 e della Pianta di Udine dell’ing. Lavagnolo.
Al termine dell’ultima casa (2100), a c. [314]r, si legge: Incominciato 1898. Finito 1938 luglio 27. Giovanni della Porta. L’autore ha anche segnato a matita, nella parte superiore di alcune carte, alcune date, probabilmente riferentesi alla copiatura o alla revisione, relative al solo anno 193612. Il testo è accompagnato raramente da schizzi a penna oppure a matita (disegnati anche su foglietti incollati) dello stesso della Porta e, in forma sporadica, a partire dalla casa 388, anche da fotografie e articoli di giornale. Poche sono le righe depennate dallo stesso autore; alcune notizie, all’interno del testo, sono riportate solo a matita, in attesa probabilmente di conferma. All’interno del tomo si rintracciano integrazioni e note, a penna e a matita, soprattutto di Giovanni Battista Corgnali che, ad es., al n. 830, all’anno 1937, Osteria ‘Antica Maddalena’, aggiunge: “volgarmente Madalene sporcie” o, a fianco della casa 1627, all’anno 1854, scrive “Studio dell’avvocato dr. Antonio Nievo, padre del poeta. Cfr. “Patria del Friuli” 6.III. 1911”.
Volume II
[6], 550 p.13 355x248 mm
p. [1]:G.B. della Porta, Memorie su le antiche case di Udine, vol. II. Aggiunte. Indici. Mappe. 1948.
Segue a p. [3], analogamente al primo volume, lo stemma disegnato a colori della famiglia della Porta, mentre l’Avvertenza (riportata nell’edizione Masutti a p. XIII) è a p. [5].
p. 1: Volume secondo. Iniziano qui le Aggiunte secondo la numerazione delle case: al termine, p. 388, c’è la data, 11 agosto 195014 - che sposta pertanto in avanti di due anni il termine delle ricerche, rispetto all’anno da lui segnato sul frontespizio - e la firma, Giovanni della Porta.
Dopo alcune pagine bianche (389-396), inizia una seconda serie di Aggiunte, (397-419), relative a varie case (alcune delle quali già parzialmente aggiornate nelle prime Aggiunte), che sono presentate inizialmente in ordine numerico, ordine che poi, man mano che si susseguono gli aggiornamenti, viene meno; anche in questa parte trovano spazio le cartoline o i ritagli vari che talvolta costituiscono la sola novità dell’aggiunta. Dopo alcune pagine lasciate in bianco, 420-436 inizia l’Indice, alfabetico dei luoghi e dei nomi (pp. 437-542), e poi ancora le Aggiunte all’Indice (pp. 543-546). Alcune pagine bianche, 547-550, introducono la parte conclusiva di questo tomo, costituita dalle Mappe: queste sono precedute da un Elenco che mette in corrispondenza i blocchi dei numeri delle case alla relativa porzione di mappa [4 p.]. Le 38 tavole, incollate su quattro fascicoli di carta grigio-azzurra, sono state ritagliate da una pianta della città di Udine: su ognuna di queste l’autore ha aggiunto a penna i numeri neri delle case ed i nomi delle vie confinanti di ogni zona.
In questa seconda parte sono state inserite numerosissime immagini: cartoline in bianco e nero e a colori, fotografie, ritagli di giornali, disegni e schizzi soprattutto di della Porta a penna (alcuni anche acquarellati), ma anche di epoche precedenti, mappe. Documentazione tutta che va ad integrare visivamente le informazioni aggiunte dal conte, anche in considerazione dei cambiamenti avvenuti nell’appena passato periodo della seconda guerra mondiale, che tante ferite ha lasciato nel cuore di Udine per i bombardamenti subiti. Immagini che mostrano non solo gli edifici ma anche le persone che vi compaiono, in posa o in movimento, con il loro abbigliamento da lavoro o da festa, i militari in divisa, i vigili urbani, i mezzi di trasporto - dal tram bianco colto in diversi punti del suo percorso cittadino, ai carretti tirati o spinti faticosamente a mano o da cavalli, dalle biciclette a qualche rara automobile - e financo i manifesti per gli spettacoli affissi ai muri. In questo secondo volume rarissimamente si ritrova l’intervento di mano di Corgnali.
Si è riscontrata infine in queste pagine la mancanza di cinque immagini, cartoline o fotografie15; in alcune invece sono stati lasciati liberi dall’autore alcuni spazi bianchi per un successivo inserimento, che però non è mai avvenuto16.
Con l’edizione a stampa, curata da Vittoria Masutti negli anni Ottanta del Novecento17, trova alla fine unitarietà l’opera compilata nell’arco di una vita dal nobiluomo udinese: rispetto al manoscritto autografo, infatti, vengono qui riportate di ogni singolo numero di casa, in un’unica sequenza cronologica, le notizie che si trovano suddivise nell’originale nei due tomi, fatto che obbligava i lettori a “saltare” da un tomo all’altro per avere un quadro completo delle informazioni.
1 Per il profilo biografico rinvio a VITTORIA MASUTTI in Nuovo Liruti. Dizionario biografico dei friulani [direzione dell’opera CESARE SCALON, CLAUDIO GRIGGIO], Udine, Forum, 2006-2011, v. 3: L’età contemporanea, ad vocem.
2 FRANCESCA TAMBURLINI, Cronaca dei provvedimenti presi nel 1917 per la tutela del patrimomio della Biblioteca Civica di Udine in 1917 anno terribile. I soldati, la gente: reportage fotografici e cinematografici italiani e austro-tedeschi a cura di ENRICO FOLISI, Udine, Forum, 2007, pp. 243-263. I riferimenti relativi all’attività di G.B. della Porta presso la Biblioteca, ove non diversamente specificato, sono tratti dal’inventario del Fondo principale dei manoscritti e dall’Archivio della Joppi.
3 38 (1942), p. 98.
4 Ora inventariato nel Fondo principale, ms. 2692; cfr. «Memorie Storiche Forogiuliesi» cit.: “Grosso volume in-folio, con annesso schedario. Buona parte dei toponimi risultano tratti da documenti originali. Le schede, a cura della Biblioteca, sono state fuse col grande schedario toponomastico, cui attende da vari anni il dott. Corgnali”.
5 Ibidem: “Si tratta di qualche migliaio di schede, che sono state gran parte fuse con quelle, ben più numerose, che costituiscono la collezione della Biblioteca (circa 20.000 tra nomi, cognomi e soprannomi) e che sono in continuo aumento”.
6 Già dal 1930 era stata tratta per la Biblioteca di Udine una copia dell’opera ma Corgnali segnala ora l’arrivo in Biblioteca dell’opera autografa del della Porta (f.p. ms. 2693). Successivamente l’autore stilerà una seconda edizione.
7 F.p. ms 3791.
8 Entrambi i volumi riportano lo stesso numero d’inventario.
9 Corrispondenti a circa 800 euro attuali.
10 Aggiunta a matita la rigatura verticale ai lati di ciascuna pagina della carta: al margine sinistro vengono così create le caselle per le singole cifre della numerazione della casa, spazio che rimane anche separato dallo specchio di scrittura del testo, limitato al margine destro da un’altra riga verticale che crea una colonna per eventuali aggiunte ma che quasi sempre rimane bianca.
11 Le prime 2 pagine n.n. sono di carta non rigata, diversa da quella dei quinterni. Su questo volume manoscritto compare solo il numero 1 e il numero 2, parzialmente tagliato, della cartulazione originale a matita, ora rispettivamente c. [13]r e c. [23]r, carte che costituiscono la prima dei due fascicoli iniziali contenenti la descrizione delle case. L’attuale cartulazione è a matita.
12 c. [32]r, 22 giugno 1936; c. [33]r, 23 giugno 1936; c. [43]r, 25 giugno 36; c. [53]r, 30 giu. 1936;
c. [63]r, 7.7. 1936; c. [73]r, 17.7. 1936; c. [83]r, 5 agosto 1936; c. [103]r 7 ag. 36; c. [113]r 11 ag. 1936; c. [123]r; 14.8. 36; c. [133]r, 17.9.36.
13 Le prime 2 pagine n.n. sono di carta non rigata, diversa da quella dei quinterni. Numerazione originale autografa a matita riportata non regolarmente su tutte le pagine, sull’angolo superiore destro. Presente altra cartulazione recenziore.
14 Nella parte superiore di alcune pagine si ritrovano segnate a matita alcune date, probabilmente riferentesi alla copiatura o alla revisione: p. 101, 29.6.48; p. 153, 10.1.50; 459, 24.3.48.
15 A p. 85, 86 (2 immagini), 97, 263; altra probabile mancanza a p. 275.
16 A p. 72, 148, 231, 313, 347, 385 e 386.
17 Udine, Istituto per l’enciclopedia del Friuli-Venezia Giulia, 1984-1987, 2 v. (XXXII, p. 873).