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Questa casa, oggi divisa in due, fu di Nicolussio de Vidot, poi degli eredi di mess. Agostin di Lauzacco; fu venduta nel 1516, nov. 6 (Atti Antonio Belloni), ad Asquino q. Antonio di Colloredo che nel 1660 i suoi discendenti vendettero a mess. Antonio Tarondi; fu poi recuperata dai Colloredo (A.S.U., C.A., 89/20). |
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Con certezza a partire dal 1511 la casa appare gravata di un livello a favore della cattedrale udinese, come attestano i rotoli della fabbriceria che ne citano i fondamenti; |
1511 |
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«Augustin del Lauzach paga de livello sopra una casa, fo di Niccolusso di Vidot, oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v). |
1519 |
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«Ser Asquin q. ser Antonio de Colloreto1, in logo de m. Bastian q. m. Agostino zenero de m. Zuan de Lauzacco, caligaro, paga de livello sopra una casa, comprada per ser Asquin detto dalli eredi del detto m. Augustin con questo incargo adν 6 nov. 1516 per man di ser Antonio Bellon not., oio libre do » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v). |
1564 |
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«Eredi del q. mess. Asquin de Colloredo pagano de livello oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v). |
1593 |
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«Ora paga la sign. Doralice di Colloredo2» (B.C.U, ms. F. XXV, f. 296v). |
1607 |
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«Paga ora il sig. Panfilo di Colloredo» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v). |
1624, 1625 |
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«Di presente paga la sign. Elisabetta Colloreda» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 296v). |
1660 |
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«Ora paga il sig. Marc’Antonio Tarondo» (B.C.U, ms. F. XXV, f. 297r). |
1703 |
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«Li nob. sigg. Giuseppe e fratelli Tarondi q. sig. Marc’Antonio pagano ogn’anno di livello sopra una casa fu di raggione Colloreda, oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 297r). |
1735 |
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«La sign. Elisabetta Colloreda, in logo del sig. Panfilo, già del sig. Asquino Colloredo e prima di Sebastian d’Agostin di Lauzzacco, paga di livello sopra una casa fu di Nicolò di Zuanne Vidotto olio lb 2. Detta casa Colloreda è dipinta a scachi; pagano li sigg. Giuseppe e fratelli Tarondi, come possessori di detta casa» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 6). |
1743, febbr. 4 |
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« Di presente viene condotta ad affitto dal bar. Antonio e fratelli Bressani, di ragione del co. Filippo Colloredo q. Cesare ; confina a lev. con strada del borgo di Mezzo, a mezodν con casa dell’egr. Domenico e Zuanne fratelli Manenti, a sol a monte con il borgo di Aquileia et alle monti con l’androna tendente al monastero di S. Bernardino» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 3r — 3v). |
1750 |
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«Il sig. Filippo q. Cesare di Colloredo, possessore della detta casa dipinta, fu Tarondi, paga de livello oglio lb 2» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 297r). |
1768, apr. 9 |
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«Il co. Cesare q. Filippo di Colloredo aliena al co. Coriolano q. Bartoluccio Bartolucci una casa con cortivo ed orto posta in questa città nel borgo d’Aquileia, che confina a lev. strada del borgo di Mezzo, a mezz. eredi q. Zuanne Manenti, a pon. strada del borgo d’Aquileia ed a tram. strada che corrisponde dal borgo d’Aquileia al borgo di Mezzo . E ciò pel prezzo di d 2143 L 3 » (A.S.U., N., Giovanni Socrate, 9787, I instrom., f. 79v — 80v). |
1795, mar. 26 |
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La co. Virginia q. Coriolano Bartolussi vende al nob. Vincenzo q. Leonardo Stainero «la di lei casa d’abitazione in borgo d’Aquileia con corte, orto ed adiacenze acquistata con instr. 18 giu. 1773,» not. Francesco Brunaleschi, dalli coo. Cesare e fratelli di Colloredo », confinante a lev. contrada che va in borgo di Mezzo, mezz. Manenti, pon. borgo Aquileia, tram. contrada va a S. Bernardino (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9879, XIII instr., 813, f. 1237v — 1238v; 9956, filza prodotte). |
1795, apr. 27 |
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Dalla misura e stima della casa a cura dei periti Giovanni Carlo Iacotti e Francesco Moretti: «Confina a lev. contrada dà in borgo di Mezzo, mezz. ecc. Andrea e fratelli Manenti, pon. il borgo di Aquileia ed a tram. contrada va a S. Bernardino» (A.S.U., N., Antonio Cavassi, 9956, Filza prodotte). |
1801 |
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Nob. Vincenzo Stainero (Nomenclatura, f. 76v). «Ora inaffittata» (ibid.). |
1804, genn. 3 |
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Il nob. Vincenzo Stainero vende al sig. Francesco Bruni, detto Stabernao, la casa in borgo Aquileia, fu Bartolucci (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10578, III instrom., 193, f. 228v — 229v). |
1809 |
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Francesco Brun, oste (Registro delli aloggi, f. 56v). |
1812 |
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Osteria “Alla Fortuna” (Esercenti). |
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Gestione degli eredi di Francesco Brun (ibid.). |
1828, febbr. 11 |
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La parte a settentrione è di Giovanni Bonanni (A.S.U., C.A. I, 148/X, 550 Orn. II C, con dis.). |
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Il proprietario chiede ed ottiene di riformare il prospetto (ibid.). |
1850, magg. 9 |
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Francesco q. Giovanni Bonanni vende la casa n. 2048, per L 2000, ad Antonio fu Michele Romanelli (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 2076). |
1851 |
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G.B. Zerbini, divenuto proprietario della porzione di casa al n. 2048 contigua alla sua al n. 2049, ne riforma la facciata. Risulta casa con tre porte a pianterreno e tre finestre corrispondenti nei piani superiori (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1851, 3558 Orn. II C). |
1852 |
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Appartiene a Giovanni Bonani, proprietario anche del n. 2048 A (Competenze, II, f. 17v). |
1853, genn. 25 |
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Luigi Bonano inoltra domanda per sistemazione della casa «nella contrada cosν detta Stabernao che conduce al seminario». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. II, 66, 601 Orn. II C). |
1876 |
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Nella parte indicata 2048 E, falegnameria di Luigi Bonanni3 (COSMI-AVOGADRO, 93), segnalata anche nel 1883 (AVOGADRO, 144). |
1883 |
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Nella parte marcata 2048 C, studio dell’ing. Antonio Ballini (AVOGADRO, 146). |
1945 |
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La parte interna a sud incendiata durante un’incursione aerea. |
1950 |
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Abbattuta e rifatta. |
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NOTE |
1 |
Per la famiglia di Colloredo vedansi n. 426 e 1828. |
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2 |
Il 17 febbr. 1594 Mario di Colloredo affitta una casa in borgo Aquileia esterno a G.B. di Strassoldo, vicino di casa (A.S.U., N., Matteo Paulitti, 6861, II instr., f. 3r — 5r). |
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3 |
Sulla famiglia dei Bonanni intagliatori e doratori: PICCO, Lavori artistici eseguiti di recente nella chiesa dell’Istituto Renati, 3; PICCO, Lavori d’intaglio, 100; PICCO, Ricordi, 122. |
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BIBLIOGRAFIA |
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della PORTA, Toponomastica, 224; della PORTA, Udine che scompare, 10. |