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A partire dal 1407 la casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano i rotoli che ne citano i fondamenti: |
1407 |
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Giuliana ved. di Domenico sarto, ovvero Francesco suo figlio (B.C.U., ms. F. XXV, f. 319r). |
1418 |
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Antonio del fu Mattiusso1 e Nicolò Malnevot da Pradamano (ibid.). |
1446 |
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Tomaso figlio di Nicolò Malnevot (B.C.U., ms. F. XXV, f. 320r). |
1511 |
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Nicolò Decano di Pradamano, genero di Tomaso (ibid.) |
1550 |
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Not. Antonio Meriano (B.C.U., ms. F. XXV, f. 320v). |
1643 |
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« Dissero confinatori che la casa è di presente possessa ed abitata per Scipione Gardellino, posta in Porta di Ronco, confina a sol levado col borgo, a mezo dν coll’istesso Scipione, a sol a monte col monasterio di S. Bernardino ed ai monti coll’ecc. Giovanni Antonio Toratto » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 319r). |
1681 |
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«La casa è possessa dal co. Giovanni della Porta mediante Leonardo Tamburo inquilino» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 320v). |
1743. febbr. 4 |
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Dalle confinazioni operate sulle case soggette a livello per la fabbrica del duomo: «La casa, di ragione dell’on. ser Girolamo Venerio, abitata da Anna rel. q. Paolo Geatto, confina a lev. la strada pubblica del borgo di porta de’ Ronchi, a mezz. casa di ser Giuseppe Ongaro, abitata da Zuanne Stanino, portator di biave, a sol a monte il v. monastero di S. Bernardino et ali monti casa del sig. Giorgio Toratto, tenuta ad affitto da Giacomo Pampolano q. Valentino » (A.S.U., C.A. I, 89/20, partita n. 20). |
1801 |
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Giuseppe Scaravetto (Nomenclatura, f. 71v). |
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Affittuale Francesco Gori (ibid.). |
1809 |
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Girolamo e fratelli Venerio (Registro delli aloggi, f. 53v) |
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Inquilino l’industriante Giuseppe Scaravet (ibid.). |
1809, nov. 28 |
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In seguito ad atto oppignorativo del 5 sett., a pregiudizio di Antonio Scarsello, debitore insolvente per L 23,88, asta senza esito della casa (A.S.U., C.N., 80, Asta). |
1828, ag. 8 |
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Girolamo e Antonio Venerio domandano di aprire una finestra nella loro casa al n. 1916, cui intendono anche applicare il cornicione. Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 148/X, 3332 Orn. II C, con dis.). |
1832, apr. 2 |
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Girolamo e Antonio Venerio presentano progetto di riforma per la casetta. La deputazione d’ornato rileva in proposito che «l’intera distribuzione della casa toglie la possibilità di aprire due finestre nel mezzo dei piani superiori che ci vorrebbero per la medietà» e che «la piccolissima elevazione del secondo piano non può ammettere la costruzione della cornice senza l’alzamento del coperto. Questi ostacoli riescono tanto più potenti, in quanto che la casa è di poca considerazione. Tuttavolta, siccome la linda non viene toccata menomamente e siccome avvi realmente nella prospettata riforma un semplice miglioramento, la scrivente propone la di lei ammissibilità» alle solite condizioni (A.S.U., C.A. I, 193, 1374 Orn. II C, con dis., firmato da Leonardo Piva). |
1852 |
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Proprietà di Antonio Venerio (Competenze, II, f. 14v). |
1876 |
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Il fornaio Pietro Bertuzzi vi gestisce una rivendita di liquori. Vi abita il maestro di canto e pianoforte Antonio Traversari (COSMI-AVOGADRO, 99, 103, 120). |
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Rimodernata nella prima metà di questo secolo. |
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NOTE |
1 |
Questo personaggio dapprima nelle note per il 1420 e il 1440, viene citato dal documento come «Antonius q. Missutti» poi per il 1441 si dice: «domus quae fuerunt Antonii Mattiussi» e da quel momento sempre Mattiussi. |