1789, apr. 27 |
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« Il co. Francesco q. G.B. Cassini1 salvo l’annuo agrario perpetuo di libbre due di oglio infisso a credito della fabbrica del duomo , vende la di lui casa di abitazione alta e bassa con stalla, rimessa, fondi ed orticello con la casetta bensν separata, ma confinante a detto orticello, ora affittata al Rubini , situata in Porta di Ronco, il tutto apparente e tra li confini descritti nelle stime primo dec. 1788, formate dal pubbl. per. Francesco Moretti , al co. Francesco Camucio q. co. Lodovico per il prezzo stabilito in d 4750 . E perché il fondo di sudetta casa ed orto e la maggior parte della casa stessa si crede trovarsi soggetta al fideicommisso ordinato dal q. co. Francesco Cassini avo di detto co. venditore, al qual fideicommisso non si trova alcun altro de’ viventi chiamato, ma termina in esso co. venditore, quando manchi prole mascolina cosν resta per patto espresso che passando esso a qualche matrimonio ed avesse prole mascolina capace di succedere dopo di lui al fideicommisso, in tal caso possa il co. Camucio obbligarlo allo storno del presente instrumento di vendita . Avendo esso co. Cassini un orto murato dirimpetto alla venduta casa confinante col monastero di S. Bernardino, ora conceduto con titolo di pegno a godere a Giuseppe Bertoli, marangone, per dieci anni circa, come altresν una casa presso detto orto affittata al co. Giulio di Fiorendo Manini , si obbliga esso co. Cassini di preferire in grazia del presente contratto esso co. Camucio a qualunque altro si sia nello contratti di vendita, di pegno e di locazione » (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 239, f. 277v — 278v). |
1792, dic. 6 |
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«Il co. Francesco q. co. G.B. Cassini , incontrando le ricerche del nob. Girolamo q. G.B. Pavona ampiamente discende ad acordare che possa esso nob. Pavona aprire un portone capace a ricevere un carro o una carrozza nell’identico sito ove esiste un portoncino con due scuri che dà ingresso lateralmente nella casa del Pavona, posta borgo de’ Ronchi, annesso esso portoncino ad altra casa di detto conte, ora tenuta ad affitto dal co. Carlo Camuzio, al quale portoncino si giunge mediante il passaggio sopra la piazza, che esiste dirimpetto alla facciata della casa possessa dal co. Camuccio, la qual piazza è di proprietà e ragione del co. Cassini , accordando che abbia per la piazza stessa il solo transito con dirritto di far asportare le colonelle che esistono presso la casa sudetta e che impediscono l’ingresso nel portone, escluso qualunque altro dirritto di fabbriche e altra immaginabile cosa che pregiudicar possa al possedimento e diritto del sunnominato conte. E qui il nob. Girolamo Pavona, pieno di riconoscenza pel favore ricevuto, ha sborsato lire centodieci in monete d’argento » (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, II instr., 336, f. 354r — 354v). |
1801 |
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Co. Carlo Camucio (Nomenclatura, f. 70v). |
1809 |
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Proprietà di Carlo Camucio, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 51v). |
1819, magg. 20 |
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Nel rilievo Bernardinis, Carlo e fratelli del fu Francesco Camuzio sono inseriti sull’elenco dei possessori di fondi confinanti con le pubbliche mura (A.S.U., C.A. I, 24/X, n. 29). |
1852 |
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Proprietà delle sorelle Camucio (Competenze, II, f. 12v). |
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L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 24 sett. 1973 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE |
1 |
Per la famiglia Cassini: MARCHETTI, Il Friuli, 952. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 373-375; BRAGATO, Guida, 79; ERMACORA, Guida, 116; Il giardino da salvare; MARCHETTI, Il Friuli, 952; Requiem per un giardino; RIZZI, Storia... Il Seicento, 19; Si vuole distruggere il giardino del Torso; VALENTINIS, Udine antica, 9-10. |