1359, sett. 13 |
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«Deliberatum fuit quod dentur due marche et novem denarii mag. Iacobo marangono, quas habere debeat a comuni pro complimento laborerii Porte Aquilegie intrinsece» (Annales, II, f. 248v). |
1402, nov. 6 |
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Vedasi Porta Grazzano. |
1487, mar. 11 |
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«Ad instantiam ser Bartholomei de Lovisinis civis nostri concessa fuit sibi licentia faciendi fieri super muro castellano comunis, qui tendit ex domo sua nova versus Portam interiorem burgi Aquileie, unum parapetum de modonis ut transire possit super dictum murum ex sua domo nova ad aliam suam domum contiguam dicte Porte. Concessa etiam fuit dicto ser Bartholomeo ipsa Porta interior burgi Aquileie ad utendum ea ad beneplacitum comunitatis, attento quod dictus ser Bartholomeus se obligavit tenere ipsam bene copertam sive teneri facere suis propriis expensis » (Annales, XXXVII, f. 11r). |
1497, nov. 6 |
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«Fuit deliberatum quod admoneatur ser Franciscus de Luvisinis ad aptari et reparari faciendum Portam interiorem burgi Aquilegie, ut necessarium est et conveniens; quod si non fecerit, auferatur sibi dicta Porta et eius usus» (Annales, XXXIX, f. 134v). |
1518, febbr. 4 |
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Investitura degli eredi del fu Francesco Luisini per il Portone interno di Aquileia (Acta, VII, f. 183). |
1518, lugl. 7 |
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«Audita humili petitione et instantia ser Bertrandi Ianisi de Tulmetio, nomine heredum ser Bartholomei de Luvisinis, d. convocati approbarunt decretum factum q. ser Bartholomeo de Luvisinis deccurentes quod heredes dicti ser Bartholomei possint fabricare prout in dicto decreto continetur duratura huiusmodi concessione ad beneplacitum comunitatis nostre. Et decretum autem convocationis sequitur et est de 1483, indictione prima, 7 novembris» (Annales, XLIII, f. 2v — 3r). |
1524, dic. 20 |
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Al consiglio cittadino Melchiorre Stainero sottolinea l’urgenza della riparazione del ponte: «Dixit unam partem pontis nisi reparetur et cito brevi ruituram» (Annales, XLV, f. 33v). |
1558, apr. 13 |
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Si delibera di costruire un orologio alla torre di Porta Aquileia (Annales, LIV, f. 177r). |
1569, febbr. 16 |
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Deposizione del testimone Giovanni Angelo del fu Cristoforo De Zuanis, mantovano, domestico di Giuseppe Strassoldo: «Io era all’hora sora sentato sopra li muri del Porton de Acquileia et sentei il rimore et perciò levandomi mi feci in mezo la strada et vidi gente con spade » (A.S.U., Arch. Lovaria, 14, Processo per l’uccisione di Nicolò Partistagno, f. 94r). |
1574, sett. 17 |
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«Audito excellenti iureconsulto d. Octaviano Luvisino, suppliciter petente ut, postquam iam absolutum et consumatum est opus aptationis turris publicę ad portonum burgi Aquileię ex decreto huius convocationis, confetta in ea et fabricata testudine lateritia loco veteris contignationis, quę prius in suprema eius parte existebat, iubere dignentur ut modicum, quod adhuc reliquum est, perficiatur: id est aperire fenestram, deiectis lapidibus quibus obstructa fuit, ut aliquid luminis in mansionem admittatur; item scalas erigere, quę si cochlides fuerint, quia maxime et loci angustię et alias factis foraminibus accomodabuntur . Ex auctoritate convocationis iniunctum est d. Ioanni Paulo deputato et ser Iacobo Comino ut eant in rem pręsentem et, inspecto loco, siquidem iis ita opos esse videatur, curent et scalas componi et fenestras etiam aperiri » (Annales, LVIII, f. 296v). |
1604, mar. 7 |
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Vedasi n. 1856. |
1655, dic. 7 |
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«E perché dagl’ill.mi deputati precessori è stato fatto fabricare un pergolo di pietra in Venetia per riporlo sula torre interiore del borgo d’Aquileia verso il medesimo borgo, in uso dell’ecc.mo rettore e del magistrato publico della città nello spettacolo de’ palii, conforme alla deliberatione presa nell’ill.ma convocatione a 21 di maggio decorso; in che vi è occorsa per publico decoro maggior spesa di quella, che all’hora fu divisata, tuttoché con ogni maggior vantaggio publico si siano i medesimi sigg. deputati precessori applicati, parve agl’ill. deputati presenti di metter l’infrascritta parte: che sia data facoltà all’officio di noi deputati di supplir alle spese necessarie per la ripositione del pergolo di pietra sulla torre interiore del borgo d’Aquileia verso il medesimo borgo, conforme all’accordato fato da’ sigg. deputati nostri precessori; et accioché la publica mente sie essequita, espressa nella deliberatione di 21 di maggio passato, di aprir cioè un altro simil pergolo di pietra su l’istessa torre verso la contrada del Duomo, all’effetto pur dello spettacolo de’ palii et in uso come di sopra; sia unitamente preso che il medesimo officio nostro habbia facoltà di far fabricare e di far riporre nel posto preaccennato il detto pergolo » (Annales, LXXXI, f. 58v — 59v). |
1700, mar. 23 |
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«Ritrovandosi la torre interiore del borgo d’Aquileia, sula qual sta collocato uno dei due orologi publici, sfera in diverse parti, e minacciando qualche rovina , anderà parte che sia dato facoltà al magistrato nostro e degl’ill.mi deputati successori di farla restaurare et assicurar in avenire dai danni che le vengono inferti dalle pioggie » (Annales, XCVI, f. 101v). |
1726, sett. 15 |
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« Sia approvata la spesa di lire millecinquantatré, soldi diecisette e mezzo occorsa nella rinovazione del coperto della torre interiore del borgo d’Aquileia, che si ritrovava con il legname quasi del tutto infracidito ed in pericolo perciò di diroccare ». Seguono gli estremi delle polizze pagate per L 701 s 11 1/2 al muratore Presan, a Giacomo Mauro per la calce, a Giuseppe Sporeno per legname e ferramenta, al fabbro Franzolino per fatture, al monte di pietà, al tagliapietra Prodolone (Annales, CV, f 61r). |
1752, mar. 4 |
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«Estinta la famiglia Luisini, alla quale con parte di questa ill.ma convocazione 7 marzo 1604 fu concesso l’uso della stanza sopra il Portone interiore del borgo d’Aquileia, e rimasta da molti anni al godimento la nob. Cassandra Frangipani, ora riddotta nell’età ottuagenaria, con pubblico atto 19 febraro decorso ha quella renonziata a disposizione di questo publico. Poiché però il publico orologio sovraposto alla detta stanza ha estremo bisogno d’esser rinovato, e perché inserva con magiore esateza e durata, è necessario l’impiego anco della stanza stessa, premessi perciò li necessari esami, proponiamo concordemente che sia accettata da questa convocazione la sudetta renunzia con le condizioni ivi espresse, resti impartita facoltà a noi et agl’ill.mi successori nostri far eseguire la rinovatione dell’orologio con le disposizioni che fussero piϊ conferenti della stanza medesima» (Annales, CXIII, f. 176v — 177r). |
1758, sett. 14 |
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Lettera di Pietro Zai ai deputati della città. «Da che fu per ordine di questo publico otturata la porta che dalla mia casa dava comunicazione colla stanza in sollaro del pubblico orologgio al portone interiore del borgo d’Aquileia, come godevano li possessori della casa stessa, questa è stata sempre esposta, o ad incendi o ad altre insolenze per fatto di chi ad arbitrio si è servito o si serve della stanza medesima A quiete per tanto di mia povera famiglia supplico umilmente V.S. Ill.me a permettermi che io possa riaprire la porta antedetta, ed avere l’uso della stanza sempre soggetta alle disposizioni di quest’ill.ma città, senza però minima ingerenza o pregiudizio della cassa che rinchiude li pesi dell’orologgio, pronto io a far rimetter la Porta per cui il custode abbia libero l’addito alli sudetti pesi, e pronto altresν ad assoggettarmi all’annua contribuzione di pernice una in riflesso alla benigna permissione. Grazie. Pietro Zai» (A.S.U., C.A., 3/54). |
1758, sett. 14 |
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«Gl’ill.mi deputati , sentita la supplicatione di ser Pietro Zai, possessore della casa fu Lovisini, con le dichiarazioni et offerte che in essa si legono, hanno permesso al supplicante che possa riaprir la porta che dava communicazione con la prima stanza del publico orologio al Portone del borgo di Aquileia , sempre però rimanendo a publica disposizione la stanza stessa, e coll’obbligo di pernice una all’anno » (Acta, LXXXIV, f. 188r). |
1783, ag. 27 |
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Anna Maria Quarente chiede una diminuzione dell’affitto che paga al comune per la torre e una dilazione nel pagamento di quello arretrato (A.S.U., C.A., 3, n. 77). |
1791, genn. 14 |
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Nicolò Quarente rinunzia allo «stanzino» che insieme con la moglie ha in affitto nel torrione (A.S.U., C.A., 3, n. 89). |
1791, genn. 19 |
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I deputati della città «hanno concesso ad affitto per anni tre per l’annuo affitto di L 12 a ser Vicenzo q. Battista Pievano, abitante nel borgo di Mezzo , la stanza formata di tolle sotto il Portone interno del borgo d’Aquileia ch’era prima tenuto dalla q. Maria Quarente, in ordine alla locazione 27 ag. 1783 » (Acta, XCII, f. 2v). |
1809 |
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«Ora pagasi da Giuseppe Bertoli q. Tommaso falegname domiciliato in Udine, come acquirente dell’accennata casa e del godimento della detta stanza dietro instrom. d’acquisto 1793, 22 decembre negli atti del sig. Antonio Cavassi » (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività. 1808. Elenco per le iscrizioni, n. 18). |
1811, giu. 3 |
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Relazione di Osvaldo Plazzotta al podestà: «In riscontro del pregiato Suo n. 3337 del dν 30 maggio p.p. le dico che sono stato a esaminare l’orologio del portone del borgo d’Aquileia, ed io ho esaminato il tutto che manca diversi pezzi di far da nuovo per rinovarli e la spesa è di L 120 it. senza però il di fuori». Una perizia di Bartolini e Pasini, in data 26 maggio, suggeriva di fare due quadranti «da nuovo ad uso europeo doppio di 12 in 12 ore» (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1815, ott. 31 |
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Il perito d’ufficio Bernardo Vicario al podestà circa l’orologio della torre del portone interno del borgo d’Aquileia, nel quale «mancano tre fusti di ferro con n. 6 piccole ruote condutrici, le due corone delle spere ed un rocchello non che il compartitore delle ore. Medici m. Domenico, che prima lo reggeva, deve rispondere per questi capi che mancano » (A.S.U., C.A. I, 186, 7626 Pol. 20). |
1831, ott. 5 |
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La deputazione d’ornato sollecita la congregazione municipale alla demolizione della torre (A.S.U., C.A. I, 182/V Orn. II C). |
1834, mar. 15 |
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G.B. Cotterli, faciente funzione d’ingegnere municipale, trasmette alla deputazione comunale d’ornato l’incartamento relativo al progetto di demolizione del Portone d’Aquileia (A.S.U., C.A. I, 219/1). |
1834, magg. 2 |
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Domenico Bertoli, Domenico Scrosoppi, Teresa Bertoli, Francesco Bertoli e Giacomo Del Zan ricorrono alla delegazione provinciale: « Essendo ancora dellusi del buon esito di vari ricorsi fatti a questa inclita dellegazione e temendo giornalmente d’essere sommersi fra le rovine della pericolante torre del Porton Acquileia, umilmente di nuovo implorano acciò si compiaccia con tutta solecitudine ordinare quanto Ella giudicherà piϊ approposito per la sicurezza delli confinanti sottoscritti, nonché per la sicurezza delli passegieri » (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 9992/2145). |
1834, magg. 3 |
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L’ingegnere capo dell’ufficio provinciale delle pubbliche costruzioni alla delegazione provinciale in seguito all’ispezione alla porta interna d’Aquileia: « È di fatto che sussistono giusti motivi di timore di rovina. Le due muraglie nel fianco a mezzodν e nella fronte interna a sera gravitano sopra arcate gotiche sostenute da debole pilastro di vecchi mattoni crepolato verso l’imposta con delle fenditure nelle arcate stesse, specialmente in quella di fianco, ove si sono anche staccate delle pietre di mattone dell’archivolta. La muraglia esterna a mattina appoggia sopra a pilastri ed arcata di pietra viva formanti il portone, ove non scorgesi difetto sensibile, ma nella parte superiore essendovi un pesante pergolo di pietra con notabile sporto, attesa la mala costruzione con ripezzi della muraglia stessa, questa torre trovasi del tutto spaccata e sfiancata con istrappiombo. Quella a tramontana in confine con altre case, a cui è anche unita la torre per l’uso, è perforata, ripezzata, con notabili peli e fenditure secondanti il difetto della muraglia esterna, le quali furono anche stuccate e sonsi di poi maggiormente aperte. Le impalcature, poi, scalette e pareti di legname sono fracide, rotte e cadenti. Il riparo che potrebbe proporsi, volendo conservare la torre al solo oggetto d’impedire la rovina, sarebbe quello di levare la vecchia e fracida parete e scala sotto all’arcata che sostiene la muraglia di fianco a mezzodν e sostituirvi solido e ben fondato muro immorsato a ripiani sotto all’arcata, rinforzando anche il pilastro di sostegno e sopprimendo la picciola portina laterale, col sostituire ivi pure ripieno di solido muro, ciocché servirebbe ad assicurare la torre da questa parte. Alla muraglia esterna verso il borgo d’Acquileia sarebbe da levare il pesante pergolo di pietra, sostituendo un semplice regolone, indi levare le parti sfiancate della muraglia stessa e rimetterle col fare gli occorrenti ripezzi anche all’interno verso la casa Bertoli. Sarebbe infine da rifare le impalcature ammarcite, anzi al primo piano potrebbe aver luogo un volto a crocciera formante cielo all’interno del portone. Con ciò sarebbe tolto il pericolo e si conserverebbe la vecchia torre. Se però si considera che questa non serve a nulla, e che impedisce che ivi possa essere regolata la strada col togliere una rapida pendenza all’incontro del bel borgo d’Aquileia, miglior consiglio crede il sottoscritto esser quello di devenire alla demolizione col regolare decentemente le facciate delle case laterali » (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 10101/2156). |
1834, magg. 5 |
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La delegazione provinciale ordina al municipio di Udine di «provvedere radicalmente a togliere ogni lontano pericolo di rovina» (ibid.). |
1834, magg. 9 |
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L’ing. G.B. Cotterli presenta alla congregazione municipale il preventivo per la demolizione del portone ordinatagli (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 2106 Pol. II). |
1834, giu. 20 |
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Avviso di vendita all’asta da parte della congregazione municipale «dei materiali di cotto, sassi, pietre, ferramenta e legnami proceduti dalla parte demolita del Portone d’Aquileia» (A.S.U., C.A. I, 219/VIII, 2803). |
1834, giu. 28 |
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Si fanno conoscere al consiglio comunale i motivi che obbligarono alla demolizione del portone d’Aquileia (Arch. del Comune di Udine, Protocollo verbale consiglio comunale, Consiglio 1831-1835, n. 3000, VI, p. 140-141). |
1834, sett. 13 |
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In seguito alla demolizione del portone d’Aquileia, il consiglio comunale delibera la sistemazione della località e l’ampliamento della strada (Arch. del Comune di Udine, Protocollo verbale consiglio comunale, Consiglio 1831-1835, IV, p. 165-166). V. Panarie 1934 p. 291. |
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BIBLIOGRAFIA |
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Archivum...Catastico, I, 338, 339, 341, 360; BATTISTELLA, La dolorosa e commovente istoria, 29, 30, 31, 32, 37, 39; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 40, 115; DE PIERO-GUALANDRA, Compendio, 20; A. della FORZA, Diario, 85, 160; JOPPI, Udine prima del 1425, XI; MIOTTI, Cenni sulle antiche opere, 26; della PORTA, Toponomastica, 7, 116, 171; RIZZI, Udine, 59. |
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ICONOGRAFIA |
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CARLEVARIIS, Tre disegni, M; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, R. |