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Fin dal secolo XV, come si deduce dai fondamenti riportati nei registri dei livelli, la casa appare gravata da un livello a favore della fraterna dei Calzolai. |
1443 |
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«Donation di d. Helena relitta q. ser Pietro della Donna» alla confraternita, in atti di Giacomo q. Querino, «la qual casa a d. Helena fu donata per — Piero suo marito», atti Nicolusso q. Michele Scarparo de Speronariis (A.S.U., C.R.S.., Arch. Confraternita dei Calzolai, Rot. 458, f. 70r). |
1594 |
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«Heredi de m. Iosepho fornaro in logo del q. m. Simon Thodesco pagano — sopra la casa della sua habitation sul canton per mezzo la giesia de S. Maria Maddalena una marca di soldi. Sopra una casa posta in borgo d’Aquileia dentro, appresso la casa di ser Antonio Lombardo dalla parte di sopra e davanti» (ibid.). |
1667, giu. 30 |
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«— Federico Buiato e Pietro Della Ricca, consiglieri del — collegio de’ — nodari di questa città — a livello infrancabile e perpetuo renonciano al — rev. — Valentinis Zamparo — la casa di muro, coperta di coppi con pocca corticella, posta — nel borgo d’Aquileia di dentro, della capella iuspatronato di detto — collegio, qual confina a sol levado con case di ragione de sigg. Steffano et fratelli Sacchi, a mezo dí parte con li detti et parte con li eredi Luisini, a sol a monte col borgo et alle monti carte con case del — capitolo della catedrale di questa città et parte sig. Niccolò Leporeo —. Mons. Zamparo — promette — annualmente pagare — alli — capellani che per tempo saranno di detto — colleggio ducati diecidotto —» (A.S.U., Coll. N.U., 16, 12/7, f. 22r — 23r, not. Marc’Antonio Tarondi de Pictorei, copia di Francesco Tracanelli). |
1712, apr. 7 |
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«Si fa chiaro con la presente locatione qual habbi forza come se fatta fusse di publico notaro, come io Camillo Arcoloniani — affitto — al sig. Francesco Stefanutti et Anzola sua consorte, hora abitanti in Udine, una mia casa posta — nella contrada di S. Maria Madalena sul canton d’essa cale, tenuta di presente dal sig. Pietro Antonio Corso —, et ciò per anni tre —» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/4, copia prodotta per il processo Collegio dei Notai-Filippini, f. 40r — 41r). |
1714, lugl. 6 |
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«Con la presente privata scrittura di locatione —, si dichiara come le sign. Orsola et Livia figliole del q. Giovanni Domenico Zamparo —, come eredi testamentarie del — rev. Valentino Zamparo, loro zio ex parte patris, — locano — al nob. et rev. — G.B. Sporeno — una casa di loro raggione legatali per d 200 dal predetto q. rev. — Valentino, come appar instrumento dal dí 13 giugno 1667, fatto col magn. collegio delli — nodari di questa città —, obbligando esse — sorelle tenir in acconcio a sue — spese la casa —, situata nel borgo d’Aquileia entro il portone, al presente abitata dal medesimo reverendo —» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/4, f. 41r — 43r, not. Girolamo Pavona, copia di Giovanni Antonio Corso). |
1716 |
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La casa d’angolo era degli Arcoloniani, seguivano le case Del Garbo, Leporio, Pace (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/4 e XII/7). |
1743, ag. 1 |
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«Col presente contratto di locazione — la sign. Orsola, figliola del q. — Domenico Zamparo, facendo a nome delle sign. Lucia e Catterina di lei sorelle, eredi del q. rev. — Valentino Zamparo —, locano — alla sign. Adriana Corsi la loro casa situata in borgo di S. Maria Maddalena, confina a lev. con casa del rev. Maschili fu Leporia, a mezo dí ca’ Frangipani, a pon. strada pubblica et alli monti il — capitolo di questa città et ciò per anni tre — et — per l’affitto — di d 30 — d’esser corrisposti nel seguente modo —: d 18 al — rev. — Gabriele Fabrizio capellano attuale delli — nodali del collegio di questa città, d 12 alla sign. Orsola —; ma perché la — casa ha bisogno di — restauro, contenta detta — signora — che a sconto della parte dell’affitto — possa — detta — conduttrice far fare li miglioramenti necessari nella medesima casa —» (A.S.U., Coll. N.U., 16, XII/7, f. 38r). |
1801 |
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Co. Carlo Arcoloniani (Nomenclatura, f. 69v). |
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Affittuale l’oste Antonio Bravo (ibid.). |
1809 |
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L’edificio appartiene ad Antonio Arcoloniani. Vi abita l’oste Tommaso Ondervolt (Registro delli aloggi, f. 51v). |
1812 |
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Osteria “Alla cortesia” (Esercenti). |
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Gestione di Giovanni Circo (ibid.). |
1817, sett. 19 |
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Il cursore municipale riferisce di aver recapitato in questa casa a Domenico Boffini diffida a munirsi di licenza di polizia (A.S.U., C.A. I, 10). |
1827, magg. 21 |
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È di Lucia Arcoloniani Codroipo (A.S.U., C.A. I, 135/XV, 2033 Orn. II C). |
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La proprietaria chiede ed ottiene il permesso di «costruire sotto il stilicidio della casa di sua ragione — in — calle delli Filippini, un trombino al piano della strada di lume alla sotteranea cantina» (ibid.). |
1842, ago. 24 |
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Vedasi n. 1852. |
1849, febbr. 2 |
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Nell’elenco dei pistrinai, venditori di pane e faria, compilato dal capo del secondo quartiere, è segnalato a questo numero G.B. Plasenzotti (A.S.U., C.A. I, 465, 142). |
1852 |
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Appartiene a Francesco Codroipo (Competenze, II, f. 12v). |
1833 |
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Osteria “Alla bell’aria” (AVOGADRO, 152)1. |
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Gestione di Giovanni Venier (ibid.). |
Inizio del secolo XX |
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Tipografia di Domenico Del Bianco2. |
1966, nov. 15 |
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Vincolato dal M.P.I. il prospetto su Via Vittorio Veneto. |
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1 |
I Prospetti di confronto, p. 58, indicano tuttavia che il n. 42 di via della Posta, cui allude l’Avogadro, corrispondono al numero nero 1852. |
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2 |
Per Domenico Del Bianco: COMELLI, L’arte della stampa, 220; Domenico Del Bianco. Memorie; SPESSOT, Vecchie riviste friulane, 59-60. |
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BIBLIOGRAFIA |
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DEL BIANCO, Caterina Pico, 20; COMELLI, L’arte della stampa, 250, 262, 269, 270; Domenico Del Bianco, 16; Il piccone mette alla luce l’antico vallo. |