1608, mar. 21 |
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«Decretum fuit — uti sarciatur murus ędium habitationis nob. ser Francisci Freschi de Cucanea in calle Zucchiorum quę ex aperitione vię novę ducentis ad palatium patriarchale atque ex suffossione telluris ad radices ipsarum ędium, emotis fundamentis, dicuntur videri ex aliqua parte velle vitium facere» (Annales, LXVIII, f. 79v). |
1676 |
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Stima della casa che gli nob. sigg. co. Giovanni Antonio e fratelli d’Arcano intendono vendere al nob. ed ecc. sig. Giovanni Francesco e Marcantonio fratelli Boreatti (not. Francesco Carminati, Allibramenti). |
1689, dic. 29 |
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Lidiarte di Zucco cede un livello «che paga il noli — Thebaldo Beltrame, herede del — nob. sig. Giovanni Carlo Boreatto, sopra la casa posta in questa città in contrada Zucha, detta del Pozzo» (A.S.U., N., Antonio Orgnani, 7846, XIX instr., f. 69v — 70r). |
1744 |
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«Beltrami Ottaviano abita la casa prossima al ponte che di rimpetto si vede alla porta del palazzo patriarcale, ereditata dai Boreati» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174). |
1770, magg. 8. |
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Proprietà dei coo. Beltrame. Vedasi mappa di Alessandro Rota (B.C.U., ms. B. LXVII, f. 2r). |
1801 |
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Proprietà del co. Teobaldo Beltrame (Nomenclatura, f. 67v). |
1809 |
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Vi era l’ufficio del giudice di pace (Registro delli aloggi, f. 50v — 51r). |
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L’edificio appartiene a Teobaldo Beltrame. Parte è affittata al sac. Giacomo Rampini (ibid.). |
1811, dic. 3 |
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Su istanza dell’armaiolo Francesco Di Lucia, abitante in borgo S. Bortolomio, marito di Giovanna Rampini, viene redatto l’inventario dei mobili del defunto sac. G.B. Rampini, zio della sign. Giovanna. Se ne occupano il rigattiere Bortolo del fu Francesco Coletti, l’orefice Pietro del fu Giacomo Pico e il maestro di musica Giacomo del fu Francesco De Vit. La presenza di quest’ultimo è giustificata dall’esistenza di alcuni strumenti musicali, tra i quali «un cembalo piccolo» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 782). |
1824, ott. 21 |
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In questa casa esiste un pozzo (A.S.U., C.A. I, 88/IX). |
1852 |
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Appartiene ai fratelli Beltrame, proprietari anche del n. 1818 A (Competenze, II, f. 11v). |
1852, sett. 1 |
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Giovanni Ciconi Beltrame avverte l’autorità competente che «nel prospetto della casa — n. 1818 guardante sulla contrada dei Filippini, si ha da aprire un vanno di porta in sostituzione di una finestra». La deputazione d’ornato giudica il progetto «tollerabile» (A.S.U., C.A. I, 66, 6334 Orn. II C, con dis. firmato dal capomastro Giuseppe Del Bianco). |
1921, apr. 22 |
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Si inizia la demolizione della casa, che la co. Vittoria Ciconi Beltrame, moglie del co. Daniele Florio, ha venduto alla amministrazione provinciale. |
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BIBLIOGRAFIA |
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MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 26. |
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ICONOGRAFIA |
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MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, Terzo recinto. |