Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
1809
1443   M. Giovanni tintore q. Stefano di Ferrara, nonno di Giovanni da Udine, abitava fuori la porta Gorghi ed «supra policino S. Antonii» (JOPPI, Notariorum, XIV, f. 168r, not. Melchiorre Della Siega da Belgrado).
1489   «Pater meus emit unam tinctoriam Utini cum domibus et cum stuffa coherenti in burgo S. Antonii precio ducatorum 230 ad publicum incantum Venetiis contra ser Nicolaum d. Honeste, prout constat manu d. Dominici de Groppis Venetiarum notarii» (A.S.U., Arch. Florio, Giacomo Florio, Libro note, f. 3v).
1491, dic. 7   «Suprascriptam domum et tinctoriam revendidi ego — ser Iacobo Honeste filio ser Nicolai, ut constat publico instrumento manu ser Francisci Bonamici notarii —» (A.S.U., Arch. Florio, Giacomo Florio, Libro note, f. 3v).
1495, ag. 12 * «— Comparuit sp. legum doct. d. Iacobus Florius dicens se habere certas domos sitas in burgo S. Antonii iuxta ser Nicolaum d. Honestę et iuxta Zardinum — in quibus domibus alias erant balnea sive stuffę, quas quidem domus tendentes ad ruinam, ipse d. Iacobus, pro voluntate sua et pro honore huius civitatis intendit reparare et eas de novo ędificare pro habitacione sua, sed, quia dictę domus habent parum terrenum pro habilitate et commoditate ipsarum, petiit et supplicavit — sibi tantum terreni ex zardino ibidem contiguo concedi quantum capiunt dictę suę domus cum earum territorio. Qua — peticione intellecta —, determinatum fuit quod — eidem — tantum terreni Zardini — prope existentis concedatur pro commodo dictarum domorum —, hac tamen — condictione, quod dictus d. Iacobus nec eius hęredes ullo unquam tempore possint in dictis — domibus facere stuffas sive balnea nec tenere publicas meretrices —» (Annales, XXXIX, f. 44r).
1513, dic. 2 * «— Nob. iuvenis ser Franciscus q. Ioannis de Honestis de Utino — locavit — Valentino q. Dominici portonarii de Prato Cluso Utini ibidem pręsenti et conducenti pro se et Ioanne ac Antonio fratribus, quandam cloacham sitam in Zardino Utini ex opposito domorum dictorum fratrum de Honestis, solvendo de affictu in festo S. Iacobi starium unum frumenti cum dimidio ad mensuram Utini —» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. istr. 1487-1533, sub anno, f. 47v).
1726, lugl. 9 * La casa di Giulio Vanni è situata nel borgo di S. Bartolomeo (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 105r).
1727, sett. 1 * «Fatto in Udine nelle case Valentinis hora habitate per l’infrascritto sig. Vani» Giulio del fu Francesco (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 153v).
1744 * «Vanni degli Onesti. La loro casa è contigua a quella dei Valentinis che abitano in faccia ai Pavona —. Fu prima dei Strassoldo» (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1798   «Casa Onesti nel borgo di S. Bartolomeo. Tutta la facciata della casa è dipinta a fresco da Gio Batta Grassi, ma quasi affatto smarrita» (de RUBEIS, Catalogo, V (1938), 11-12).
1801   Natale e nipoti Vanni degli Onesti «con diversi affittuali» (Nomenclatura, f. 67v).
1809 * Proprietà di Natale Onestis. Inquilino il falegname Francesco Manotti (Registro delli aloggi, f. 50v).
1811, genn. 17   «— Nicolò e Giovanni fratelli Onesti — vendono — al — sig. Francesco e Pietro Armelini — le due case — ambe coscritte col c.n. 1809, le quali unite confinano a lev. contradella conduce nelle case furono de’ sigg. Valentinis, mezz. parte — Francesco Graffi loco — Francesco Valentinis e parte piazzetta detta Valentinis, pon. — Andrea del fu Antonio Valentinis, ed alli monti strada —. Quest’assoluta — vendita — viene fatta per il prezzo — d’it. L 15350,37 —» (A.S.U., N., Luigi Delfino, 10619, 74).
1814, genn. 10 * Canciano Lavariolo chiede il permesso di «aprire una piccola bottega di vender farina al minuto in borgo S. Bortolomio al c.n. 1809 per anno 1814» (A.S.U., C.N., 185, 206 Pol.).
1814, genn. 11 * Nell’Elenco dei pistori, quali tengono depositi di farine presso di loro a questo numero è citato Francesco Armellini (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.).
1815, genn. 14 * Francesco Armelino chiede ed ottiene il permesso di restaurare la casa. Durante i lavori, essendo insorti problemi coi muri e col coperto, egli ritiene opportuno alzare l’edificio d’un piano. In aprile viene anche cambiata la linea del portone d’ingresso (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 305 Orn. XIX, con diss.).
1835, febbr. 5 * Osvaldo Mazzorini chiede, senza per altro ottenerlo, il permesso di aprire una porta per usare una stanza sotterranea della casa (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 584 Orn. II C, con dis.).
1839, magg. 25 * Domanda inoltrata al podestà: «— Francesco e Nicolò fratelli Braida, volendo demolire e rifabbricare una parte della casa in contrada S. Bortolomio al c. n. 1809 in confine colli sigg. Daniele Bonfini e co. Andrea Valentinis, a senso del par. 68 del giudiziario regolamento, si rivolgono a codesta autorità per ottenere la relativa approvazione». La deputazione d’ornato propone alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2697 Orn. II C, con diss., firmato dal capomastro F. Nardini;A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2697 Orn. II C, con diss.).
1852 * Proprietà di Maddalena Mazorini Bonfini. Il n. 1809 A appartiene a eredi fu Francesco Braida (Competenze, II, f. 11v).
1853, ott. 20 * Nicolò Braida inoltra domanda per «riformare il prospetto di parte della sua casa sita in borgo di S. Bortolomio al c. n. 1809 —». La proposta è accolta solo in parte (A.S.U., C.A. II, 66/1853, 8557 Orn. II C, con dis.).
  °° Il disegno è firmato da «F. Nardini».
1876 * Nella parte dell’edificio censito 1809 A, falegnameria di Francesco Rizzi, segnalata anche nel 1883. Nel complesso ha sede anche lo studio del geometra Giacomo Marangoni (COSMI-AVOGADRO, 93, 96, 144).
1932   Trattoria all’ “Antica Braida”.
     
  °° Su cortese indicazione di Liliana Cargnelutti, si segnala che i documenti fino al 1513 sono da riferirsi alla casa n. 1676 e che i documenti delle case nn. 1808 e 1809 talora si intersecano causa l’incertezza sulla numerazione del fabbricato d’angolo compreso tra il borgo e la salita di S. Bartolomeo.
     
BIBLIOGRAFIA   Epigrafi murarie, 29, n. 66; Palazzo Caratti offerto per la casa della cultura; della PORTA, Toponomastica, 165; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16.