1424 |
° |
Inventario dell’eredità de q. Giovanni q. Enrico di Montegnacco: «Domus cum curia, area et orto postpositis, sita in Villa Freda Utini iuxta Petrum nominatum Mazol, iuxta heredes olim providi ser Nicolai Baldane, iuxta ecclesiam S. Antonii et viam publicam» (not. Nicolussio). |
1525, mar. 23 |
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Gerolamo di Montegnacco chiede al comune una piccola porzione di terreno per fabbricare la sua casa: |
1525, mar. 23 |
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« Ser Hieronumus de Montegnaco Utinensis civis proposuit magnam et honorabilem domum fabricare in pertinentiis burgi Praticlusi in viridario suo, sita non procul a domibus patriarchatus aquileiensis et cuperet dirigere faciem domus rectam accipiendo certam et minimam partem soli comunis si comunitati liberet. Ideo deputati posuerunt partem quod demandetur nob. Bertrando Hectoreo qui post visum locum ipsum referet» (Annales, XLV, f. 49v). |
1590, apr.17 |
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«Per il presente scritto confeso io Ioseffo Montagnacco, detto del Pozzo, haver receutto a puro inprestido da l’ecc. sig. Tomaso della Porta ducatti n. cento quali ho pilgiati per dare a mess. Zuan Batista Gastaldis de Prodolono a ciò con questi procuri aiutarsi del suo bando, quali ducati cento mi hobligo restituire a ogni suo beneplacito al sig. Tomaso hovero a chi presenterà il presente scritto, contentando che non restituendoli posi lui cosν per ragion di questi come delli altri insistere nela cassa da lui al presente habitata né mai da quella eser caciato fin tanto che non li serano restituiti li denari . Io Ioseffo di man propria» (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. carte diverse sciolte). |
1590, giu. |
° |
Tomaso della Porta acquista da Giuseppe di Montegnacco, detto del Pozzo, la casa con patto di recupera (not. Leonardo Fullonio, doc. citato nell’atto di Aurelio Boezio del 30 luglio 1591). |
1591, lugl. 30 |
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Giuseppe di Montegnacco rinuncia al patto di recupera (not. Aurelio Boezio, A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti). |
1649, apr. 14 |
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«Alla partita del rev. mons. Girolamo della Porta, in luogo de mess. Antonio Marchese d’affitto semplice sopra un horto, che già teneva mess. Zuanne barbiero, hora paga l’ecc.mo G.B. della Porta, overo l’ecc. Olderico suo figliuolo, dissero i confinatori che l’horto è di presente possesso per l’ecc. Porta suddetto, tenuto per Paola moglie di Pietro Colloreto, posto nel borgo di Porta di Ronco, confina a sol leva-do col rivolo, a mezz. col Gonellino, a sol a monte colla strada publica et ai monti col detto ecc. Porta» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 49). |
1650, dic. 27 |
° |
Ulderico della Porta vende la casa con patto di recupera al nob. Giacomo Venzoni (not. Nicolò Bergamino). |
1655, maggio 29 |
° |
Il nob. dott. Ulderico della Porta recupera la casa (not. Nicolò Bergamino)1. |
1687, lugl. 9 |
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Sentenza del luogotenente Francesco Benzon: «Ci viene rappresentato dal co. Giovanni Giuseppe della Porta come sino li 18 aprile passato convenne con m. G.B. e nipoti Prodoloni, tagliapietra di questa città, per l’opera di quattro colonne con altre pietre a sostegno di ridur a coperto una sua terrazza che minaccia rovina, per il che anco li esborsò nell’istesso giorno ed alcuni doppo dinaro di comprar e pagare la ditta pietra sino alla somma di L 32. La quale condotta in parte, invece di lavorarla per detta opera, sia anco stata ridotta dalli Prodoloni ad altr’uso . Onde detto conte resta esposto e deluso con suo danno notabile, pericolo evidente del crollo di detta terrazza e due murari che tiene a sue spese e salario preparati e condotti per il medesimo ogetto. Però, non dovendosi tollerare forme cosν dannose e fraudolente commetto alli detti G.B. e nipoti Prodoloni che nel termine di giorni quindici debbano havere fatte e somministrate all’opera dette quattro colonne almeno con loro basi per sostegno di porre a coperto ed assicurare essa terrazza, riserbandoli a tempo seguente di fare le lastre e ciò in pena di ducati cento » (A.S.U., Arch. della Porta, 23, f.v.). |
1690, giu. 27 |
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Stima dei pubbl. per. Polidoro Faventini e Mattia Tolazzi «delle opere fatte alli G.B. padre e Antonio figliolo Chucchiani per l’accomodamento et acrescimento d’una cisterna nel pallazzo del co. Giovanni Giuseppe della Porta» (A.S.U., Arch. della Porta, 21, f.v.). |
1692 |
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Giulio Quaglio dipinge, «nella cappella storie varie; nelle due loggie, storie e mitologie» (MANIAGO, Storia, 260-261). |
1692, dic. 22 |
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Rogito redatto «nel palazzo» del co. Tomaso della Porta (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XIII, f. 31r). |
1722, lugl. 2 |
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«Avendo la nob. Laura della Porta rassegnato per l’alloggio di uno degl’ill.mi et ecc.mi sindaci inquisitori di terraferma che si ritrovanno presentemente di ressidenza in questa città, il suo palazzo nella contrada del Patriarcato; doppo esser stato al medesimo effetto sortito nello stato e grado descritto dallo sp. ser Filippo Capodaglio ragionato di comun e con forniture e mobili descritti nell’inventario, ne segui il 27 magg. p.p. l’effettiva consegna , gl’ill.mi deputati della città hanno accordato ad essa nob. signora una corrisponsione di ducati cento e quaranta al mese per l’affitto del palazzo e per l’uso delle forniture e mobili» (Acta, LXXV, f. 247v — 248r). |
1744, ag. 13 |
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La casa viene divisa tra i due fratelli Giuseppe e Vincenzo q. Marcantonio della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Divisioni 1744, f. 5r — 5v). |
1778, giu. 6 |
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«Con il presente privato scritto di locazione , io Giovanni Vincenzo q. co. Antonio della Porta loco in ragione d’affitto semplice e parte in promiscuità concedo per anni dodici una porzione della mia casa dominicale esistente qui in Udine, consistente tal comodo nell’appartamento nobile in primo solaro, che contiene sala, con numero cinque camere e galleria, ed a pie’ piano li mezzadi che prima conduceva il co. della Torre, e di piϊ alto mezzado verso la corte ad uso di tinello, stala, fenille, legnara e rimessa che è contigua alla stala ed è dirimpetto al cortivo; ed inoltre, in ius promiscuo con l’intera predetta mia casa, il sottoportico di detto pie’ piano cortivo e pozzo, al co. Fabricio d’Attimis » (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. carte diverse sciolte). |
1782, ag. 26 |
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«In corso dell’affittanza 6 giugno 1778, da me fatta al q. co. Fabrizio d’Attimis, che ebbe il suo principio il dν primo sett. dell’anno stesso, e durar deve per anni dodeci , io Gian Vicenzo q. co. Antonio della Porta unisco in presente ed aggiungo alla predetta locazione per li anni otto avvenire tutta l’altra casa contigua alla casa grande, che io aveva a mia disposizione ed uso, riserbandomi per mio conto solamente li due mezzadini che hano l’ingresso al primo piano della scalla grande ed il mezzado a pie’ piano presso il mezzado che ora serve di tinello, il tutto affittando al nob. e rev. mons. co. Ermano d’Attimis, fratello del defonto co. Fabrizio » (A.S.U., Arch. della Porta, 23, fasc. carte diverse sciolte). |
1790, sett. 1 |
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Rinnovo del contratto d’affitto col co. Ermano d’Attimis (ibid.). |
1793, dic. 16 |
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I pubbl. per. Francesco Duodo e Carlo Iacotti operano una revisione particolareggiata delle divisioni del 1744 (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Revisione delle divisioni 1744 ovvero stima 16 dicembre 1793). |
1797, febbr. 20 |
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Inventario dei mobili esistenti nella casa dominicale udinese del co. Giovanni Vincenzo del fu Marc’Antonio della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Inventario della facoltà in mobili lasciata dal q. nob. sig. co. Giovanni Vincenzo q. Marc’Antonio della Porta, f. 1r — 8v). |
1799 |
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I periti Vincenzo Moro e Carlo Iacotti pubblicano il documento di divisione dei figli del defunto co. Vincenzo della Porta, con la descrizione e stima particolareggiata del palazzo, e dei fondi annessi sia liberi sia soggetti a fideicommisso con la piazzetta e la braida che è divisa a metà coi coo. Panfilo e Antonio della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Asse della facoltà e divisioni tra li figli del q. nob. sig. co. Vincenzo della Porta. 1799 e Misure delli beni fondi in divisioni 1799). |
1809 |
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Appartiene a Giuseppe della Porta. Vi abita l’industriante Anna Picina (Registro delli aloggi, f. 49v). |
1810, apr. 2 |
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Ispezione in casa di Panfilo della Porta per verificare la solidità del palco. Non si precisa per quale motivo questo sia stato allestito, ma solo che è collaudato per cento sedie (A.S.U., C.N., 182, 12006, Pol. 20). |
1812, febbr. 28. |
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« Concordati Giuseppe del fu Vincenzo della Porta di vendere a Odorico e G.B. della Porta di lui fratelli di acquistare la casa posta al c.n. 1799 con porzione di piazzetta e di brolo dirimpetto alla casa stessa, il tutto stato assegnato in parte al detto Giuseppe colle divisioni primo ott. 1799 delli pubbl. periti Carlo lacotti e Vincenzo Moro , il predetto Giuseppe cede alli Odorico e G.B. di lui fratelli la casa sita al c.n. 1799, con uniti fondi, confina a lev. con androna delle Dimesse, a mezz. col sig. Panfilo della Porta, pon. con fondi del palazzo arcivescovile ed a sett. con strada pubblica nonché la porzione di piazzetta e porzione di brolo dirimpetto per la quantità di tv 900 circa il tutto per la summa di ducati 4237 L 3 s 16 » (A.S.U., Arch. della Porta, 23/Contratti, not. Bartolomeo Cassacco). |
1815, nov. 13 |
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Per testamento di Michele q. Panfilo della Porta, la parte di casa di Giuseppe passa alla madre Orsola Venturini (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10364, 1793). |
1824, febbr. 25 |
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Dal testamento del rev. Vincenzo del fu Giorgio Miotti, professore del liceo, risulta che questo ecclesiastico tiene in affitto una porzione dell’orto della Porta (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2101). |
1824, lugl. 27 |
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«Nel desiderio di ricostruire come per l’addietro esisteva il coperto della fabbrica familiare contermine alla loro casa dominicale sita in questa città al c.n. 1799, stato dirupato dall’incendio accaduto anni or sono». Odorico e consorti «della Porta» presentano progetto. Segue il sopralluogo della deputazione d’ornato, la quale in seguito denuncia il pericolo di sgretolamento del «muro del lato conterminante alla calle delle Dimesse». I proprietari s’impegnano a operare le riparazioni necessarie. La deputazione approva, a condizione che «sia stabilito e biancheggiato il totale prospetto della casa; che sia, lungo la linea del fabbricato, fatta apporre una linea percorribile di quadrelli di pietra per servire di marciapiedi a pubblico comodo» (A.S.U., C.A. I, 89/X). |
1829, apr. 22 |
* |
«Fatalmente avvenuto nell’anno 1802 un incendio nel fabbricato verso l’androna delle Dimesse in angolo di levante e mezzodν, forma parte del palazzo dominicale al c.n. 1799, parte di ragione della sign. Orsola della Porta, rappresentante il marito ora q. Panfilo, ed il cognato Antonio della Porta, ambi figli del fu Giuseppe, e parte di specialità de’ sigg. G.B. e Odorico figli del fu Vincenzo della Porta, furono essi compossessori obbligati da questa congregazione municipale di rimettere il fabbricato stesso ciò combinando anche il riparo de’ crollanti muri. Ed avendo la sign. Orsola riedificata l’intiera fabbrica con proprio suo dinaro, in conseguenza sta a carico per carato la spesa ai sudetti eredi del fu Vincenzo e ciò per i carati che gli risguardano, devengono perciò al seguente accordo: Odorico e G.B. della Porta cedono ad essa Orsola ogni loro diritto sul fondo promiscuo sopra cui venne riedificata in parte la suddetta fabbrica in angolo dell’androna delle Dimesse , nonché sui muri rimasti dopo detto incendio, meno il fondo riferibile al pozzo per la larghezza dell’arcata di ponte sino al chiudimento del pozzo stesso, quale fondo chiuso restar dovrà promiscuo ed escluso pure il sottoportico che serve di transito da un cortile all’altro, che restar deve promiscuo » (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti). |
1830, mar. 27 |
* |
Orsola della Porta «nel prospetto della propria casa verso la calle delle Dimesse al n. 1799 desidera di aprire le due porte e la finestra segnate a rosso». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 1194 Orn. II C, con dis.). |
1831, giu. 22 |
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Orsola Venturini della Porta lascia il suo patrimonio ai tre parroci delle Grazie di Udine, di Percoto e di San Pietro degli Schiavi (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti). |
1845, giu. 9 |
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Per transazione in lite, la parte già di Orsola Venturini passa ai figli di G.B. q. Vincenzo della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti). |
1847, magg. 26 |
* |
Il pubbl. perito Vincenzo Barnaba e G.B. Cotterle compila la descrizione e stima della casa di G.B. della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23). |
1849, genn. 8 |
* |
Il capo del primo quartiere al commissario comunale d’ordine: « Antonio fu Giovanni Sternn, oriundo di Lubiana, dimorante in questa città, era di condizione cocchiere presso Pietro dott. Campiutti, mancò ai vivi quest’oggi circa le ore 4 pomeridiane in ettà di anni 56 circa, a causa d’una percossa sive calcio riportato da un cavallo del sig. Campiutti alla parte sinistra del petto, e ciò in una stanza terranea ad uso di stalla della casa nob. G.B. della Porta, sita nel borgo Treppo al c.n. 1799 » (A.S.U., C.A. I, 465, 26). |
1851, genn. 22 |
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Vi aveva sede una istituzione per l’istruzione privata legale, tenuta in quattro corsi dai sigg. dott. Mattia Missio, dr. Andrea Ovio, dott. G.B. Faelli e dott. Giacinto Pellatis (“Il Friuli”, 3, XVII, 22 genn. 1851, 4). |
1852 |
* |
La parte marcata 1799 A appartiene agli eredi della fu Orsola della Porta, quella 1799 II a G.B. della Porta (Competenze, II, f. 10v). |
1864 |
° |
La parte di G.B. figlio di Vincenzo passa per acquisto ai fratelli Antonio e Giacomo Picco. |
1866, apr. 12 |
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I figli di G.B. q. Vincenzo vendono la loro parte al co. Giuseppe di Colloredo (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti, not. Giacomo Someda). |
1875, magg. 13 |
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Il co. Giuseppe di Colloredo cede la parte di casa alla figlia Laura, moglie di Adolfo q. G.B. della Porta (A.S.U., Arch. della Porta, 23, Contratti, not. Giacomo Someda). |
1876 |
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Osteria “All’Aquila bianca” (COSMI-AVOGADRO, 106). |
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* |
Gestione di Giuseppe De Luca (ibid.). |
1932 |
° |
B. q. Adolfo cede la parte di casa all’ing. Paolo Masieri. |
1937 |
° |
L’ing. Paolo Masieri acquista l’altra parte degli eredi Picco. |
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Nella chiave dell’arco del portone grande del cortile si vede lo stemma della Porta. |
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°° |
L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE |
1 |
La fonte citata dal Frangipane (Da chi furono possedute, 174), che accanto al notaio Bergamino utilizza il not. Francesco Susanna e fornisce notizie piϊ dettagliate sui passaggi intermedi. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BALLINI, Udine; BATTISTELLA, I Lombardi, 75; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 303-309; COLA, Cento anni, 56; COMELLI, Passeggiate, 81; ERMACORA, Guida, 117; di MANIAGO, Guida, 65; MARINI, Giulio Quaglio, 160-162; Parti prese...1913, 78-79; della PORTA, Toponomastica, 11, 79, 166, 199-200; Ritornano alla luce i dipinti del Quaglio; RIZZI, Mostra della pittura veneta del Seicento, 77; RIZZI, Pluralità, 344, 384; ROTA, Cenni, 25; TRINKO, Notizie, 12-13; VALENTINIS, Udine antica, 23. |