1801 |
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Antonio Feruglio (Nomenclatura, f. 64v). |
1809 |
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Girolamo Venerio (Registro delli aloggi, f. 47v). |
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L’edificio appartiene a quattro gruppi di proprietari: la parte di Girolamo e fratello Venerio è abitata dalla lavandaia Innocente Lollara; quella del falegname Antonio Di Laura è occupata, oltre che dal medesimo, dalla lavandaia Elisabetta Bevilaqua; quella dell’incannatrice Anna Toso è abitata dalla stessa proprietaria, dal cordellaio Giacomo Grisone e dall’agricoltore Giovanni Zanor; nell’ultima, di Elena e sorella Feruglio, si trovano come inquilini il muratore Michele Zamparo, il cappellaio Giacomo Magrino e il linaiolo Giacomo Di Niccolò (ibid.). |
1810, genn. 29 |
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«Anna n. Toso , moglie in primi voti del q. Giuseppe Zilli , ha venduto alli fratelli» Girolamo e Antonio «q. Francesco Venerio la casa posta nel borgo di Prachiuso al c.n. 17041; confina a lev. parte Antonio Basina in loco della fratterna de’ Caligari, parte Elena Feruglio, erede Del Forno, e cortivo, ossia ingresso promisquo, mezz. li detti Venerio, pon. eredi del q. Sebbastiano Gobetti e li stessi Venerio ed a tram. Antonio Tosolino ed il r. demanio ; qual casa è pervenuta in Anna Toso, legataria del prenominato Giuseppe Zilli padre del primo marito, in virtϊ del testamento di 15 sett. 1798 not. Ignazio Brunelleschi , e metà per acquisto da essa fatto dalle mani di Santa, moglie rel. del q. Giuseppe Zilli come da privata carta del 18 lugl. 1799 . Questa vendita ha fatta per it. L 1903,50 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10585, 202). |
1811, mar. 9 |
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In seguito ad atto oppignorativo del 16 febbr., asta senza esito di una camera al primo piano a pregiudizio di Antonio Di Laura (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta). |
1814, ag. 6 |
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Lucietta De Laura, moglie di Nicolò fu Giacomo Bettini, vende a Giuseppe di Domenico Pevarini «una casa con cortivo e lotto promiscuo, compresa anche la pergola di vitti , sita nel principio della contrada di Treppo n. 1713» per L 793,103. «Confina a lev. le sorelle Gobessi, a mezz. Francesco Zoi, a pon. e tram. Venerio» (A.S.U., N., Domenico Micheloni, 10328, 1311). |
1815, sett. 21 |
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Girolamo ed Antonio Venerio del fu Francesco vendono ad Angelo ed Elena q. Sebastiano Gobetti una casa in Pracchiuso, n. 1713, confinante lev. parte Antonio Basina in loco fraterna dei Calligheri, parte Elena Feruglio, erede Del Forno, e cortivo o ingresso promiscuo, mezz. Venerio, pon. stessi Gobessi e Venerio, tram. Antonio Tosolini e demanio. I Venerio avevano acquistata questa casa dalla sign. Anna Toso con istr. 29 genn. 1810, atti Cassacco, nel quale per errore era stata indicata con il n. 1704 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10582, Rep. IV, 1741, f. 18r). |
1815, dic. 20 |
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« Giuseppe Gobetti ha venduto alle sorelle Angela ed Elena Gobetti una stanza di muro coperta di coppi chiamata il magazzino, posta nel borgo di Treppo, formante parte della casa coscritta col c.n. 1713, corrispondente all’orto delle sorelle compratrici , che col pubblico istr. 17 giugno 1761, a rogiti del sig. Gerardo Muzzanini fu del comun loro autore acquistato dalle mani delli sigg. Girolamo q. Francesco e Gottardo e Francesco che fu Simone, zio e nipote Venerio » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10628, 1807). |
1823, dic. 1 |
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«Elena del fu Sebastiano Gobetti, moglie del sig. G.B. Sacchi dona alla sorella Angiola Gobetti l’usufrutto dei beni infrascritti e la proprietà dei beni stabili: metà casa in borgo Pracchiuso al c.n. 1713; confina a lev. Perissini Giuseppe, mezz. parimenti , pon. il premesso e sett. il numero seguente ; metà della casa in Udine, borgo suddetto al c.n. 1714 , confina a lev. Feruglio Giuseppe e sorelle del fu Antonio, mezz. e pon. colli premessi numeri e sett. Tosolini Giuseppe » (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10549, 2046). |
1832, mar. 22 |
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Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa a Pietro Urbanis, «gombrante di grosa intorno le mura», l’avviso municipale n. 1050 diretto ai venditori che ingombrano la via «con merci di fruti et oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1836, mar. 18 |
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Bernardina q. Giuseppe Cignola, moglie di Domenico Pietro di Giovanni Antonio Piccoli, vende a Girolamo ed Antonio Venerio la casa n. 1713 E «che confina a lev. parte casa delli Venerio n. 1714, mediante la scala promiscua e parte col detto borgo di Treppo, mediante l’ingresso pel sottoportico, il quale è promiscuo con essi Venerio, con la sign. Orsola Feruglio Armelini , col sig. G.B. Sacchi, loco Gobetti sign. Angela ed Elena, sorelle q. Sebbastiano, e col sig. Giuseppe Peverini, a mezz. con corte promiscua tra li vari particolari suddetti, pon. col sig. G.B. Sacchi, loco Gobetti , loco Anna Zilli, tram. con Gabaglio Antonio q. Giuseppe, loco r. demanio, loco fraternità de’ Calzolari. La detta casa è composta da una cucina a pian terreno, di una stanza in primo ed altra in secondo appartamento, tutte tre aventi luce dalla detta corte promiscua, e l’una all’altra regolarmente sovrapposte, con scala che le fiancheggia e dà ad esse accesso dalla parte di levante, la qual scala però è di ragione promiscua tra questa casa e l’altra della sign. Orsola Feruglio Armelini . Il fondo della casa ora venduta è di friulani ps 9 pd 4, compresa anche porzione di promiscuità di corte, oltre a quello occupato dalla scala promiscua , che è di passi cinque, ed a quello del sottoportico pel passaggio dalla corte alla strada, promiscuo questo con tutti li vari particolari. Questa casa è pervenuta nella sign. Bernardina Cignola per acquisto da essa fatto dalle mani dell’ora defunto Giuseppe Francesco q. Antonio Feruglio con contratto vitalizio 15 apr. 1835 ; era antecedentemente di proprietà della fam. Fe-ruglio ed il sig. Giuseppe Feruglio ne divenne padrone in forza delle divisioni 7 genn. 1827, fra esso Giuseppe e le di lui sorelle . Questa vendita si fa pel prezzo di austr. L 1000 » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10612, 4866). |
1852 |
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Fratelli Venerio, proprietari anche dei n. 1713 A,B,D,E. Il n. 1713 C appartiene a Giuseppe Pevarini (Competenze, II, f. 8v). |
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NOTE |
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Per errore dal notaio attribuita al 1704, ma in realtà del 1713, come avverte il docum. del 21 sett. 1896. |