Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
1670
1394, lugl. 9   «Investitura Gerardi de Puoch, canipparii Utini, certorum bonorum habitantię sitorum in pertinentiis terrę Utini cum sedimine domus ipsius habitantię sito super monte castri Utini, iuxta quamdam domum d. Tristani de Savorgnano et iuxta quamdam habitantiam Henrici de Paona1 et iuxta viam publicam qua itur a manu dextra ad castrum2 cum monte et territorio postposito pertinente ipsi sedimini, quam habitantiam — tenebat Daniel del Ungrispach habitans in Portu Latisanę» (B.C.U., ms. 944/5, f. 2r).
1529, ott. 4 * Abitazione dello studente di leggi Nicolò del fu Gabriele Pavona (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 24r).
1530, ott. 9 * «Utini, in contrata S. Bartholamei, in studio domus habitationis — spect. d. Nicolai Pavonę doctoris, pręsentibus nob. d. Hieronymo q. d. Raymundi de Pavona, cive Utini, et mag. Philippo q. Mauri Orlandini Veneto, cultellario, Utini habitante» (A.S.U., N., Gabriele Gozzadino, 5817, Istr. 1529-1531, f. 79v).
1570, dic. 29 * «— Excellens gramatices professor d. petrus Milotus3, Utini habitans, — locavit nob. d. Ioanni Baptistæ de Susanis civi Utinensi —, conducenti pro se et fratribus, montem seu portionem montis sitam supra montem Castri Utini, quam ipse d. Petrus recognoscit ad simplicem affictum ab herede q. — legum doctoris d. Nicolai Pavona —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5950, Istr. 1571, f. 1v).
1744   Vi abitavano i Pavona (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 174).
1772, mar. 19   «La nob. Catterina —, una delle figlie e coeredi del q. — Nicolò Paona, ed il not. — Andrea Biancone, figlio del q. — Verginio e della nob. — Sergia nata Paona, altra figlia e coerede del q. — Nicolò facendo per essa Sergia e pe’ — mons. Nicolò ed Ottaviano fratelli Nicoletti di Cividale, altri coeredi —, nonché per — Anna, altra figlia coerede — rel. del q. — Giacomo Gregoris di Pordenone —, hanno — venduto — al — co. Fabio q. — co. Pietro Asquino4 — la casa posta — nella contrada di S. Bortolomio — con fabbriche interne, picole casette annesse sulla detta contrada, delle quali — dissero d’aver facoltà di disporre —; quali fabbriche — confinano unittamente a lev. — coo. Leonardo e fratelli Mantica in parte e in parte il — Giardino verso la Pesa del fieno, o sia strada contigua fin dove s’estende l’esterna adiacenza di que’ fondi, come dissero i venditori, a mezz. strada — della contrada di S. Bortolomio e detti — coo. Mantica rispetto alla corte interna, a pon. — coo. Susanna e coo. Ruggieri ed ai monti il muro del recinto superiore di questo castello e — chiesa di S. Rocco —. E questa vendita — han fatta — pel — prezzo — di d 5000 —. Resta ancora dichiarato che siano — abbracciate dalla presente compra e vendita — tutte le pietre sciolte e sassi che s’attrovano sparsi per le fabbriche e fondi sudetti e che la spesa per l’investitura, che potesse occorrere di qualche porzione de’ fondi antedetti star debba a solo peso del — co. Asquino —» (A.S.U., N., Giovanni Socrate,, 9788, VI istr., 469, f. 1040r — 1044r).
1800, giu. 29 * «— Il — co. Fabio q. Pietro Asquino —, per dare alla — co. Margarita di lui figlia, ved. del fu — co. Francesco Pascoli, nonché alle altre due — coo. di lui figlie, una Maria Elisabetta, ora convitrice nel — monastero di S. Maria in Valle nella città di Cividale, e — l’altra al secolo Marianna, ora col nome di suor Teresa Margarita religiosa professa nel — monastero de’ Sette Dolori di Maria Vergine, detto di S. Valentino di questa città, un vero contrassegno del cordiale paterno amore —, dona alla — co. Margarita e cosν pure alle altre due — contesse di lui figlie —, la porzione di casa nel corpo della casa d’abitazione d’esso — co. Fabio in questa città, da lui acquistata tutta cadente dalle mani degli eredi Pavona e dal medesimo restaurata, megliorata ed accresciuta di fabbriche e comodi con molta spesa, cioè le tre stanze a pian terreno coll’ingresso sotto il portico, per cui si entra dalla strada della contrada di S. Bortolomio, e sono dalla parte di là attaccate alle case de’ coo. Mantica verso lev., tram. con l’andito che va sino alla scatta grande, il pianterreno che va sotto detta scalla, la piccola corticella annessa, la stanza in capo alla corticella medesima che va ad uscire, a prender lume dalla strada interna per la quale si fanno ascendere e discendere i cavalli, e le altre tre stanze in solaro sopra le tre terranee suddette ed il basso salotto diviso in due camerette sopra il portico d’ingresso e sotto la sala dell’appartamento superiore; item la seconda piana d’orto in riva della casa suddetta, che corrisponde al muro a cui appoggiava una volta la cedriera, onde abbiano un po’ di luogo apperto dove solevarsi alla coltivazione di un po’ di terra, come sono portate dal loro genio —. Dette porzioni di casa ed orto abbiano ad essere usufruttuate da dette — figlie — indivisibili vita naturale durante — e solamente alla mancanza dell’ultima superstite — abbiano le stesse porzioni di casa ed orto a pasare ne’ — coo. figli — del — conte donante —, raccomandando alle stesse — figlie — a far buona compagnia alla — co. Elena consorte —. Siccome poi la sola casa nuda non è bastante al bisogno di dette — figlie —, cosν — dona — alle stesse — li — pochi mobili che s’attrovano — nei tre mezzadini ed andito nel piccolo appartamento che esso — conte — abita di giorno —, cioè il canapè —, il — burò, lo scrittoio, li pochi tavolini e careghe e tutti li quadri e quadretti in tella rapresentanti immagini devote del Signore, di Maria Vergine e di Santi, nonché le quatro carte in soaze e vetri che rappresentano delle vedute architettoniche —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9979, XLI instr., 3025, f. 4053r — 4054v).
1801 * La casa appartiene al co. Fabio Asquini che vi abita (Nomenclatura, f. 62v).
1809 * Appartiene a Fabio Asquini, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 46v).
1815, ag. 12 * Il commissario di polizia al podestà di Udine: «Sul marciapiedi contiguo alla casa n. 1670, abitata dalla nob. fam. Asquini nel borgo S. Bortolomio, fu in oggi costruito un canale aperto, che, traversandolo e raccogliendolo per acquedotto interno l’acque del tetto, le lascia scorrere sulla pubblica strada, ove disperdonsi descendendo al pubblico giardino» (A.S.U., C.N., 180, Ornato, 5786).
1815, ag. 16 * Fabio Asquini chiede ed ottiene il permesso di rifare il portone verso il giardino (A.S.U., C.N., 180, Orn. 5876, con dis.).
1815, ag. 29 * Il commissario di polizia denuncia al podestà di Udine l’«arbitraria costruzione fatta d’una cuna di pietra sul pubblico selciato dal — co. Fabio Asquini per dar sfogo all’acque piovane ed anche immonde della sua casa» e denuncia altresν il pericolo nel quale alcuni giorni prima è incorso «un vecchio religioso forastiere, il quale ivi urtando cadde e per rialzarsi ebbe bisogno della pietosa mano del sig. Antonio Tomadini» (A.S.U., C.N., 180, 6282 Orn.).
1818 °° Vedasi n. 1669.
1826, apr. 28 * «I — possessori della casa — n. 1670, hanno divisato di adattare ad uso di bottega le stanze a pian terreno, poste a lev. del portone d’ingresso alla casa suddetta —» (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 1379 Orn. II C, con dis.).
1832, mar. 22 * Il capoquartiere riferisce di aver comunicato in questa casa l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano la sede stradale «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità», al caffettiere Angelo Cedrano e a Caterina Del Fabro, che gestisce un botteghino «di facetti di legna», e al sarto Giuseppe Del Negro (A.S.U., C.A. I, 193).
1833, magg. 30 * La deputazione d’ornato comunica alla congregazione municipale che «il marciapiedi della casa Asquini in borgo di S. Bortolomio nel punto di confine con la casa Berluzzi ha una rampa cosi ripida» da costituire serio pericolo per i passanti. Segue il 23 giugno l’intimazione per Vincenzo Asquini perché provveda alle necessarie riparazioni (A.S.U., C.A. I, 206/I, 2384 Orn. II C).
1852 * La parte marcata col n. 1670 A appartiene a Francesco Borluzzi, quella col n. 1670 B a Vincenzo Asquini (Competenze, II, f. 7v).
     
NOTE 1 Per la famiglia Pavona: BATTISTELLA, I Lombardi, 40; MONTICOLI, Cronaca, 16, 20.
  2 Vedasi n. 1666, anno 1695.
  3 Per Pietro Millotto: LIRUTI, Notizie delle vite, IV, 431; VALENTINELLI, Catalogus, 355.
  4 Per Fabio Asquini: ZANON, Lettere a Fabio Asquini, (1762-1769).