Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
1518
1758 * Pianta della casa, ad opera del pubblico perito Aurelio Manetti, con le vicinanze, eseguita-in occasione della richiesta di suolo pubblico da parte di Alessandro Rota1, che nel disegno figura proprietario dell’edificio contrassegnato con la lettera A (A.S.U., C.A., 14/37).
1798, ag. 1 ° Francesco Rota concede la casa in enfiteusi a G.B. q. Beltrame Zanussi (not. Armando Serafini)2.
1799, febbr. 1 * «— Francesco q. Sebastiano Rotta — con instrom. 26 magg. 1795 vendette a — Zuanne q. Andrea Nimis — una caseta con corticella annessa, posta sopra la riva del Giardino —, confinante con altra casetta dello stesso Nimis e con altra casa e cortivo di esso — Rotta; indi con altro instrom. primo apr. 1798, per atti del sig. Armando Seraffini, nodaro in villa di Ziracco, cesse in emphiteusim a — G.B. q. Beltrame Zampi l’altra sua casa sudetta con cortivo, verso l’annuo canone di L 100. Ora, desiderando esso Nimis di unire al — proprio acquisto anche il detto emphiteotico —, esso Rotta — vende — al preaccennato mess. Zuanne q. Andrea Nimis l’annuo predetto canone emphiteotico di L 100 —» (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, Istr. 1796-1806, 281, f. 352r — 354r).
1801   Francesco Rota (Nomenclatura, f. 56v).
  * «Affittuale Maria Tosa ed altri» (ibid.).
1809 * La casa appartiene al mugnaio Pietro Zanussi, che vi abita, e all’agrimensore Osvaldo Colomba, che ha affittato la sua parte allo «scapinante» Giuseppe Toso e al domestico Antonio Zanussio (Registro delli aloggi, f. 42v).
1812, magg. 31 * In seguito ad atto oppignorativo del 18 febbr. 1812, asta di una «cucina a pian terreno dal corpo della casa posta sulla piazza del Giardino publico al n. 1518 con ingresso verso la piazza —». Debitrice risulta Caterina Zanussa del fu G.B. per L 17,36 per imposta prediale sui caseggiati per il 1811 (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto).
1813, sett. 26   «— Francesco del fu Allessandro Rotta —, direttario della casa in questo pubblico Giardino, situata nella parte del Giardino — denominata riva del Giardino, consistente in una stanza a pian terreno, in una camera sopra e grannaro, con cortivo e muro di chiusura, coscritta — al c.n. 1518, che è il numero medesimo di altra casa confinante, e con cui era questa incorporata, confina a lev. colli eredi del deffunto Giovanni Nimis, mezz. colli eredi del fu sig. Feliciano Agricola parte e parte col sig. Osvaldo Colomba, mediante la detta casetta con cui questa era incorporata, pon. parte colla casetta stessa e parte col detto Giardino, ed a tram. parte con strada pubblica e parte con detti Nimis —, detto — Rotta — cede — pel — prezzo di —L 300 — detta casa —» ad Antonio del fu Michele Butli (A.S.U., N. , Luigi Bertoldi, 10361, 1413).
1818, febbr. 26   Antonio del Butli la vende per L 600 a Vincenzo Tunizzo (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10599, 2244).
1820, mar. 8 * Vincenzo Tonizzo chiede di alzare un muro di tre piedi vicino alla sua casa n. 1518. Nella concessione gli viene suggerito di migliorare il coperto sul portone d’ingresso (A.S.U., C.A. I, 35/V).
1852 * Proprietà degli eredi del fu Osvaldo Colomba (Competenze, II, f. 3v).
1855, mar. 1 * Caterina Sburlini «nella sua casa sita nel pubblico Giardino, avente il — n. 1518, dopo compiuto il fabbricato, scoperse nella terraciuola della stessa che l’asfalto di cui è coperta porta significante daneggiamento alla casa —; impetra — la concessione di poterle fare il coperto di coppi —». Segue il nulla osta dell’autorità comunale (A.S.U., C.A. II, 66/1855, 1272 Orn. II C, con dis.).
     
NOTE 1 Per Francesco Rota: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 144; di CAPORIACCO, Storia dei periti, 87-88.
  2 Nel fondo notarile dell’A.S.U., non esistono atti di Armando Serafini, o Seraffini, come cita il documento, qui riportato, del 1 febbr. 1799.