Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
1517
1644, genn. 21 * «Ser Carlo f. di ser Pietro Mis, callegaro di questa città, e d. Silvia sua moglie, f. del q. ser Benedetto Comin —, permuttano a mess. Pietr’Antonio Navarra1 muraro qui in Udine —, un pezzo di cortivo con quattro morari ala riva del Giardino, termina con la casetta di detti giugali Missii dai monti, da lev. col Giardino e da pon. col cortivo di — mess. Pietr’Antonio, per esso acquistato con certa casetta vicina dalli nob. sigg. G.B. e fratelli q. — Floriano Antonini, qual portione hora cessa debba, a differenza del cortivo che si risservano li — Mis, separarsi con una linea retta, c’habbi principio in capo la stanza o parte di casa ch’essi qui sotto ricevono in cambio verso il Navarra, e vadi a finire al muro scoperto di detti ser Carlo e moglie congionto al muro dell’horto del nob. Fabritio Zucco, tanto però dicosta dal detto muro, quanto basti a lasciar l’ingresso ad un carro di fieno in capo — detto cortivo dalla parte del Giardino, dove possa suo piacere detto ser Carlo tirrar una porta per serrarsi dentro. Perché detto mess. Pietr’Antonio — cede — a detto ser Carlo e d. Silvia — quella particella del suo cortivo che verrà separata nel tirar la linea ed il sito d’una stanza in appresso la loro presente habitatione di larghezza della medesima è di capacità per l’altro verso di passa doi et mezo in circa, cioè fin al confino della nappa, che si ritrovava in detto sito d’una stanza prima che fosse demolita e nel qual sito — mess. Pietr’Antonio s’obliga per tutto luglio prossimo tirrar su il muro dalle tre parti rovinate dell’altezza medesima e grossezza, che è la casetta di detti giugali Mis e ricoprirli di coppi con tavole sotto, facendovi un sollaro senza pianellare, cosi che resti una stanza da basso et una di sopra, questa con una fenestra verso il Giardino, e da basso con la nappa da fuogo, tromba e camino, che superi di tre piedi il coperto, una porta sopra la strada e due fenestre, una dalla parte della strada, l’altra del cortivo, con la conditione che mess. Pietr’Antonio possa a sua voglia chiuder cosν di stangacci o d’altro, come di muro, la parte di cortivo qui sopra cessagli, e, chiudendo di muro, possa mess. Carlo dala sua parte nel proprio cortivo tirrar una stanza sola di tre passa per longhezza appogiata al muro divisorio, ma solo di piedi otto d’altezza, il che però non pregiudichi al Navarra rispetto alla proprietà del muro, ch’esso fabricarà ad ogni suo beneplacito. Contentando egli che mess. Carlo e la moglie possano haver il frutto non solo di quest’anno de’ quattro morari essistenti nella portione di cortivo permutata, ma anco l’anno prossimo 1645 le foglie delli cinque o ver sei morari che son sopra il sito proprio del detto Navarra, per esso acquistato dalli sigg. Antonini, quando non dia fornita di tutto punto coi muri però stuccati solamente senza incartare le dette doi stanze per tutto luglio prossimo; ma se anco per tutto aprile non saran fornite, possa ser Carlo haver le foglie delli quattro morari essistenti nel cortivo per lui qui sopra cesso —» (A.S.U., N., Bernardino Orgnani, 7321, X instr., f. 14r — 15r).
1644, lugl. 28 * «Era occorsa qualche difficoltà circa l’effetto del contratto che si celebrò nelli 21 genn. dell’anno corrente per mano di me notaio fra mess. Pietr’Antonio Navarra, muraro in questa città, da una, e mess. Carlo Mis calligaro e d. Silvia Comina sua consorte dall’altra, seben poi queste parti, con l’occasione del nuovo convenuto, di che si farà qui appresso la nota publica, son aggiustate insieme per il laudo d’esso contratto in ogni sua parte —. Hora — si dechiarano d’esser in aggiunta dello stesso devenuti a tal conventione, cioè che mess. Pietr’Antonio nel coprir la casetta, che di presente egli fabrica in conformità dell’instrom. 21 genn. pass., debba levar via il coperto della stanza ivi vicina d’essi giugali Mis fin all’altro tempiaro, demolire quello di mezo fin all’altezza del sollaro della casetta nuova e da questa continuare detto sollaro con un ordine medesimo ben tratturado e congionto, cosν che capisca tanto la stanza da basso, c’hora è dricciata dal Navarra per essecutione del suddetto accordo, come pure l’altra — delli Mis ivi immediatamente annessa —». Segue una descrizione dettagliata. Il documento precisa anche che le «doi casette» sono «poste ala riva del Giardino» (A.S.U., N., Bernardino Orgnani, 7321, X instr., f. 87r — 88v).
1758, mar. 30   Pianta delle case di parte dell’isolato, nella quale si vede, contrassegnata con la lettera C, la proprietà Nimis. Il disegno è opera del pubblico perito Aurelio Manetti (A.S.U., C.A., 14/I, n. 37 , con dis.).
1782, genn. 18   «— Paolo, Leonardo, Antonio, Giovanni e Giacomo fratelli Nimis possessori di una casa con corticella —, situata — sopra la riva del Giardino, desiderando quella dividere, l’hanno fatta stimare col mezzo del pubbl. per. Antonio Di Martino, come dall’operazione 16 dic. scaduto — e comecché porzione della casa stessa, cioè una stanza o camera sotto li coppi, è sopra una stanza terrena di ragione dello spett. — Alessandro Rota di questa città, è stata cessa da piϊ anni a goder a detto — Rota — per d 40 — cosν volendo — essi — fratelli dividere l’altra rimasta casa fra di loro coll’imputar per sua parte al detto Paolo la stanza cessa come sopra, che fu anco stimata dal detto perito — colla rimanente case e corticella — L 1144 s 6 p 8 alla quale aggiunti li d 40 — fa la summa di L 1398 s 6 p 8, qual summa divisa in 5 tocca per parte L 268 s 9 p 4, sicché detto — Paolo — viene d’aver di meno L 24 s 7 p 6, delle quali deve essere dai fratelli risarcito — con L 6 s 1 p 6 per cadauno. Desiderando pure detti quattro fratelli — vender la corticella d’essa casa, quale è rimasta in comune fra essi — e mettà del muro che guarda al mezzodν sopra la corticella col permetter anco l’otturazione della porta che passa nella corticella e delle due finestre, una della camera, altra del granaro, onde resti al compratore in libertà, — hanno ricercato lo stesso — Alessandro Rota — che possede la caseta acquistata ad gaudendum dal detto Paolo ed ora passata in — dominio d’esso — Rota colla carta privata 14 corr. —. Li citati — Leonardo, Antonio, Giovanni e Giacomo — hanno venduto — al detto Rota — la mentovata corticella colla promiscuità e metà del muro, colla facoltà di far la otturazione delle porte e finestre, e ciò per il capitale — di L 130 s 11 —» (A.S.U., N., Carlo Muzzenini, 9643, Plico 1782; alleg. stima del 16 dic. 1781, ad opera del pubblico perito Antonio Di Martino).
1795, magg. 26   Francesco Rota la vende a Zuanne q. Andrea Nimis per d 240 (A.S.U., N., Girolamo Cosattini, 10391, 82, f. 113r — 114r).
1801   Giovanni Nimis (Nomenclatura, f. 56v).
  * Affittuale G.B. Bilerio, oste (ibid.).
1809 * Appartiene al fruttivendolo Giovanni Nimis che vi abita (Registro delli aloggi, f. 42v).
1833, mar. 1   Caterina Tomada, «avendo acquistato un pezzo di fondo sull’angolo fra ponente e tramontana del cortivo della casa 1517, — all’estremità verso levante della riva Lirutti —, ha divisato di erigersi sopra una casetta per propria abitazione —». Inoltra pertanto la domanda col progetto, che viene approvato (A.S.U., C.A. I, 206/1833/I, 785 Orn. II C, con dis.).
1852 * Proprietà di Catterina Nimis. Il n. 1517 A appartiene a Catterina Tomada Colussi. Il n. 1517 B appartiene a Vincenzo Tonisso (Competenze, II, f. 3v).
     
NOTE 1 Per il Navarra vedasi n. 1595. La moglie è l’ostessa del ponte di borgo d’Isola. Vedasi n. 1421.