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Dal 1588 fino alla soppressione napoleonica la casa appartiene alla fraterna dei Calzolai. Nel Catastico Gallafà del 1764 sono riportati i fondamenti del diritto di proprietà: «L’anno 1588, 12 apr., Giorgio di Loch caligaro con suo testamento istituí erede la v. fraterna, lasciando usufruttuaria Lucia sua moglie vita natura durante —. L’anno 1601 morí Lucia moglie del predetto testatore». Sono quindi indicati gli inquilini: il cappellaio G.B. Tavano fino al 1614; da questo momento in poi la locazione appare sdoppiata; a Domenico Rizzo e al cappellaio Gioseffo Del Von; nel 1696 le due case sono concesse a livello francabile a Nicolò Di Vit, previa stima del pubbl. per. Giovanni Francesco Dell’Oglio; nel 1735, scomparso il Di Vit, la fraterna riprende possesso delle case, che vengono di nuovo affittate (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 459, Catastico Gallafà, f. 116v — 118r). |
1782, nov. 24 |
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Registrazione delle reconfinazioni operate per la fraterna dei Calzolai il 15 nov. 1781: «Una casa posta in borgo di Prachiuso, come nel libro Galafà c. 116t, paga d’affitto semplice il sig. Antonio Tutigi di contadi L 80; confina a sol levado strada publica va in Treppo, a mezodí li sigg. Veneri, a sol a monte questo pio loco ed alle monti strada pubblica» (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 434, f. 92v). |
1794 |
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Inquilino risulta Antonio del fu Mattia Dutigh (A.S.U., Arch. Confraternita dei Calzolai, 459, Catastico Gallafà, f. 118r). |
1801 |
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Fraterna «de’ Calzolari» (Nomenclatura, f. 55v). |
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Affittuale G.B. Fagini (ibid.). |
1809 |
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È del demanio (Registro delli aloggi, f. 41v). |
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Vi abita l’oste G.B. Fagini (ibid.). |
1810, febbr. 1 |
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Descrizione della casa fatta per conto di Antonio Basina che la vuole affittare ai coniugi Italo e Caterina Deganis: «una fabrica ad uso di osteria — situata nel borgo Prachiuso col c.n. 1485 — con fondi e corte, consistente in una fabrica sopra il borgo, con stanza appresso, camera sopra e granaro sotto i coppi; altra fabbrica piú bassa, consistente in camere n. 3, cucina e stanza a pian terreno, sottoportico d’ingresso e stalla con fenile sopra —» (B.C.U., pubbl. per. G. Clocchiati, vacch. 239, f. 20v — 25r). |
1811, dic. 16 |
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Il demanio vende ad Antonio di Michele Basina la casa ad uso osteria al n. 1485 già della fraterna dei Calzolai (not. Antonio Lorio). |
1812 |
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Osteria “Al bue d’oro” (Esercenti). |
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Gestione di Antonio Del Zotto (ibid.). |
1832, mar. 22 |
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Il capoquartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al «casolino» Antonio Gabaglio l’avviso n. 1050, relativo ai venditori che ingombrano le strade «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1849, febbr. 11 |
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Nell’elenco dei pistrinai e venditori di pane e farina, compilato dal capo del primo quartiere, al n. 1485 è segnalato Antonio Gabaglio (A.S.U., C.A. I, 465, 135). |
1876 |
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Nella parte marcata 1485 A sono ospitate la rivendita di privative di Angela Della Vecchia e la bottega del calzolaio Pietro Visentini; nella parte numerata 1485 B ha recapito la levatrice Caterina Sburlini Passamonti (COSMI-AVOGADRO, 89, 98, 111). |