1689, nov. 20 |
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«Stato e grado della casa che il nob. — Francesco Brugno — cede — alle — Tertiarie della Beatissima Vergine dei Sette Dolori —, posta nel borgo di Prachiuso della città di Udine, al tempiaro della qual casa, sopra il borgo a lev. appoggia la — parochial chiesa di S. Valentino, et all’altro a pon. appoggia la nuova fabrica del — monasterio — delle sudette — Tertiarie, tolto e ricevuto li giorni passati da me Simon Rizzo, publico perito et agrimensore di questa città e patria d’ordine di detto sig. Brugno —» (A.S.U., C.R.S., 818/3, Libro d’instromenti delle reverende signore Terciarie de l’ordine de’ Servi B.V.M. Septem Dolorum, f. 32v — 38v , con schizzo in pianta al f. 38v). |
1690, mar. 10 |
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«— Essendo il nob. — Francesco Brugno q. — G.B. di questa città, in ordine alle — istanze — del — monasterio — delle — Tertiarie della Beata Vergine dei Sette Dolori di questa città, condescesso a secondare le loro brame — e beneficarle con la cessione — di sua casa, con due ordini di fabrica, due corti, horto et sito o campo incolto, situata fra il — loro monasterio e la — chiesa di S. Valentino nel borgo di Prachiuso —, esso nob. — Francesco — vende — alle sudette rr. madri la predetta casa — descritta coi suoi confini — nell’operatione Rizza, 20 nov. p.p. —. E ciò — fa — perché — esse madri — accettanti — la casa stessa —, mediante la quale conseguiranno l’uso — della — chiesa di San Valentino, per udir, dentro dei loro muri, la santa messa e supplir alle altre parti delli loro santi officii, divotioni et orationi s’obbligano — di far — celebrar giornalmente e in perpetuo — una messa in detta chiesa —» (A.S.U., C.R.S., 818/3, Libro d’instromenti delle reverende signore Terciarie de l’ordine de’ Servi B.V.M. Septem Dolorum, f. 20r — 32r). |
1704 |
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Monastero delle Terziarie della B. Vergine dei Sette Dolori o di San Valentino (SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 12). |
1733, dic. 3 |
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«Essendosi compiaciute le rr. mm. del rev. monastero delli Sette Dolori —, con forma arbitraria e auttorevole, in occasione della erezione della loro divisata nova chiesa, occupare sito e siti publici, tanto verso la contrada, quale divide le case vechie bora demolite dal publico Quartiere, quanto verso il borgo di Pracchiuso — ingombrando la strada —, quali siti devono restare liberi non meno per l’uso e transito che per togliere qualunque deformità di prospetto —, ciò stante ricercati di opportuno e necessario provvedimento, ad instanza dell’ill.mi sigg. deputati — alle — suddette rr. mm. nec non alli loro operarli, — in pena di duc. 100 e di proceder criminalmente debbano desistere da qualsiasi novità e inoltre alla vista — del presente — ordine — haver fatte demolire — le suddette fabriche divisate —» (B.C.U., ms. M. III, f. 34r). |
1734, febbr. 8 |
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Circa la fabbrica della nuova chiesa del monastero dei Sette Dolori, si delibera che «lo sporto della faciata di detta chiesa lungo la principal strada di detto borgo, il quale — in larghezza è di circa piedi quattro, sia demolito e ridotto a sole onze dieciotto a misura di questa città; che — il cantone di detta fabbrica sulla pubblica calisella osia androna che separa il Quartiere dal monastero, — sia demolito e ridotto in figura ottusa osia semicircolare vulgo “a valanghino” giusta la pianta approvata, sicché sia demolito il muro lungo la pubblica strada del — borgo — piedi otto e lungo la detta pubblica androna piedi cinque» (B.C.U., ms. M. III, f. 52r — 52v). |
1742, apr. 7 |
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Si concede al monastero dei Sette Dolori di piantare paracarri avanti la loro casa (Acta, LXXX, p. 207v — 208r, con dis. di Filippo Capodagli). |
1749, ag. 28 |
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«— Fu — letto il — memoriale delle rr. mm. terziarie dei Sette Dolori, indi proposta la seguente parte, la quale fu accompagnata con eloquente discorso dell’ill.mo di Montegnacco, uno dell’ill.mi — deputati e poi ballottata restò presa con tutti i voti eccettuati sette. Appertosi al monastero delle Terziarie Serve di Maria Addolorata il caso di ottenere dalla parochial chiesa di S. Valentino piccola porzion di fondi, col di cui mezo dilatare verso le — mura il piano d’esso monastero, ristretto alle altre parti da pubbliche strade e dalla chiesa suddetta, — implorano quelle religiose qualche porzione del terreno di pubblica ragione contermine al fondi acquistato. Visitata dal magistrato nostro quella situazione e fatti li convenienti riflessi al numero delle religiose, alla ristrettezza del monistero e agli esempi di generosa beneficenza da questo conseglio diffusa a favore degl’altri monisteri, unanimi e concordi poniamo parte che, admessa dall’autorità di questo conseglio la supplica di dette rr.mm. Terziarie, le sia concesso il sito contiguo al fondi — nella sola quantità però di passa trecento e vintidue, onde possano chiuderlo con muri per la divisata estensione del loro orto, a condizione però che la muraglia, da errigersi verso le — mura, lasciar debba in continuazione la strada della larghezza di cui è in presente dietro l’orto del monistero e con obbligazione alle antedette rr. mm. di contribuire annualmente alla chiesa di S. Giovanni Battista in piazza Contarena un candellotto di cera bianca di libbra una» (Annales, CXII, f. 151r — 151v). |
1753, mar. 29 |
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Si concede al convento dei Sette Dolori «un tratto di terra verso le — mura per ampliare il loro monastero, il quale giace al ponente dell’orto» di Vincenzo Del Zan (A.S.U., C.A., 14/27). |
[s.d.] |
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Convento dei Sette Dolori (B.C.U., A.C.A., ms. D.XXII, c.19r). |
1758, mar. 30 |
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Vedasi pianta di Alessandro Rota, dove sono visibili le proprietà confinanti verso oriente (A.S.U., C.A., 14/36). |
1765, giu. 21 |
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G.B. q. Giacomo Cicogna retrovende a Tomaso e fratelli Zorutti il pezzo di terra detto “drio casa” e pezzo d’orto anesso stato escorporato dal v. monastero de’ Sette Dolori — pervenuto in detto — Cicogna — (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, II istr., 208, f. 173r — 173v). |
1801 |
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Convento delle Servite (Nomenclatura, f. 54v). |
1806, lugl. 28 |
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Decreto di soppressione del convento di S. Valentino: le monache passano al convento di S. Maria di S. Daniele (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia. Parte II dal 1 maggio al 31 agosto 1806, 817). |
1807, nov. 21 |
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Asta senza esito di «casa in borgo di Prachiuso — senza numero civico di provenienza del monastero di S. Valentino, condotta da Giuseppe Coluzzi —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, Asta, n. XX della serie). |
1807, nov. 21 |
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Asta senza esito di «casa inborgo di Prachiuso — senza numero civico di provenienza del monastero di S. Valentino, condotta da Giuseppe Coluzzi —» (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10431, Asta, n. XX della serie). |
1809 |
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Appartiene al demanio. Vi abitano il calzolaio Giuseppe Colussi e il muratore Leonardo Bisutti (Registro delli aloggi, f. 40v). |
1809, ott. 23 |
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Stima dei locali della caserma di S. Valentino ad opera del pubbl. per. G. Clocchiati, il quale fa riferimento al grado rilevato con Iognoli il 22 marzo 1809 (B.C.U., ms. vacch. 235, pubbl. per. G. Clocchiati, f. 24v — 28v). |
1809 |
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«Il fu consiglio maggiore della città con atto 1749, 28 ag., nel t. CXII degli Annali a c. 151 ha concesso alle monache, denominate serve di S. Maria Addolorata, ed anche di S. Valentino nel borgo di Pracchiuso, una porzione di terreno, onde lo chiudessero, come lo hanno chiuso, nel recinto del loro monastero, verso l’annuo canone perpetuo di un candelotto di cera bianca, considerato — del valore di L 1,02 d’Italia. Questo canone si pagò dalle monache fino all’anno 1805 inclusive. Per la loro concentrazione, restò avocato quel monastero con tutti i suoi fondi aderenti, compreso quello di cui trattasi, al r. demanio, verso il quale per conseguire il canone — di L 1,02 — dall’epoca 1806 in avanti, non si fece ancora dalla comune alcun passo» (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808, n. 26). |
1810, febbr. 7 |
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«Stato e grado delli orti di provenienza del monastero di S. Valentino sito in borgo di Prachiuso — erano tenuti a semplice affitto da Francesco e fratello Del Zan con locazione 12 marzo 1809». Gli orti sono due dei quali uno dotato anche di pozzo. Sono cinti da muro (B.C.U., ms. vacch. pubbl. per G. Clocchiati, f. 24v — 27v) |
1810, apr. 25 |
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Soppressione del convento ai sensi del decreto napoleonico n. 77 (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia. Parte prima dal primo gennaio al 30 giugno 1810, Milano 1810, 264-267). |
1811 |
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Caserma di S. Valentino (PERUSINI, Pianta). |
1811, mar. 11 |
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Il direttore del demanio e diritti uniti del dipartimento di Passariano al podestà di Udine: «Devoluta a questa municipalità la sorveglianza dei locali demaniali ceduti ad uso di caserma e nella circostanza di poter alienare, mediante il suo atterramento, a profitto della cassa d’ammortizzazione la torre aderente alla chiesa e locale di S. Valentino in questa comune, mi formo il dovere di prevenirLa, sig. podestà, di tale apertura e prima di dar corso agli atti relativi di vendita prego la di lei compiacenza a riferirmi se per avventura ella avesse qualche appoggiata eccezione contro la vendita medesima —» (A.S.U., C.N., 79/ XXV. Demanio, 1085). |
1811, mar. 28 |
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«Sono pervenute in assoluto possesso del r. demanio numero tre — case: la prima senza numero civico, situata nel borgo di Prachiuso, parochia di S. Valentino di provenienza di quell’avocato monastero della B. Vergine Addolorata, affittata a Leonardo Besutti per una locazione di anni tre —, già ultimata col — 18 — genn. 1803 — e poscia protratta ad anno per l’annua corrisposta d’it. lire sessantatré, milesimi quattrocento sessanta; la seconda situata nel sudetto borgo numerata col — n. 1715 — di provenienza della soppressa fraterna de’ calzolai di detta comune affittata ad Anna ed Ellena Drettigh per l’annua corresponsione d’it. L — 76,752; e la terza situata nel — borgo di S. Valentino, senza marca, di proprietà del predetto avocato monastero, affittata con scrittura 17 — sett. 1804 — a Giuseppe Coluzzi per un triennio ultimato col giorno — 15 nov. 1807 — verso l’annua corrisponsione d’it. L — 124,207 —. Il direttor demaniale — vende — al sig. Pietro del fu Giuseppe Tomadoni — due case senza numero situate nel — borgo di Prachiuso ossia di S. Valentino di provenienza di quel soppresso monastero —; l’altra casa — n. 1715 — il — direttor dipartimentale — vende — al — sig. Giuseppe di Antonio Zanetti —» (A.S.U., C.N., 79/XXV. Demanio). |
1811, magg. 2 |
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Il direttore del demanio e diritti uniti del dipartimento di Passariano al podestà di Udine: «Viene a questa demanial direzione richiesto in vendita il pezzo di terreno di campi 2 1/2 circa che serviva già ad uso d’ortaglie dell’aderente monastero di S. Valentino in questo comune, ridotto ad uso militare caserma. Comunque questo terreno, benché attiguo al detto locale, non formi però attualmente parte del medesimo e sia stato anzi dallo stesso separato con opportuni serramenti, essendo anco affittato per interesse del demanio, nientemeno trattandosi di caserma, che si ritiene coi fondi aderente in consegna di questa municipalità, prima di dar corso alle pratiche di metodo per la proposta alienazione, io trovo conferente e regolare di prevenirla, sig. podestà, di un tale progetto, ond’Ella, presolo in esame, si compiaccia poi il piú presto possibile di dichiararmi se, come ritengo, nulla osti per sua parte alla libera disposizione in vendita del fondo suindicato —». Risposta del podestà al direttore demaniale l’ 11 maggio successivo: «Qualora non venghi portato pregiudizio di sorte alla caserma di S. Valentino ed al relativo suo uso, nulla osta —» (A.S.U., C.N., 79/XXV. Demanio, 1964). |
1824, nov. 6 |
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Nell’elenco dei pozzi del primo quartiere viene segnalato quello scoperto esistente «nella caserma detta di S. Valentino» (A.S.U., C.A. I, 88/IX). |
1827, dic. 1 |
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Francesco Del Zan, capo del primo quartiere, denuncia: «Ieri sera per vetustà crolò un trato di muro di circa passi 12 di chiusura de l’orto — et monastero di S. Valentino, verso le mura urbane, nonché minaccia altro crolo del medesimo muro —» (A.S.U., C.A. I, 135/XV). |
1838 |
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Ospedale militare (Mappa censuaria). |
1848, apr. 6 |
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«— Il — cittadino1 Francesco d’Altan, faciente per la commissione d’alienazione de’ beni erariali —, vende — al — Giovanni Marpillero — il fondo ortale dell’estensione di campi 1/4.86, ossiano pertiche censuarie tre, centesimi 867 —, denominato orto piccolo, attiguo alla caserma militare di S. Valentino — borgo Pracchiuso, appartenente alla r. cassa d’ammortizzazione e proveniente dal soppresso monastero di S. Valentino. — Il prezzo di tal compra — vendita consiste in austr. — L 1600 —» (A.S.U., N., G.B. Valentinis, III, 1350). |
1852 |
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Caserma militare (Competenze, II, f. 2v). |
1883 |
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Nella parte censita 1455 B, caffè di M. Del Moro Urbancis (AVOGADRO, 139). |
1938 |
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Ospedale militare. |
1943 |
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Ospedale militare tedesco. |
1945, magg. 1 |
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Ospedale militare angloamericano. |
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NOTE |
1 |
Si tratta del primo rogito del notaio dopo l’insurrezione. |
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STUDI INEDITI |
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FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 166v — 169v. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BONORIS, Santa Maria delle Grazie, 84;DELL’OSTE, S. Valentino, 23-24; DE PIERO, Antiche parrocchie, 78; DE RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19; della PORTA, Toponomastica, 153-154, 212. |
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ICONOGRAFIA |
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GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della dita, n. 16; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 11; MURERO, Udine metropoli, n. 21; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 12. |