1801 |
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Gottardo Venerio e nipoti (Nomenclatura, f. 54v). |
1809 |
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Appartiene a Girolamo e fratello Venerio. Vi abita l’industriante Marzia Modotti (Registro delli aloggi, f. 40v). |
1832, mar. 22 |
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In un elenco di persone, alle quali il capoquartiere Domenico Di Giusto riferisce di aver comunicato l’avviso municipale n. 1050, diretto ai venditori che ingombrano le strade «con merci di fruti ed oggetti riguardanti la salubrità», al n. 1447 è citato il «casolino» Bortolo Modotto (A.S.U., C.A. I, 193). |
1845, apr. 14 |
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Progetto della facciata della casa di ricovero a firma dell’ing. Antonio Lavagnolo (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 3616 Orn. II C, con diss.). |
1846, magg. 11 |
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«Convenuti nel giorno 11 maggio 1846 nella cancelleria del commando militare, l’i.r. intendenza delle caserme, facendo per l’erario militare —, e la congregazione municipale — di Udine dall’altra parte, rapporto alla chiusura da farsi della contradella per l’ospitai militare, la caserma S. Valentino piccolo ed il fondo per cui si costruisce la casa di ricovero pei poveri —, la congregazione municipale di Udine cede in assoluta proprietà dell’erario militare la porzione della contradella fra la caserma S. Valentino piccolo e l’ospitai militare S. Valentino grande, segnato nel — tipo in data Udine, li 17 lugl. 1845, dal punto b fino al punto g di — pertiche 0.30, assumendosi il comune la spesa per l’erezione del muro di chiusura in g, colla condizione che la chiusura in b sia assunta dall’erario militare. Onde potere il comune utilizzare il rimanente della contradella a vantaggio della casa di ricovero, demolindo il muro corrispondente da g sino ad f, assume la spesa di chiudere il portone in d e quella di aprire uno simile nel punto e addattandovi le attuale imposte, e l’erezione del muro di chiusura in f —» (A.S.U., C.A. I, 406/XXVI). |
1846, magg. 27 |
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G.B. Locatelli, ingegnere municipale interinale, dichiara di prestarsi per la direzione tecnica dei lavori per la casa di ricovero (A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 3616 Orn. II C, con diss.; A.S.U., C.A. I, 422/1847/IV, 3616 Orn. II C, con diss.). |
1846, magg. 30 |
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«La congregazione municipale chiede parere sulla facciata proposta per la casa di ricovero nel fondo Venerio in borgo Pracchiuso». La risposta della deputazione d’ornato, firmata da Vicardo di Colloredo, S. Sabbatini e G.B. Bassi: «In mancanza del prospetto dello stato attuale e della pianta della chiesa, che dovrano essere presentati onde poter dare il voto sulla convenienza della proposta facciata, la scrivente fece un esame locale ed esaminò del pari presso l’ingegnere municipale l’intiero progetto. Una facciata divisa in otto parti fra loro discordanti, non sembra gran fatto corrispondere all’unità ed al carattere dell’edificio. Sarebbe desiderabile che fosse tolta la improvvida divisione, e dato un aspetto semplice ad uno, ed almeno che le parti corrispondessero meglio fra di loro ed all’insieme. Ma l’avvanzamento dei lavori nell’interno toglie la possibilità di raggiungere questo scopo; ed è forza limitarsi a quelle modificazione che vengono segnate in linee rosse, le quali per dichiarazione dell’ingegnere municipale non possono nuocer ai lavori interni già fatti e da farsi. Duole che i disegni non siensi presentati prima dell’incominciamento dei lavori interni, perché la scrivente avrebbe proposta una maggiore semplificazione e forse si sarebbe permessa qualche osservazione tendente a semplificare e migliorare la interna distribuzione, migliorando anche la condizione economica. Che, se non fosse dimostrata la necessità di costruire la chiesa colla facciata sulla pubblica strada, potrebbesi modificare l’intero prospetto, rendendolo più semplice e più adattato al carattere e alla destinazione del pio istituto. Pare veramente che in generale una casa di ricovero, se abbisogna di una chiesa per proprio uso privato, non abbia la necessità che le debba anche appartenere al pubblico culto. Tanto meno ci sembra il bisogno nel caso presente, in quanto che la popolazione circostante all’istituto è quasi a contatto colla chiesa parrocchiale della B.V. delle Grazie, ed ha in vicinanza anche l’oratorio di S. Valentino. Se queste considerazioni saranno giudicate non affatto destituite di ragione, la scrivente propone il prospetto A, in cui vengono conservate le altezze e gl’ingressi del presentato disegno e conservata ogni opera interna già costruita, evitando però le inopportune sporgenze e rientramenti sulla linea fronteggiante la strada. Così sarebbe colta una maggior economia anche sul conto della chiesa, perché se essa non avrà una pubblica facciata e non sarà destinata per pubblico uso, dovrà certamente costruirsi di minore capacità e con più semplice decorazione. D’altronde una cappella interna si presta più comodamente agli usi dei ricoverati» (A.S.U., C.A. I, 406/II, 3616, con dis.). |
1846, giu. 16 |
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«Condotta a vicino termine la fabbrica della casa di ricovero e cominciando la commissione a disporre per l’allestimento della stessa al fine di aprirla nel corrente anno, prega il sottoscritto voglia la congregazione municipale invitare il benemerito sig. Antonio Venerio a versare a mani di mons. Pisolini, cassiere della commissione, le L 6000 da esso generosamente offerte al comune e destinati all’ammobigliamento della casa stessa, il che più volte si offri effettuare. Il vicepresidente Antonio Caimo Dragoni» (A.S.U., C.A. I, 407/II 1846. Offerta Antonio Venerio per acquisto mobili per la Casa di ricovero. Alla congregazione municipale n. 38). |
1847, febbr. 12 |
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La deputazione d’ornato «gode che siasi giudicato meritevole di approvazione il prospetto A — » (A.S.U., C.A. I, 422, 817 Orn. II C). |
1847 |
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Viene inaugurata la Casa di ricovero, che comprende i n. 1447, 1448, 1450, 1451, 1452. |
1852 |
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Casa di ricovero (Competenze, II, f. 2v). |
1860, magg. 26 |
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Relazione dell’ingegnere municipale G.B. Locatelli alla congregazione municipale: «Ho esaminato sopra luogo i lavori eseguiti nella provvisoria casa di ricovero in calle dello Spagnolo e cosí quelli nell’istituto Casa ricovero in borgo Pracchiuso ceduto provvisoriamente ad uso caserma -» (A.S.U., C.A. II, 76/1860, 161). |
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BIBLIOGRAFIA |
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AVOGADRO, Guida, 134; BRAGATO, Guida, 83; CAPELLANI, Guida della beneficenza, 94-99, 198; Casa d’invalidità; CICONI, Udine, 470; Cose urbane, 328; Deliberazioni della commissione, 7; L’inaugurazione del ricovero in Udine. Lettera al co. Gherardo Freschi; PILOSIO, Il Tomadini, 27-28; PICCO, Casa di ricovero, 132-141;PICCO, Il busto di Girolamo Venerio. |