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Sull’area di questo edificio sorgevano diverse costruzioni, tra le quali probabilmente quella ricordata da un documento del sec. XVII. |
1641, febbr. 26 |
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«Essendo che già anni quattro in circa il sig. Seccante Seccante1, pittore in questa città, si sia partito nascostamente con tutta la famiglia et andato ad habitare fuori di questo serenissimo stato, lasciando la casa della sua habitazione in abbandono, ch’è rimasa dall’hora in qua inhabitata, e che sopra questa casa la v. fraternità di S. Maria di Battudi di Cividale e li nobili Carlo Pace e Giovanni Michele Formentario siano creditori degl’infrascritti capitali, livellari e di buona summa di prò corsi, né essendo alcuna speranza di poter conseguire da detto sig. Seccante la sodisfattione e ritrovandosi la detta casa parte disfatta et il rimanente in manifesto pericolo di rovinare, com’è notorio; quindi è che per provedere ognuno d’essi a la loro indennità et ala conservatione dei propri capitali, acciò con la rovina della casa non si perdano tutti in un tempo, Lonardo q. Lucca Pontone, notaro collegiato di questa città, facendo in nome procuratorio di detta fratterna di S. Maria de’ Battudi e li detti Carlo e Giovanni Michele , anco in nome del nob. Henrico d’Attimis, suo cognato , livellano a m. Pietr’Antonio Navarra, muraro in questa città , la predetta casa angolare, posta appresso et attaccata al ponte che separa il borgo di Gemona dalla contrada d’Isola verso il mollino, qual era habitata dal sig. Seccante sudetto profugo; confina dala parte davanti con la detta contrada d’Isola, da quella di dietro con l’horto delli nobili Cesare e Prosdocimo fratelli Sbroiavacca, di sopra con la casa degl’heredi Longhi e dala parte di sotto, verso il borgo di Gemona et mollino, con la roia ; e ciò per l’annua pensione di ducati dicisette » (A.S.U., N., Bernardino Orgnani, 7321, VII instr., f. 26r — 28r). |
1650, ag. 25 |
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«Ser Gregorio Covit di Povoletto, ser Zuanne Simonuti di Salt, a nome suo et di Simon suo fratello, ser Giacomo Simonutto di Povoletto, ser Zuan di Bertholo Sebastianutto, ser Gregorio suo fratello etiam di Povoletto con ser Francesco Del Degan si chiamano veri debitori a d. Sabbata, rel. q. ser Pietro Antonio Navarra, hosta nel borgo d’Isola sopra il ponte, di L 834 s 8 per tanti danari imprestatili per far estraher scritture, consulti et altri loro affari come di altre robbe d’hosteria et portati seco dove andavano a lavorare » (A.S.U., Arch. Follini, 9, Processo tra Navara di Udine et li Simonuti di Salto, f. 1r). |
1722, genn. 31 |
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Pietro q. G.B. Cecchini vende a Francesco Folini porzione della casa in borgo d’Isola: «il mezado a lui toccato in sorte (del quale è già in possesso il Folini)» e una cucina e un camerino «a lui toccati parimenti» nelle divisioni di famiglia (A.S.U., N., Sebastiano Colombina, 7927, XVII instr., f. 50v — 51v). |
1727, febbr. 6 |
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« G.B. Cechino del q. Giulio di questa città nel testamento 15 ag. 1718 in note di me nodaro legò alla sign. Lugretia sua figliola la sua dote di ducati mille, da esser estratta nella sua facoltà in tanti beni ad elletione di detta Lugretia, quale anco per minor incomodo de’ suoi fratelli ha accordato di ricever della sua dote nella casa in questa città. Cosν essa Lugreta è convenuta di fare la cessione della stessa al sig. Vincenzo figlio del sig. Francesco Follino, quale ne ha acquistato altra parte dalli fratelli. Quindi è che Lugretia vende al sig. Vicenzo la sopradetta portione di casa a lei escorporata nella divisione et questa per l’istesso prezzo rissultante da dette divisioni che è di d 759 L 6» (A.S.U., N., G.B. Fabrizio, 8137, Istr. 1724-1729, f. 138r — 140r). |
1747 |
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Pianta dell’edificio dell’orsoglio (A.S.V., Provveditori sopra beni inculti, disegni Treviso-Friuli, Rot. 467, mazzo 49, dis. 8). |
1749, ag. 14 |
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«Gli ill.mi provveditori sopra li beni inculti concedono sive investono Vincenzo Folini, eredi e successori suoi delle facoltà di continuare nell’edificio da orsoglio alla bolognese, che possede nel borgo di Gemona nella città d’Udine, sopra l’acqua della roia, che scorre per la detta città in quantità di quadrati due nella forma e modo in tutto e per tutto giusto alla sua suplica presentata nel detto ecc. magistrato sotto li 25 febbr. 1746 » (A.S.U., C.A. I, 88/XIII). |
1758, magg. 7-9 |
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Il linaiolo Domenico Dosso acquista «la porzione avanzata dell’edificio delle pubbliche fontane del Mollino fu Mantica» (A.S.U., C.A., 14/39). |
1758, dic. 6 |
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« Domenico Dosso renuncia alli sig. G.B. e Giuseppe fratelli q. Vicenzo Follini l’edifficio di molino, sito e fondi al medesimo molino pertinente, come pure le attioni e ragioni, ius e privileggi che esso Domenico aquistò da questa magn. città coll’instrom. enfiteotico del dν 9 maggio p.p. di mano dello sp. sig. G.B. Pavona notaio . Et questo fa esso sig. Dosso non tanto a rissolutione delle disparità insorte tra esse parti per occasione dell’erezione di nuova fabricha fatta da esso Dosso sopra fondi appartenenti al predetto di lui aquisto, ma ancora perché l’antecitato sig. G.B., suo et fratris nomine , assume in sé l’obligo di corrispondere in cadaun anno l’affitto enfiteotico alla predetta magn. città, quale era tenuto corrispondere esso Dosso dal precitato instrom. 9 magg. principiato l’anno passato . In grazia poi della presente cessione il sig. G.B. promette render rescritto Dosso d’ogni spesa da esso fatta per occasione della nuova fabricha anessa al molino da esso principiata ad errigere, come pure di tutti li materiali inservienti alla nuova fabricha, giusto la nota giurata che dal Dosso sarà consegnata al Follini. Promise inoltre l’antedetto sig. G.B. di continuar a tutte sue spese l’errezione d’un mangano a metodo del dissegno e regola che le sarà soministrato dal Dosso, al che promette personalmente sovraintendere, in quanto poi al alzamento della fabricha che deve esser prosseguita appertura di fenestra nella parte riguardante la casa di detti sigg. Follini et alla disposizione dell’aqua che inservirà per uso del mangano, promette esso Dosso dipendere dal volere d’essi Follini. Compiuto e perfecionato che sarà il mangano, s’obligano essi Follini cedere lo stesso in affittanza al Dosso per anni venti da principiarsi il giorno che sarà ridotto al lavoro, obligandosi il sig. Domenico corrispondere ad essi Follini d’annuo affitto il quatro per cento rispetto al capitale che essi impiegaranno nella fabricha di detto edificio » (A.S.U., N., G.B. Stella, 9142, I istr., f. 99v — 100v). |
1759, mar. 27 |
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«Gli ill.mi provveditori sopra li beni inculti concedono alli sigg. G.B. e Giuseppe fratelli Folini2 q. Vincenzo di poter comutare l’uso di due rode da mulini del corpo di rode quattro esistenti all’uso stesso nella città d’Udine nel borgo di Gemona sopra l’acqua della pubblica roia, una in uso di mangano e l’altra per uso d’un edificio da orsoglio alla bolognese in tutto e per tutto giusto alla loro suplica » (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, copia del doc. dell’officio dei beni inculti). |
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°° |
«Fabbricato per la macchina delle fontane, del mulino, del mangano e dell’orsoglio» (A.S.V., Provveditori sopra beni inculti, disegni Treviso-Friuli, Rot. 467, mazzo 49, dis. 9). |
1793, nov. 23 |
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Dichiarazione del pubbl. per. Colimprain: «Sulle ricerche del sig. G.B. q. Vincenzo Folini mi sono conferito io sottoscritto pubbl. per. sopra luoco dell’infrascritta casa di sua raggione posta nel borgo d’Isola e da esso concessa in affitto semplice alli nobb. sigg. Ignazio e Teresa iug. Bruneleschi con locazione del dν 4 corr. ad oggetto di prendere lo stato e grado della medema. Dichiarando che il granaro di questa casa e cosi pure li mezadi in pian terreno a pon. del sotto-portico e del cortivo non vengono compresi nel presente grado perché con detta locazione sono stati risservati per conto ed in dominio del sig. Folini locatore: una casa di muri, coperta di coppi, posta nel borgo d’Isola, escluso il granaro sotto i coppi e le stanze e mezadi in pian terreno, con cortivo e stalla e stanza a tram., confina a lev. casa del march. Obbizi, a mezz. il borgo d’Isola, a pon. e tram. casa dominicale del sig. G.B. Folini » (A.S.U., Arch. Follini, 8, tomo AAA, fase. inserito fra le pagine). |
1795, giu. 5 |
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«Colla presente privata scrittura di locazione G.B. Folini q. Vicenzo loca una di lui casa posta in borgo d’Isola e situata presso la casa dominicale di detto lottatore, cioè il primo e secondo piano, cortivo, stala ed altra stanza e quella annessa, rimanendovi in dominio e proprietà del loccatore il granaro e le stanze tutte che s’attrovano a pian tereno, al molto rev. don Pasqualino Cicogna q. Giacomo e ciò verso l’annuo affitto di d 80 » (A.S.U., Arch. Follini, 8, tomo AAA, foglio volante inserito fra le pagine). |
1801 |
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G.B. Follini (Nomenclatura, f. 53v). |
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Affittuale Pietro Tilati (ibid.). |
[1807] |
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Relazione di Giovanni Rioli in ottemperanza all’ordinamento municipale del 12 giugno 1807: «Al n. 1421 in borgo di Giemona, manghino con un corente abbinata; il sig. Pietro Tilatti come affituale; il detto manghino è del sig. Vicenzo Folini» (A.S.U., C.N., 1/2, Relazioni degli usceri. La notizia è confermata da ms. A.S.U., C.N., 1/2, n. 283, Quadro degli aventi edifizi sulle pubbliche roie). |
1808 |
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«N.6. Fabbrica di muro copperta di coppi con edifizio di mangano, situata in questa comune e borgo al c. n. 1421, tenuta ad affitto dal sig. Pietro Tillati, confina a lev. alveo della roia, oltre il luogo dominicale, a pon. borgo di Gemona ed a tram. fabbrica di questa comune» (A.S.U., Arch. Follini, 5, Asse... 1808, p. 76-85; descrizione del mangano p. 82-85). |
1821, dic. 30 |
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Casa d’affitto con edifizio di mangano in borgo di Gemona. Proprietaria Luigia Maria q. G.B. Follini L 3523,86» (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, Prospetto compensi ai proprietari dei locali da abbattersi e da tagliarsi, ed all’imprenditore pei lavori di riduzione in casi occorrenti, n. 6). |
1836, sett. 10 |
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Circa il progetto di rettifica della roggia che scorre davanti all’edificio, il presidente del consorzio roiale all’i.r. consigliere di governo e r. delegato di Udine si oppone alla costruzione di un muretto lungo la roggia nel tratto della proprietà Follini. Il motivo è dovuto al fatto che «chiuso il braccio di canale dal maestro dell’opificio Folini fino al ponte vicino e ripiegato il muro sul ponte stesso, tiensi ad impedire ogni accesso alla roggia. Ed in questo caso, quando dal gelo rappresa l’acqua ostruirà tutta la luce del ponte, come si potrà liberarla? Quando dopo un forte diaccio il scilocco fa in lastre il diaccio stesso, e queste lastre si arrestano nelle doccie delle ruote del setificio, elevando superiormente l’acqua fino a farla tracimare dal muretto di sponda, chi si troverà che voglia azzardare la propria vita per mettersi in acqua e raggiungere quella situazione? » (A.S.U., C.A. I, 252/VIII , con dis.). |
1852 |
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Edificio demolito (Competenze, II, f. 1v). |
1883 |
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Officina del fabbro Antonio Grossi3 (AVOGADRO, 144). |
1938 |
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Caserma dei carabinieri. |
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NOTE |
1 |
Sul pittore Secante Secanti: BIASUTTI, Note d’archivio, 30; JOPPI, Contributo quarto, 36; di MANIAGO, Storia, 106; MARCHETTI, Gemona, 73; de RENALDIS, Della pittura, 25; RIZZI, Contributo alla pittura minore, 11-18. Vedasi inoltre A. BRUNETTI, La famiglia dei pittori Secante (Tesi di laurea discussa presso la facoltà di Magistero dell’Università degli Studi di Trieste, Anno Accademico 1972-1973, 60-87). |
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2 |
Per G.B. Follini: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 243. |
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3 |
Un omonimo tornitore è segnalato nel 1876 al n. 1396. Sullo stabilimento del Grassi: FALCIONI, Industrie udinesi, 308; PICCO, Antonio Grassi. |
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BIBLIOGRAFIA |
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Archivum... Catastico, I, 331,361; BRAGATO, Guida, 166; DAMIANI, Arte... Il Liberty, 90; Per la fedelissima città d’Udine, 63-64, 80, 84, 88; PICCO, Cosa era via Gemona, 273; della PORTA, Toponomastica, 98. |