1712, dic. 15 |
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«Gl’ill.mi — deputati della città —, esercitando l’autorità impartita al loro magistrato dall’ill.ma convocazione con decreto di questo giorno, per far rifonder la seconda campana della chiesa del duomo spezzatasi il mese passato, hanno stabilito con l’hon. ser Francesco Franco q. Bernardino e con l’hon. ser Bernardino Franco suo nipote q. Pietro1, facendo per nome loro ed anco dell’hon. ser Girolamo altro loro nipote e fratello respective —, che detti Franchi siano obbligati a rifonder la campana stessa a tutte loro spese con ogni studio e diligenza, acciò riesca di buon suono e di aggiustata proporzione e sia del medesimo peso della spezzatasi; che siano — obbligati a far levare la campana rotta dal campanile e condur alle loro case e cosí pure ricondur la nuova campana alla chiesa e riponerla inzocata sul campanile nel proprio posto a tutte loro spese e rischio; che li medesimi campanai non possano né gettare in pezzi la campana vecchia, né poner il metallo della medesima né quello che dovrà aggiungersi nella fornace a liquefare senza la presenza ed assistenza dell’ill.mi sigg. deputati o di chi parerà ad essi destinarvi; che il metallo che occorrerà d’aggionger a quello della campana rotta per il calo che vi succede sia composto di stagno di Fiandra, del Rastello e di rame d’Agort, il tutto di perfetta qualità —; che siano obbligati li — campanai a scolpir la seguente iscrizione: FREQUENTES SACRE PIETATIS ICTVS PREGERANT SOLVTA PIETATIS PROVIDENTIA INSTAVRAVIT/ANNO MDCCXII/DEPVTATI CIVITATIS» (B.C.U., MS. D. XII Duomo, f. 211r — 212r). |
1779, ott. 29 |
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«Francesco e Bernardino q. Pietro Franco cedono in permuta a Michele q. Valentino Basso una di loro casa posta nel borgo di Gemona —, tenuta presentemente ad affitto da — Francesco Sasso; confina a lev. e tram. stradella che conduce alle muraglie della città, mezz. con case furono di ragione del q. — Vicenzo Vicario ed a pon. la roia sopra il borgo, e questo per il prezzo fissato con l’estimo dal — perito Manetti —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866 , I instr., 28, f. 124r — 125r). |
1779, ott. 29 |
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Michele Bassi vende la stessa casa a Francesco e Bernardino Franchi, per d 328 (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, I instr., 76, f. 125r — 125v). |
1792 |
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La casa è gravata da un livello a favore del convento di S. Francesco di dentro: «Li sigg. Francesco e fratello q. Pietro Franchi, fonditori di campane, pagano di livello perpetuo sopra la casa da loro abitata nel borgo di Gemona sulla roia, invece di formento st 1, lb 30. Questa corresponsione deve portar il peso di un annuale anniversario per Lonardello q. Oscalco d’Invidiacco abitante in Udine». Le notizie precedenti non appaiono molto chiare. Il catastico cita un documento del 1406 che dovrebbe trovarsi «nel vol. II delle pergamene — al n. 26» (A.S.U., C.R.S., 696, Cattastico 1792, p. 40-42). |
1798 |
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Registrazione del livello a favore del convento di S. Francesco di dentro: «Il sig. Francesco q. Pietro Franchi campanaro in borgo di Gemona paga di livello perpetuo sopra fondi della sua fornace, in vigor di permuta 20 maggio 1443, in loco di formento st 1, contadi L 6 s 6». L’ultima annotazione del versamento è annotata per il 1804 (A.S.U., C.R.S., 696, Rotolo Mangano, p. 20-21). |
1801 |
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Francesco Franchi, fabbricante di campane. Abitazione e fonderia (Nomenclatura, f. 53v). |
1809 |
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Appartiene al fonditore Francesco Franchi, che la occupa (Registro delli aloggi, f. 39v). |
1814, genn. 31 |
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La liquidazione del debito di Francesco Franchi verso Giuseppe Broili importa la valutazione degli immobili di proprietà Franchi, tra i quali: «porticale a mezz., cortivo ed ingresso verso lev., tutto unito confina a lev. strada pubblica tende attorno le mura, mezz. casa d’educazione di S. Chiara, pon. la fabbrica ad uso di fonderia di campane di detto — Franchi, ed a tram. parte fabbriche di detto — Broili e parte — Giacomo Candotti, — coscritte sotto il c.n. 1415 —» (A.S.U., C.A. I, 843/V, 13946 fasc.). |
1815, febbr. 7 |
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Francesco del fu Pietro Franchi cede fabbriche con fondi, sotto il n. 1419, a Giuseppe del fu Vincenzo Broili, per la somma di it. L 1442,6 (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10444, 424). |
1815, apr. 13 |
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«— Francesco Franchi — cede — al sig. Pietro Franchi di lui nipote — il locale a pian terreno ch’ebbe in addietro ad inserire ad uso di fonderia, sita nell’interno della casa fu di ragione del sudetto — cedente — al c.n. 1419, confina a lev. strada — tende atomo le mura, mezz. casa di educazione di S. Chiara, pon. questa ragione, ed a tram. sig. Broili, e con entro tre fornaci ed officina ad uso della detta fondaria — pel prezzo — di it. L 1000 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10444, 494). |
1815, giu. 14 |
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È di Giuseppe Broili (A.S.U., C.N., 180/1815/III, 4256 Orn. XIX, con dis., firmato dal per. Francesco Pascoli). |
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Il proprietario chiede «di inalzare una porzione di casa di sua ragione — al c.n. 1419 — e ridurla come la ora esistente principiata». In data 30 apr. il Broili domanda anche il permesso di costruire un muro di mattoni a levante, lungo il confine col convento di S. Chiara. Segue una vertenza, con sospensione dei lavori (ibid.). |
1821, dic. 30 |
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La fonderia e la piazzetta antistante lungo la roggia risultano incluse nel progetto di rettifica della strada; i lavori relativi sono valutati rispettivamente L 2103,41 e L 569,34 (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, n. 6, Prospetto compensi ai proprietari dei locali da abbattersi e da tagliarsi ed all’imprenditore pei lavori di riduzione in casi occorrenti). |
1852 |
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È di Santa Broili (Competenze, II, f. 1v). |
1856, genn. 28 |
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Sebastiano Broili chiede il permesso «di ampliare un vano di finestra nel prospetto della casa — posta in borgo Gemona al c. n. 1419 —». La commissione d’ornato, rilasciando il nulla osta e dando le raccomandazioni sul decoro dell’edificio, esprime l’opinione che sarebbe opportuno «obbligare i proprietari in generale, a stabilire ed imbiancare tutta la facciata sulla quale si fa una riforma. Ciò allo scopo di non vedere sconciamente delle rotture di muro» (A.S.U., C.A. II, 66/1856, 688 Orn. II C, con dis.). |
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Il disegno è firmato da «Odoardo Bon Capo Muratore». |
1883 |
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Fonderia di campane di G.B. De Poli e Sebastiano Broili (AVOGADRO, 145). |
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NOTE |
1 |
Dei fonditori di questa famiglia si trovano tracce che risalgono al secolo precedente, come indica una polizza del 27 giugno 1643: «A m. Francesco Franco campanaro lire ventisei s 17 per haver liquefatto lb 354 di piombo a s 12 la libra, vai L 26 s 17» (A.S.U., C.A., 93/7, f. 6r). Ancora 15 febbr. 1685: «Per l’ hon. ser Gioseffo Franco, campanaro, securtà fin di d 50 per ser Francesco Ugoni, pistor alle Beccarie» (A.S.U., N., Francesco Carminati, 7968, f. v.); il 25 apr. 1691: «Gaspare Franco, campanaro, piezo constituitosi fin l’anno 1688 a 25 di dicembre per G.B. Coiuto, pistore in borgo di Gemona» (A.S.U., N., Francesco Carminati, 7968, f.v.). Sull’attività dei fondatori vedansi: BERGAMINI-GOI, Il duomo di Maniago, 153; BERGAMINI-GOI, Testimonianze artistiche, 339; FALCIONI, Industrie udinesi, 305, 343: PICCO, L’arte della scultura in legno, 250, 251; PICCO, Ricordi, 106. In via Gemona esiste in ogni modo un’antica tradizione di fonditori, detti comunemente calderai, e di artigiani del ramo specialisti in campane. In una casa di questo borgo il 13 ott. 1412 il notaio Giovanni del fu Tommaso roga un atto per l’occupazione ufficiale dell’edificio acquistato da Leonardo di Vipulzano, definito “de calderarie” (A.S.U., vacch. istr. 1413, f. 55r). Il notaio Roberto da Latisana il 17 apr. 1490 ricorda Antonia, vedova di Domenico calderaio, la quale si associa al calderaio milanese Alessandro e fonde una campana di cinquecento libbre per Orsaria (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, vacch. istr. 1490-1491, f. 4v). A ciò si aggiunga la testimonianza raccolta da Battistella su Luigi Bissone (Udine nel secolo XVI, 245). |