1606, magg. 5 |
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« D. Bernardinus q. Andreæ de Attimis Goritiensis, nomine suo et Hermani eius fratris , vendidit d. Leonardo Agricolæ notario Utinensi, ementi et stipulanti pro se et d. Vincentio fratre suo , rectam et integram dimidiam unius molendini cum quinque molis per eundem venditorem et fratrem pro indiviso possessi cum filiabus q. d. Sigismundi Cergnei et ad eos spectantis ex hæreditate q. d. Accursiæ eorum matris, filiæ olim d. Bernardini Savorgnani a Vexillo; quod quidem molendinum situm est hic Utini in burgo Glemonæ super rugia illac labente, iuxta a parte superiori molendinum pii hospitalis S. Mariæ a Misericordia de Utino, a parte inferiori molendinum nob. d. Celsi Trenti1 et fratris, civium Venetiarum et iuxta *** » (A.S.U., N., Vittorio Mattioli, 6744, Instr. XX, f. 26r — 27v). |
1744, sett. 13 |
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« Pietro Andrea Mattioli , Francesco Mantica , co. Francesco Beretta e co. Ettore Bartolini, deputati della città , intesa la scrittura di supplicazione presentata da ser Gioseffo Del Bianco, monaro in borgo dì Gemona , hanno concesso al medesimo il pezzo di sito espreso in essa sua scrittura e delineato in pianta , onde il medesimo monaro possa continuar ad alzare il muro che serve di riva alla roia ed estenderlo dal suo mulino lungo la detta roia per passa quattro non compresa la grossezza del muro in capo del sito medesimo, e piantar altro simile verso la strada del borgo a retta linea del muro verso la strada del suo molino per passa quattro lungo la riva della stessa roia in confine dei cannoni dell’acquedotto pubblico, che somministra l’acqua ai pozzi pubblici dei borghi superiori, in maniera però che non possa esso acquedotto ricever mai alcuno minimo pregiudizio ; con obbligo al detto monaro di corrisponder in pubblico a mano dell’esattor pubblico delle pernici, pernici para due all’anno . E perché il monaro in essa sua scrittura si ha obbligato custodire la chiave del cassone per serrarlo ed aprirlo, secondo l’opportunità, onde l’acqua della roia che s’introduce nell’acquedotto pubblico per i pozzi dei borghi superiori scorra sempre depurata per la maggior conservazione dell’acqua stessa nei pozzi e nella cisterna maggiore della contrada di S. Lucia, hanno le signorie loro ill.me assegnato al monaro le suddette para due pernici all’anno sin che da lui e successori saranno pontualmente eseguite le pubbliche incombenze » (Acta, LXXXI f. 187r-189v; il disegno, redatto dal pubbl. per. Valentino Ceschia, detto Ceschiutti, è in A.S.U., C.A., 14/I, n. 16 , con dis.). |
1746, sett. 28 |
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«Gli ill.mi provveditori sopra li beni inculti, udita la istanza fatta dall’ecc. Lodovico Rosa, interveniente e per nome delli sigg. Francesco di Pers, di Gioseppe e fratelli Del Bianco q. Zuanne, e co. P olissena di Cergneu, consorte del sig. Francesco d’Attimis , domandante la confermazione dell’antichissimo possesso di una posta da molino con rodde cinque, posta nel borgo di Gemona , sopra l’acqua della roia, cadauno per la quantità a loro spettante, cioè al co. Francesco di Pers per la mittà, l’altra mittà per due terzi a Giuseppe Del Bianco q. Zuanne e per l’altro terzo alla co. Polissena Cergneu d’Attimis , l’investitura feudale dell’anno 1587, 3 ag., con la quale il n.h. Carlo Cornelio, luogotenente d’Udine, investe il nob. Sigismondo Cergneu d’una posta di molino esistente nella città d’Udine nel borgo di Gemona con obbligo di corrisponder una lira e meza di pevere annualmente alla curia; item la stima fatta da Tiburzio Noivero, publico stimatore et agrimensore della città d’Udine, del molino di ragione Cergneu, nella quale si vede nell’anno 1606 stimanti lei cinque rode de l’edificio , registrate dette stime nelli atti di Vittorio Mattioli nodaro ; item l’investitura censuale dell’anno 1650, 26 apr., ottenuta dal sig. Francesco di Pers, dal luogotenente d’Udine, della mettà del molino , per la quale paga di feudo pevere onze nove, tratte tutte dette investiture da Nicolò Forni e dalle autentiche copie di G.B. Stella; item altra investitura dell’anno 1631, 6 magg. dell’altra metta del molino , concessa alla sign. Margherita, figliola del sig. G.B. Pers, rellita del q. Sigismondo Cergneu ; item altra investitura dell’anno 1742, 9 ag., fatta da Gioseffo q. Zuane Bianco e figlioli, con la quale espose haver acquistati li giorni passati al pubblico incanto la posta parte d’un molino censuale posto in borgo di Gemona, come pure sotto li 6 ag., del dette molino in virtù de’ suoi titoli e rappresentanze che perciò di dette due seste parti resta investito. Tratta dalli libri delle investiture feudali censuali del detto Forni nodaro ai fondi d’Udine e da consimile da detto G.B. Stella nod. pubi. di detta città con legalità del regimento di dν 13 ag.». |
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°° |
Disegno del «Molino di cinque rode» (A.S.V., Provveditori sopra beni inculti, disegni Treviso-Friuli, Rot. 475, mazzo 54.B, dis. 10). |
1766 |
°° |
Disegno dell’«Edeficio da molino di rode cinque» (A.S.V., Provveditori sopra beni inculti, disegni Treviso-Friuli, Rot. 436, mazzo 27.B, dis. 1). |
1767, magg. 29 |
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Richiesta dei proprietari del mulino per ottenere l’uso dell’acqua (A.S.V., Provveditori sopra beni inculti, disegni Treviso-Friuli, Rot. 404, mazzo 4.B, dis. 5, dei per. Stefano Codroipo e Pietro Antonio Mantoan). |
1801 |
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Rosano Basandella, mugnaio (Nomenclatura, f. 52v). |
1802, giu. 21 |
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« Angelo q. Francesco Giupponi e Francesca di lui sorella, moglie del q. Domenico Dossi hanno venduto alli sigg. Agostino q. Martino Rasat e Nicolò q. G.B. Spangher, ambi oriundi della villa d’Ampezzo , abitanti da più anni in questa città , le case tutte descritte nell’opperazione 16 corr. fatta eseguire col mezzo delli pubbl. per. Osvaldo Colomba e Vincenzo Moro , con porzione di fondi ad uso di cortile, a tram. , il cortivo a mezz. giusto i legni posti per confine e promiscuità pur di cortivo, muro sulla roia, porton d’ingresso e ponte sulla roia , per la summa di d 1338 s 1 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, 181, f. 201r — 202v). |
1802, giu. 21 |
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«Angelo q. Francesco Giupponi e Francesca di lui sorella, moglie del q. Domenico Dossi hanno venduto a Rosano q. Francesco Basaldella, abitante in questa città , le case composte da due stanze terranee a facciata del molino, una cioè a lev. ad uso di edificio per un corrente, con solari sopra e pochi fondi a lev. ad uso di corticella, per quanto capiscono a retta linea de’ muri tanto della prima che della seconda stanza, e ciò a facciata della stanza a tramontana con porzione e promiscuità di fondi del cortivo, muro chiusivo sulla roia, porta d’ingresso e ponte pur sulla roia di ragione delli Giupponi, situato nel recinto di borgo di Gemona, il tutto descritto nell’opperazione 16 corr. fatta seguire col mezzo delli pubbl. per. Osvaldo Colomba e Vincenzo Moro , compreso anco in essa stima l’importar dell’edificio di un corrente e ius dell’investitura, importante il tutto a norma della stima d 1148 L 4 s 9 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10433, 182, f. 202v — 203v). |
1803, febbr. 10 |
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« Isidoro e Tomaso fratelli q. Giuseppe Del Bianco hanno renunziato a Antonio q. Nicola Del Bianco nipote ex fratre l’azione d’essi fratelli riservata coll’atto volontario 26 febbr. 1774 di poter recuperare la loro porzione di molino e fabbriche esistenti nel borgo di Gemona , dirimpetto al luogo dominicale del co. Giuseppe Garzolini , stato da essi fratelli, unitamente al q. Nicola padre ed al q. Zuane pur Del Bianco fratelli cesso con riserva di recupera alli coo. Federico e fratelli Attimis » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10291, IV instr., 420, f. 494r — 494v). |
[1807] |
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Dalla relazione di Giovanni Rioli, in esecuzione dell’invito del 12 giugno 1807: «Al n. 1405 in detto borgo, molino avendo corenti numero sei; nel detto molino abbita Antonio Del Bianco ed avendo il detto molino a nivello francabile del sig. Giovanni Rioli di questa comune» (A.S.U., C.A., 1/2). |
1809 |
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Antonio Del Bianco (Registro delli aloggi, f. 39v). |
1809 |
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Circa la concessione al Del Bianco: «Si considerò nell’atto di lasciare il godimento di questo canone allo stesso mugnaio Del Bianco, finché avesse adempiuto l’assunto impegno di custodire in modo il vicino cassone somministrante l’acqua ai pozzi dei borghi superiori, che non potesse partecipare dei torbidi della roia, donde si trae, come accade o quando si gonfia il torrente Torre, da cui parte la roia medesima, o quando vi entrano in essa le acque piovane. Ora il proprietario del detto molino, come pure del fondo è il sig. Alessandro Attimis, domiciliato nel villaggio di Ramuscello, dipartimento del Tagliamento, che, non sostenendo l’impegno assunto dal Del Bianco, ha pagato e paga anche attualmente l’annuo canone perpetuo di L 6 s 14 d’Italia » (A.S.U., C.A. I, 1/Attività e passività 1808. Elenco per le iscrizioni, n. 27). |
1809 |
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«La fu deputazione della città con istr. 1758, 31 marzo nel t. CXVI degli Annali a c. 103 ha concesso con titolo enfiteotico al q. Domenico Dosso di Udine una porzione di molino con fondi aderenti nel borgo di Gemona, verso l’annuo canone di L 158,62. L’ipoteca ricade sopra tutti i beni in generale di detto Dosso, ed in specie non solo sul molino e fondi surriferiti, ma anche sopra la di lui casa di abitazione nella contrada di Pellizzarie in Udine. Per instrom. 1758, 6 dec. negli atti del q. G.B. Stella notaro in Udine è stato cesso il tutto dal q. Domenico Dosso, senza l’assenso della comune al q. G.B. Folini di Udine col medesimo carico di L 158,62. Lo pagano attualmente alla comune Vincenzo, Maria Luigia, Lucia e Francesco figli dello stesso q. G.B. Folini» (A.S.U., C.A. I, l/Attività e passività 1808. Elenco per le iscrizioni, n. 17). |
1809, sett. 2 |
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Antonio del fu Nicola Del Bianco vende a Giovanni Rioli «un molino composto da cinque correnti, con fabbriche, sentatto nel borgo di Giemona al c.n. 1405; confina verso lev. la roia ed altre fabbriche e fondi di Rosano Basaldella, a mezz. e pon. il borgo di Giemona, ed a tram. l’arzene della roia; importante esso molino compreso il movibile e fermo tanto al di dentro che al di fuori e compreso anco le fabbriche tutte adderenti al detto molino e cosν anco il ius dell’acqua della roia che gira li correnti e la senta d’esso molino, giusto la stima fatta dalle parti seguire col mezzo delli pubbl. per. Pietro Borghi q. G.B. e Giovanni Picco figlio del vivente Antonio » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 39, con stima del mulino). |
1821, dic. 20 |
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«Mulino in borgo di Gemona al c.n. 1405. Proprietario Giovanni q. Sebastiano Rioli di Udine. L 10226,88» (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, n. 6, Prospetto compensi ai proprietari de’ locali da abbattersi e da tagliarsi ed all’imprenditore pei lavori di riduzione in esso occorrenti). |
1852 |
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I n. 1405 e 1405 A appartengono a Francesco Basaldella (Competenze, II, f. 1v). |
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NOTE |
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A questo mulino di Trento accenna anche un atto del 20 ag. 1631: «Cum sit quod annis elapsis Evander Trentus locaverit Vincentio q. Ambrosii molendinarii de Morteiano unum molendinum positum in burgo Glemonæ », i Trento chiedono la soluzione dei crediti (A.S.U., N., Antonio Mattioli, 7149, VIII instr., f. 80r — 80v). |
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BIBLIOGRAFIA |
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PICCO, Cosa era via Gemona. |