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Dall’esistenza di due partite diverse (A, B) di livelli a favore della fabbrica del duomo si rileva che in origine vi erano due case diverse poi riunite in una. |
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A) |
1407-1418 |
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«Post anchonam eundo ad rugam Odorici notarii de Carnea usque ad crucem, Thomadus q. Iacobi Durliuti et Daniel eius nepos q. Mici de Montegnacco solvunt super una domo murata et tegulis cohoperta sita in burgo Glemonæ iuxta Leonardum Zoranum de Adegliaco et viam publicam et quamdam andronam, olei libras duas» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 47r). |
1419 |
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«Machor q. Thomadi q. Jacobi Durliutti et Daniel q. Mici ambo de Montegnacco » (ibid.). |
1463 |
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«Simon Rodaro de Luinà in logo di Tomadus e Machor » (B.C.U., ms. F. XXV, f. 48r). |
1511 |
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«M. Antonio Barbiero in loco del fabro di Tricesimo, in loco di Beltrame molinaro e in loco di Iacomo Condus di Luinà, come herede di Simon Rodaro paga sopra le case forino di Macor di Montegnà oio lb 2» (ibid.). |
1519 |
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«Zuan Donado della Porta drapiero in Mercà novo paga» (ibid.). |
1525-1551 |
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Zanin, ditto Zancho, battilana, in logo di ser Zuandonado della Porta paga Beltramina Zanca sua moglier (B.C.U., ms. F. XXV, f. 48r - 48v). |
1564 |
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«Eredi di Zuan, ditto Zanco . Paga mess. Tiberio Deciano dottor1, patron di ditta casa in borgo delle Cavalle» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 48v). |
1569, apr. 1 |
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Dalla divisione dei beni di Gerolamo Caimo: «Una casa nova in borgo di S. Iustina appresso l’ecc. mess. Tiberio Deciano, val d 180» (A.S.U., Arch. Caimo, 9/Assegno della porzione). |
1643 |
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«La casa è posta nel borgo di S. Giustina, possessa per l’ecc. Giovanni Francesco e fratelli Deciani, confina a sol levado coi sigg. Zucchi mediante un’androna senza uscita, a mezo dν borgo di S. Giustina, a sol a monte con li Ferui di Felletto mediante una casa tenuta per Vido cavallaro ed ai monti sig. Pietro Agricola, mediante una casa tenuta per Maddalena cadovrina» (B.C.U., ms. F. XXV, f. 47r). |
1656 |
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Eredi di Tiberio Deciani (B.C.U., ms. F. XXV, f. 48v). |
1684 |
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Ortensia e fratelli Deciani (A.S.U., C.A., 89/20, n. 45). |
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B) |
1529 |
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«M. Cecho Schiavo, che fu di Zuan grande Schiavo, in logo di ser Antonio de Arigonibus, ditto Calderaro, fo de Spilimbergo, e in logo de Baldas fauro e in logo deli heredi di Nicolò di Vat e di dona Catharina madre che fo di Arnoldo Calligaro e in logo de ser Zuan Donaldo de la Porta de’ dar per livello una casa posta in ditto borgo2 a l’incontro de l’androna verso la porta de la terra formento staro mezo, la qual casa ser Zuan Donado ditto la vendette a ser Antonio ditto de l’anno 1516 vel circa per man de ser Zuan Scuterini nodaro e da poi ser Antonio ditto l’à venduta a ditto maistro Creso, come apar per man de ser Ancilotto de Spilimbergo adν 19 fevraro 1521 formento q 1 » (B.C.U., ms. C. XLVII, f. 64r - 64v). |
1569, apr. 1 |
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Dalla Memoria di Camillo Caimo una notizia indiretta: «Una casa, trova in borgo di S. Iustina appresso l’ecc. mess. Tiberio Deciano » (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Memoria di Camillo, f. 1r). |
1643, apr. 16 |
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Dalle confinazioni degli immobili gravati di livello a favore della fabbrica del duomo: «Alla partita di Gasparo q. Giuseppe Del Forno et consorti, in luogo di Cecco Schiavo del q. Zuanne Grande et di Antonio calderaro di Spilimbergo sopra una casa, che fu del q. Zuanne Donado della Porta, appar di mano del q. Zuanne Scuttarino nod. 1518, et della compra di Cecco appar di mano di Lancilotto nod. 1511, hora paga Tomaso del Forno calegaro, sta alla piazza del Vino; dissero i confinatori che la casa è posta nel borgo di Gemona, possessa per ser Tomaso Del Forno callegaro sudetto, tenuta di presente per Simone Degl’Infanti di Paderno; confina a sol levado colla strada pubblica, a mezo dν con ser Giovanni M. Bovolino, a sol a monte con ser Giovanni Gioseffo et ai monti col detto; paga L 3 s 3» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 57). |
1643, apr. 16 |
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Dalle confinazioni degli immobili gravati di livello a favore della fabbrica del duomo: «Alla partita dell’ecc. Tiberio Deciano, in luogo di Zuanne, detto Zaneo et de Beltramina sua moglie, successe al q. Zuan Donaldo della Porta, di mano di Andrea d’Adamo sopra una casa, che fu d’un muto di Martignacco, habitata per avanti da Iuri missetta, pagava già Francesco tagliapietra inquilino; hora paga Zuanne Dei Nipoti, detto il Secco, affittuale dei sigg. Deciani; dissero i confinatori che la casa è posta nel boxe di S. Giustina, possessa per Giovanni Francesco e fratelli Deciani, tenuta per Zuane Dei Nipoti ; confina a sol levado coi sigg. Zucchi mediante un’androna senza uscita, a mezodν il borgo di S. Giustina, a sol a monte con li Ferui di Felletto mediante una casa tenuta per Vido Raimondo cavalaro, et ai monti col sig. Pietro Agricola, mediante una casa tenuta per Maddalena cadovrina» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 58 - 59). |
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A un certo punto la distinzione fra i due edifici si perde. |
1743, magg. 6 |
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Confinazioni per le rendite della fabbrica del duomo: « Dissero i confinatori che la premessa è di presente parte di ragione del co. Camillo Gorgo et parte del rev. Pietro Masetti piovano di S. Giacomo in Mercà nuovo, che confina a lev. una andronna senza uscita, a mezodν la strada di S. Giustina, a sol a monte G.B. Glereani mediante casa tenuta da Leonardo Tomasino et alle monti l’antidetto rev. Masetti mediante orti » (B.C.U., ms. F. XXI, f. 30r). |
1763, magg. 6 |
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Da un elenco di partite di livelli a favore della fabbrica del duomo; è citata la casa che appartiene parte al co. Camillo Gorgo e parte al sac. Pietro Masetti « confina a lev. un androna senza uscita, a mezz. la strada di S. Giustina, a sol a monte G.B. Glereani, mediante una casa tenuta da Leonardo Tomasino, et alli monti l’antedetto rev. Masetti mediante orti » (A.S.U., C.A., 89/20 n. 45). |
1784, febbr. 24 |
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La casa del co. Camillo Gorgo è citata in una stima e nella relativa planimetria di perito anonimo. Il testo parla di «una casa di muro coperta di coppi, con fondi, altra coperta pure di coppi, cortivo ed orto, situata nella contrada detta di S. Giustina, attualmente inaffittata, confina a lev. parte orto del sig. Giacomo Masetti compratore, e parte casa di Giacomo q. Giuseppe Venturini, a mezz. la contrada di S. Giustina, a pon. casa de’ coo. Gorgo, torna la casa del coo. Gorgo , torna a lev. la detta casa Gorgo, torna a mezz. la contrada di S. Giustina , torna a pon. Allessandro Rotta ed a tram. il co. G.B. Polcenigo» (B.C.U., ms. Pubblici periti, vacch. n. 84. f. 5v; planimetria: f. 6r; inventario: f. 1v - 5r). |
1801 |
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Giacomo Masetti e figlio (Nomenclatura, f. 52v). |
1809 |
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Appartiene a Tommaso Masetti che vi abita. Nel complesso è ospitata anche Laura Tomasini «indigente» (Registro delli aloggi, f. 38v). |
1810, nov. 27 |
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Cristoforo Masetti, «avendo formato un fornello con due lambichi nella di lui casa d’abitazione in borgo di Gemona, contigua al n. 1389 di proprietà del sig. Tommaso Masetti ad uso di fabrica di acquavita, implora da codesto commissariato di pollizia che venghi ordinato a chi spetta il sopraluoco a detto fornello». L’ispettore Giuseppe Prisani esprime parere favorevole e il progetto viene pertanto approvato (A.S.U., C.A. I, 182, 1999). |
1825, dic. 16 |
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Tomaso fu Giacomo Masetti vende a Domenico q. Giovanni Lodolo e alla moglie di costui, Caterina Soiaro, per L 14515, «una casa situata in borgo de’ Cappuccini, cioè la dominicale con cortivo, orto ed area, ora tenuta in affitto dal sig. Carlo Peloi, e la unita casetta con corticella, serve per il detto Masetti, il tutto compreso sotto il c.n. 1389 ; confina tra lev. e mezz. col borgo de’ Cappuccini, tra mezz. e pon. il sig. Luigi Da Rio ed altri particolari, tra pon. e tram. col brolo del nob. Giusto Garzolini e tra tram. e lev. parte con androna senza uscita e parte con G.B. e fratello Barazzutti . Tale vendita viene fatta per il prezzo di austr. L 16666 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10310, 2067). |
1825, giu. 11 |
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Tomaso Masetti. Vedasi n. 1390. |
1826, febbr. 2 |
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Domenico Lodolo, «divenuto proprietario della casa in borgo Cappucini fu Masetti, ha divisato di destinarla ad uso di locanda. Gli occorre però di aprire una porta ed un rebatto ». Nel documento di concessione del permesso gli viene raccomandato: «Il finto bugnato sarà fatto con una tinta conveniente ad oglio per maggiore durata» e «il totale prospetto delle case sarà biancheggiato» (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 410 Orn. II C, con dis.). |
1826, giu. 12 |
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« Lodolo Catterina, di professione albergatrice, ebbe fino dal mese di aprile ad acquistare in sua proprietà la casa n. 1389, era di raggione del sig. Masetti; tenendo la suddetta casa una calle contigua ove si ritrova una porta sussistente tutt’ora con li suoi antili di pietra, ma che solo fu chiusa di un mattone, desiderando la riscorrente di riaprirla, esendogli di necessità per l’introduzione di persone, quindi si fa doverosa di presentare a questo congresso municipale affine di rilasciare il domandato permesso » (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 1837 Orn. II C). |
1831, ag. 18 |
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« Al comparente Valentino Bon per la morte del genitore Giacomo , appartiene la quarta parte del valore della casa situata nel borgo dei Cappuccini al c.n. 1389 . La qual casa confina a lev. Zaccaria Palma, a mezz. il borgo dei Cappuccini, a pon. Antonio Marsili ed a tram. famiglia Lodolo in loco Masetti Valentino Bon vende a corpo al fratello Leonardo Bon il citato carato di casa per ven. L 600 » (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10313, 2642). |
1850, mar. 10 |
° |
Giuseppe Lodolo la vende a Antonio Marchi per L 34250 (not. Giacomo Someda). |
1851, mar. 5 |
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Antonio de Marchi presenta progetto per l’innalzamento della facciata della sua casa al n. 1389 (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1851, 1353 Orn. II C, con dis. firmato da Valentino Dreussi). |
1851, giu. 21 |
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Antonio de Marchi «ha divisato di riformare la facciata della sua casa in borgo Gemona marcata col c.n. 1389 ». Segue l’autorizzazione (A.S.U., C.A. II, 65 bis/1851, 3958 Orn. II C, con dis. firmato da Valentino Dreussi). |
1852 |
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Appartiene ad Antonio de Marchi (Competenze, I, f. 37v). |
1852, magg. 8 |
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Antonio de Marchi chiede ed ottiene di rialzare una parte della casa all’altezza del resto (A.S.U., C.A. II, 66, 3255 Orn. II C, con dis.). |
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NOTE |
1 |
Per i Deciani, vedasi n. 382. |
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2 |
Gemona, come si ricava dal contesto. |
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BIBLIOGRAFIA |
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Archivum...Catastico, I, 56, 278. |