Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
1376 Convento e Chiesa di S. Giustina
1564   Fondazione del convento dei pp. Minori Cappuccini.
1584, ag. 26 * Parte toccata a Claudio Caimo nelle divisioni: «Casa in via Ongarescha o vero S. Iustina, qual fu alivellata alla magn. comunità di Udene et ha cavado d 115, qual casa hora li padri Capucini hanno fatto la sua chiesa, val in tutto d 631, con li quali denari sono sta’ compradν li infrascritti beni —» (A.S.U., Arch. Caimo, 9, Divisioni, f. 6r).
1662, genn. 25 * Affrancazione da parte dei Caimo: «Francation nostra con il sig. co. Danielle Antonino di un livello, si pagava sopra le nostre case ai Capuccini di d 150, è per mano del sig. Vicenzo Tanetti nod. in Udine sotto li 25 genaro 1662» (A.S.U., Arch. Caimo, 9, fascicolo relativo alla casa di Grazzano)
1671, sett. 11   Francesco Codroipo e Filippo Florio, avendo donato «il cortivo et orto» ai pp. Cappuccini, separato dal convento mediante una stradella, chiedono ed ottengono di trasportare la stradella sul limite occidentale dell’orto onde riunirlo al convento (Annales, LXXXV, f. 1888r — 1888v).
1749, dic. 14 * Si concede ai Cappuccini di derivare acqua nel loro convento dalla cisterna di S. Giustina (A.S.U., C.A., I/II, n. 71).
1801   Convento e chiesa dei pp. Cappuccini (Nomenclatura, f. 51v).
1809 * «Ven. convento de’ pp. Capucini» (Registro delli aloggi, f. 38v).
1810, apr. 25   Decreto di soppressione dei conventi (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia. Parte prima dal primo gennaio al 30 giugno 1810, N 1 al N 10, Milano 1810, 264-267).
1810, giu. 5 * Avviso a stampa per asta del convento fissata per il 22 giugno (A.S.U., C.N., 79/XXV demanio).
1810, giu. 6 * Avviso a stampa del direttore del demanio, il quale cita i beni dei Cappuccini tra quelli devoluti alla r. cassa d’ammortizzazione (A.S.U., C.N., 79/ XXV demanio).
1810, dic. 4 * Descrizione e stima dell’edificio ad opera di G.G. Clocchiati (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 420).
1811, apr. 13   Il demanio vende ad Antonio fu G.B. Rizzani il locale, chiesa, orti e fondi del convento dei Cappuccini per L 7793,881 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10423, 420).
  °° Pianta dei locali del convento con annessi orti, fondo e chiesa di S. Giustina (B.C.U., ms. 1310).
1814, mar. 25 * In un elenco di lavori per i quali Giuseppe Presani chiede l’autorizzazione, si precisa: «Al locale n. 1376 in contrada dei Cappucini occorre di fare un muro di chiusura cui ora è apperto, il quale viene in linea al vecchio muro facendo un portone in mezzo cui serve soltanto per intrare col carro nell’orto —». Il permesso è concesso (A.S.U., C.N., 180, 1748 Orn. 19).
1815, ott. 7 * Comunicazione del prefetto al podestà: «Poiché dalle ispezioni praticate per ordine di codesta municipalità risulta che non sia a temersi alcun danno dalla erezione di fabbrica di terraglia al n.c. 1376 intende di fare il Prisani Giuseppe, la prefettura conviene nella massima ed autorizza la municipalità a dargliene partecipazione» (A.S.U., C.N., 186, 7180, Pol. 20).
1831, nov. 6 * Bortulo Masetti chiede di «aprire una porta nel muro di cinta dell’orto dell’ex convento dei Cappuccini, lungo la calle mette alla strada circonferente la città —» (A.S.U., C.N., 182/V, 4853 Orn. II C).
1834, mar. 13. * Il «possidente e fonditore» Antonio Seraffini1 «avendo d’errigere una fondaria ad uso di fondere campane nel fondo e casa di sua ragione, il tutto sito — in contrada dei Capucini olim S. Giustina, sotto il c. n. 1376» chiede il parere della «commissione degli incendi» (A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 1031 Pol. II, con dis.; A.S.U., C.A. I, 219/1834/I, 1031 Pol. II, con dis.).
1834, mar. 25 * Verbale redatto nell’ufficio della sezione sanità e polizia comunale, presso la congregazione municipale: «— Vennero invitati — li contermini e vicini proprietari Presani — Giuseppe, Rizzani — Maddalena, rel. q. Antonio e quale tuttrice dei minori, Rizzani Carlo figlio maggiore, Tomasoni Maddalenna rel. q. Giuseppe e quale tuttrice dei minori, ed il sig. Antonio Frezza e, comparsi, venne loro fatta conoscere la domanda del Serafini —. Risposero questi nulla avere in contrario —, meno — Antonio Frezza, il quale ne dichiarò che il fumo da questa ne possa recargli danno, per cui licenziossi dalla firma». La commissione agli incendi ha concesso il nulla osta, previo l’affidamento della direzione dei lavori all’ingegnere comunale. Vengono precisati particolari tecnici per la costruzione (A.S.U., C.A. I, 219/I, con dis.).
1834, apr. 17 * In merito alle obiezioni mosse dal vicino Antonio Frezza circa l’erezione della fonderia di campane, l’ingegnere in capo delle pubbliche costruzioni afferma che «è fuori dubbio che, quantunque i boccaroni sieno discosti dalla casa dell’opponente, non venendo condotto in alto il fumo, massime quando lo stato dell’atmosfera permetta la dilatazione, un qualche lieve incomodo può recare; ma se si considera che la sussistenza di simile fondaria in borgo di Gemona, in mezzo al corpo dell’abitato non è riuscita intollerabile, convien dire che simile incomodo non sia di tale entità da poter dar luogo a impedimento». Suggerisce pertanto vari rimedi, tra i quali «per tutta la tratta che si estende la casa Frezza, innalzar il muri di cinta, che chiude il fondo, di m 1» (A.S.U., C.A. I, 219/I, 1743 Pol. II).
1834, giu. 17   Nuovo progetto presentato da Giuseppe Seraffini per la riforma della propria casa n. 1376 in borgo dei Cappuccini, prima di dar mano ai lavori già autorizzati il 21 aprile. Ne ottiene l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 219/I).
1834, lugl. 4 * Viene concesso il permesso per la costruzione della fonderia con le modifiche imposte dalle autorità competenti (A.S.U., C.A. I, 219/I, 3192 Orn. II C).
1835 * Recapito della levatrice Paolina Rizzani (A.S.U., C.A. I, 237/XII, Elenco del personale sanitario).
1835, febbr. 5 * Carlo Rizzani chiede ed ottiene di «costruire una casa per sua abbitazione in borgo S. Giustina, ossia delli ex rr. pp. Cappucini ove presentemente esiste una semplice muraglia di chiusura al fu convento delli — Cappucini sotto il n. 1376» (A.S.U., C.A. I, 236/XVI, 587 Orn. II C, con dis.).
1837, giu. 16 * La parte esterna dell’edificio verso lev. appartiene al Presani. Vedasi n. 1377.
1840, ott. 2 * Carlo Rizzani presenta progetto per «apprire n. 2 finestre ed erigere un picolo coperto in un picolo cortivo di sua ragione — borgo ex Cappuccini — n. 1376 Z». Il permesso non viene concesso (A.S.U., C.A. I, 315/VI, 6301 Orn. II C).
1847, mar. 22 * «— Maddalena Bonano ved. Rizzani — vende al di lei figlio — G.B. q. Antonio Rizzani — le case poste in — contrada degl’ex Cappucini con orto annesso, sotto il c.n. 1376, le case segnate E, F, G — che il tutto confina a lev. con fabbriche ed orto del sig. Giuseppe Prisani, mezz. cortivo promisquo con più consorti, pon. contrada detta delle Cavalle ed a tram. strada interna delle mura della città —. E ciò — fa — per lo prezzo di austr. L 5500 —» (A.S.U., N., Giovanni Giuseppe Clochiatti, 4841, 7121).
1852 * Il n. 1376 appartiene a Giuseppe Seraffini, il n. 1376 II a Carlo Rizzani, il 1376 A ,B a Maddalena Rizzani, il 1376 C,E,F,G, a G.B. Rizzani, il 1376 da H a V a Giuseppe Presani (Competenze, I, f. 37v).
1854, mar. 22 * Giuseppe Presani inoltra domanda di costruzione nella sua proprietà al n. 1376: «— Esiste un muro di chiusura — di m 40 —. In una parte — vi è un portone d’ingresso con pilastri di muro — che con l’ingresso dei carri ànno fatto crolare parte di muro di detti pilastri —. Dovendo — fare principio di fabbrica in una parte di esso muro per la lunghezza di m 14,80 con n. 5 fori, sporgente per un decimetro, e restando lateralmente un foro per parte, separando in questo modo la medietà principale dalle secondarie, per cui disporà questa deputazione d’ornato se crede di approvare, no che sia tratta una linea retta. Per ora non si può fare che la medema altezza cui esiste di un vecchio muro e le finestre dimostrate superiormente per il primo piano non sono disegnate per fare, ma solo per dimostrare la disposizione dei fori delle finestre per allorquando con altra istanza e disegno sarà dimostrata l’altezza della fabbrica —» (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 2111 Orn. II C, con dis.).
1854, giu. 17 * Giuseppe Presani, Carlo Rizzani, G.B. Rizzani Cuoghi, Anna Rizzani Cuoghi e Maria Rizzani Brunich «proprietari dei locali e fondi situati in questa città nel borgo delli ex Cappuccini, che servivanno un tempo di convento a quei rr. pp., determinarono di modificare sulla facciata di detto borgo quel portone che serve d’ingresso agli interni abitati, formando un’apertura ornata da due pillastri — la ristrettezza della sua casa d’abbitazione, il desiderio di concorrere anche nella sua specialità al proposto abelimento, fece cogliere questa occasione al sig. Carlo Rizzani e si determinò per esso di ampliare la facciata della detta sua casa guarda sul borgo e confina col lavoro a farsi, per cui ne’ — disegni viene segnata anche questa riforma». Il permesso viene accordato (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 4217 Orn. II C, con dis.).
1854, sett. 3 * Giuseppe Presani, chiede ed ottiene di «innalzare una piccola fabbrica al c.n. 1376, borgo ex Cappuccini, formante un primo piano, — che con una parte verso lev. è a contato del muro tempiaro, guarda verso pon. della casa al c.n. 1377 di raggione del sig. Luigi Brisighelli, per cui, avendo combinato col medemo per l’appogio da fare come firmato sui disegni —» (A.S.U., C.A. II, 66/1854, 6508 Orn. II C, con dis.).
1867, ag. 1 * Elenco dei libri scelti per la biblioteca comunale presso il soppresso convento dei Cappuccini di Udine (A.S.U., C.A. I, 914/II).
1871 ° È di Maria Zai Dorigo (A.M.U., Ornato 1865-1879). Vi era una fonderia.
1876 * Il complesso ospita botteghe e laboratori di vario tipo: la fabbrica di stoviglie di terra di Francesco Chiaba2 e la rivendita di liquori e commestibili diversi di Caterina Feruglio entrambe al n. 39; la fucina del fabbro ferraio Ferdinando Pantaleoni al n. 41 (1376 U); la bottega del calzolaio Giovanni Bertoni al n. 59; il laboratorio della sarta Teodora Dominutti. Vi è inoltre ospitata la sede dell’impresa dei fratelli Rizzani e vi ha recapito il sensare di merci e granaglie Antonio Dominutti (COSMI-AVOGADRO, 88, 92, 96, 99, 112, 113, 114).
1883 * Vi è ancora segnalata l’impresa dei Rizzani, oltre lo studio dell’ing. Antonio Rizzani. Caterina Paghini vi gestisce un magazzino di carbone e legna da fuoco e una rivendita di liquori e commestibili diversi (1376 V) (AVOGADRO, 140, 141, 146, 147).
     
NOTE 1 Per il fonditore di campane Giuseppe Serafini: “Il Friuli”, 2, CCLXXXVII, 18 dic. 1850, 1148; PICCO, Ricordi, 106.
  2 Sono ricordati come ceramisti in quello stesso periodo Giovanni Chiaba e Bortolo Chiaber: PICCO, Ricordi, 145, 146.
     
STUDI INEDITI   FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 133v — 135r RAIMONDI, Gioia preziosa, p. 15-17.
     
BIBLIOGRAFIA   Archivum... Catastico, I, 325; BALDISSERA, Chiesa cattolica, 93; BATTISTELLA, Udine nel secolo XVI, 127; BRAIDOTTI, L’ospitale dei Lebbrosi, 18; CARACCI, Antichi ospedali, 81; DE PIERO, Antiche parrocchie, 138-140; Memorie francescane, 360; G.F. PALLADIO degli OLIVI, Historie, II, 198; POJANI, Memorie, 39-40; della PORTA, Toponomastica, 76, 79, 208; de RENALDIS, Della pittura, 23; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 19-20; 3 (1937), 14; TENTORI, Udine, 301-302; Il Tomadini, 11; VALENTINIS, Udine antica, 16.
     
ICONOGRAFIA   GAZOLDI-COSATINO-RUFFONI, Udine metropoli, n. 17; GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma della città, n. 23; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 1; MURERO, Udine metropoli, n. 17; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 17.