Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
1334
1801   Co. Antonino Antonini (Nomenclatura, f. 50v).
  * Affittuale Antonia Bornichia (ibid.).
1809 * Appartiene ad Antonino Antonini. Vi abita il fabbro Valentino Milanese (Registro delli aloggi, f. 37v).
1830, genn. 22 °° Tracciato della «calle morta» che fino al 1830 collegava i fondi dell’ex convento di S. Lucia con via Cicogna (A.S.U., C.A. I, 168/1830/XIV, 320 Orn. II C, con dis.).
  °° Il disegno è firmato da «G.B. Cotterli».
1830, ag. 6 * Antonio Bertuzzi, autorizzato «alla chiusura della calle morta in contrada della Cicogna» presenta disegno con firme degli interessati (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3316 Orn. II C).
1852 * Il n. 1334 I appartiene ad Alfonso Antonini, il n. 1334 II è di Elena Bertuzzi (Competenze, I, f. 36v).
1858 * Filanda per seta con due fornelli gestita da Rosa Minuti (A.S.U., C.A. I, 648/XIV, Prospetto delle filande da seta riconosciute attive nell’anno 1858 in comune di Udine, n. 33).
1911, nov. 6 * Al sindaco di Udine: «In prosecuzione del primo tratto del vicolo Cicogna, venendo da via Gemona, esisteva un tempo altra calle morta, larga m 2 circa, lunga m 50, fronteggiante dal lato di mezzodí coi fondi in mappa di Udine-città ai nn. 347, 362 e dal lato di tramontana coi fondi ai n. 345d, 346d. In seguito ad istanza 10 ott. 1829 n. 4399 dei proprietari frontisti di allora, la congregazione municipale — con provvedimento 23 genn. 1830 n. 320, per imminenti riguardi di pubblica e privata sicurezza e per viste sanitarie, accordò la chiusura di detta calle morta con l’apposizione di un portone da linearsi con le case attigue. Per tal modo detta calle venne — eliminata dalle strade comunali e l’area relativa passò nel patrimonio privato del comune, con divieto ai frontisti di alterare lo stato delle servitú cadenti sul fondo della calle, e che risultano descritte nel tipo prodotto dall’ingegnere d’ufficio al n. 320 li 22 genn. 1830. Rilevasi dal tipo stesso che la servitú di transito in quell’epoca spettava ai soli frontisti di mezzodí, che in fatto la esercitarono, anche dopo la costruzione del portone e per lo spazio di 80 anni, mediante due porte di accesso aperte sulla calle. I frontisti di settentrione invece esercitavano soltanto la servitú di luce mediante due finestre aperte nella casa Taddeo, e non transitarono, dopo la chiusura, mai per la calle per difetto di porte di accesso ai loro fondi. Esisteva anche servitù d’acquedotto, che si esercitava mediante un canale sotterraneo per la conduttura dell’acqua alla finanza. Forse l’esistenza di questo canale consigliò l’amministrazione di allora di non alienare l’area della strada soppressa. Il canale però da parecchi anni è stato ostruito ed abbandonato, onde, venuta meno la convenienza di conservare un diritto di proprietà dal quale il comune non ebbe a trarre, né trarrà mai alcun profitto, lo scrivente Tommasi G.B. fu Francesco, odierno proprietario di tutti i fondi che fronteggiano la calle dal lato di mezzodí per acquisto 23 giugno 1899, n. 19083, atti Rubbazzer, sarebbe disposto a rendersi acquirente del suolo stesso con tutti i diritti ed oneri derivanti dal provvedimento 23 genn. 1830 n. 320 della congregazione municipale della città di Udine —» (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, con pianta).