1801 | Giuseppe Levis, tintore (Nomenclatura, f. 49v). | |
1809 | Proprietario Giuseppe Levis, tintore. Affittuali don Domenico Sovrano e don Antonio Facchini. «Quivi è la scuola di molti fanciulli che stanno in pensione» (Registro delli aloggi, f. 36v). | |
1814 | * | Nell’Elenco dei pistori quali tengono depositi di farine presso di loro, al n. 1303 è segnalato Antonio Levis1 (A.S.U., C.N., 185, 72 Pol.). |
1815, sett. 19 | * | Antonio Levis «ha stabilito far riportare la porta che dà ingresso alla sua casa coscritta col c. n. 1303» e ne presenta progetto (A.S.U., C.N., 180/Ornato, 6620, con dis.). |
1852 | * | È degli eredi del fu Antonio Levis (Competenze, I, f. 35v). |
1876 | * | Laboratorio del cesellatore, argentiere, ottonaio e lattonaio Daniele De Giorgio2 (COSMI-AVOGADRO, 90, 108). |
1883 | Osteria “All’Italiana” (AVOGADRO, 152). | |
* | Gestione di Giuditta Pitana (ibid.). | |
NOTE | 1 | Un Antonio Levis, tintore in borgo Gemona, nato il 4 febbr. 1786, è segnalato dal parroco Niccolò Tami nell’elenco dei giovani richiesto dall’autorità competente nel 1806 (A.S.U., C.A., 305, Frammento di censimento dei cittadini maschi tra i 20 e i 25 anni, I ag. 1806). |
2 | Per il De Giorgio: PICCO, L’arte ornamentale a ferro battuto, 20; PICCO, Ricordi, 118. |