1801 |
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Vincenzo Mitri (Nomenclatura, f. 48v). |
1809 |
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Elisabetta Del Negro (Registro delli aloggi, f. 36v). |
1814, mar. 8 |
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Giacomo Del Negro cede alla cognata Elisabetta del fu Biagio Carcarovigh, vedova di Vincenzo Del Negro, «tutte le azzioni e ragioni — sopra la — casa posta nel borgo di Giemona — n. 1297 con li rispetivi fondi e corticella, il tutto confinante a lev. con il — borgo ed a tram. il sig. Nicolò Montegani —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10300, 536). |
1834, giu. 1l |
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Per testamento di Elisabetta Carsernig ved. Del Negro, la casa passa a Bernardino q. Giuseppe Levis1. |
1837, mar. 17 |
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È di Bernardo Levis, che «divenuto proprietario - di una parte della casa sotto il n. 1297», domanda di riformare la facciata e di alzarla a tre piani (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 1353 Orn. II C, con dis., firmato dal muratore Giovanni Colautti). |
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Il disegno mostra una casa che appare la metà, in altezza, rispetto a quella del progetto presentato dal Frisacchi nel giugno successivo. |
1837, giu. 12 |
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È di Giuseppe Frisacchi. Casa ad un piano di due finestre ed una bifora (A.S.U., C.A. I, 269/1837/III, 3244 Orn. II C, con dis.). |
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Il proprietario «dovendo eseguire dei lavori nella — casa — deve — modificare la facciata». Il muratore responsabile è Giuseppe Colautti di Paderno (ibid.). |
1841, lugl. 20 |
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Bernardino Levis vende al rev. Giuseppe Frisacchi q. Carlo la casa n. 1297, confinante a lev. borgo, mezz. Liruti, pon. e tram. Frisacchi «quale casa serve ad uso di abitazione civile ed ha — al pian terreno un filatoio di seta in attività2 —. Questa casa è pervenuta in proprietà di esso venditore — Levis in forza del testamento 11 giugno 1834 della defunta - Elisabetta Carsevig, vedova Del Negro» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 155). |
1852 |
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Appartiene a Bernardo Levis. Il n. 1297 A è di Giuseppe Frizacco (Competenze, I, f. 35v). |
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NOTE |
1 |
Nel ms. della Porta senza indicazione di fonte. Probabilmente si tratta di citazione indiretta dall’istrumento del not. Antonio Cosattini del 20 luglio 1841. |
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2 |
Sul setificio di Bernardo Levis: PICCO, Ricordi, 132. |