1797, mar. 2 |
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Il march. Agostino Obizzi1 vende a Sebastiano Gozzo una casa «condotta in affitto dal sig. Francesco Graffi e subcondotta dallo stesso Gozzo —», confinante «a lev. con il borgo di Gemona, a mezz. con — Francesco De Vit, a pon. lo stesso parte e parte coo. Antonini ed a tram. parte androna e parte — Domenico Zorzino —. E ciò pel prezzo — di d 1572 L 3 s 12 —» (A.S.U., N., Antonio Marchi, 9866, III instrom., 439, f. 429r - 430r). |
1801 |
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Sebastiano Goz (Nomenclatura, f. 48v). |
1809 |
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Appartiene al fabbro Sebastiano Gozzi (Registro delli aloggi, f. 35v). |
1812, febbr. 4 |
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Il demanio vende ad Antonio fu Michele Basina la casa n. 1284 (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10425, 570). |
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Nell’allegata stima di Giuseppe Clocchiati si precisa che la casa è «appresa a Sebastiano q. Francesco Gozzi —, debitore alla cassa d’ammortizzazione» (ibid.). |
1812, giu. 30 |
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Antonio fu Michele Basina vende la casa 1284, per L 5710, a Giacomo fu Giovanni Calice. Confina lev. parte borgo, parte eredi di Domenico Giorgini, mezz. e pon. G.B. e Luigi Colussi, tram. parte eredi Giorgini, parte calle detta dei Cappuccini o Cicogna. Questa casa, il venditore l’aveva acquistata dal demanio. Era stata di Sebastiano Gozzi, debitore del demanio (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10625, 878). |
1813, magg. 13 |
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Giuseppe Presani domanda di poter riformare la facciata della casa al n. 1284 (A.S.U., C.N., 180/1813/I, 2056 Orn. XIX, con dis.). |
1821, dic. 30 |
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Ricostruzione del muro della facciata nella porzione di proprietà di Giacomo Calice (A.S.U., C.A. I, 88/XIII, Prospetto compensi ai proprietari dei locali da abbattersi e da tagliarsi ed all’imprenditore pei lavori di riduzione in casi occorrenti, n. 6). |
1822, mar. 13 |
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È di Giacomo Calice (A.S.U., C.A. I, 68, 1036 Orn. II C, con dis.). |
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Il proprietario, «per obbedire alla prescrizione — dell’avviso munic. 1 sett. 1821 n. 3941/3299 deve levare gli scuri alle due fenestre laterali alla porta d’ingresso verso il borgo, quali li aprono esternamente e portarli all’interno —» (A.S.U., C.A. I, 68, 1036 Orn. II C). |
1839, apr. 10 |
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Geltrude fu Giacomo Calice, moglie di Giovanni Volpe, Lucrezia sua sorella, moglie di Valentino Ciani, per austr. L 9207,70, vendono a Domenico Pecile «la casa — marcata colli c.n. 1284 e 1285 —, quale confina verso lev. borgo —, mezz. Mini Tomada Valentino, pon. — Mini, tram. calle Cicogna; qual casa pervenne nelle venditrici colla divisione dell’eredità dei def. — genitori Calice Giacomo e Paghini Anna — in data 1 nov. 1837» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10492, 12018). |
1847, apr. 20 |
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Domenico fu Gabriele Pecile vende a Caterina Pividori Croattini e Caterina Zanuttini Cattarossi la casa al c.n. 1284 per L 9207, «la qual casa è composta dalli locali — abbracciati dalla locazione in data 6 apr. 1846 con cui fu conceduta in affitto al sig. Giuseppe del fu Antonio Bravo di Udine e confina a lev. Pividori Catterina, Vittoria Orgnani e — borgo, mezz. e pon. — Valentino Mini Tomada, tram. — Caneva», già Pecile (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 1378, con dis. in pianta di Osvaldo Del Bianco). |
1849, ott. 13 |
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Caterina Pividori Croattini cede in permuta al dott. Giuseppe Missettini la casa n. 1284 «con annessa corticella e andito — a cui tutto fa coerenza a lev. Pividori Caterina e casa fu Orgnani, con questa mediante muro promiscuo e — borgo, a mezz. e pon. Valentino Mini Tomada e tram. Caneva —Luigi» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 1893). |
1852 |
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Appartiene al dott. Giuseppe Missettini (Competenze, I, f. 34v). |
1876 |
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Ambulatorio del dott. Giuseppe Missettini; rivendita di liquori e commestibili diversi di Giuseppe Cappelletti; recapito del sensale di seta e bozzoli Luigi Berghinz; laboratorio del pittore di figura e paesaggio G.B. Sello2 (COSMI-AVOGADRO, 99, 110, 113, 145). |
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NOTE |
1 |
Per gli Obizzi vedasi n. 1425. |
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2 |
Sul pittore G.B. Sello: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 239, 259, 372; CESCHIA, Storia di Lovaria e di Pradamano, 61; Esposizione, 23, 117; PICCO, Il pittore G.B. Sello morto il 2 del mese corrente, 330-331; PORISIENSI-ZARDI, Tomadini, 60; S[ACCOMANI], Il ristauro, 14, 32-33. |