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La casa appare fin dal sec. XV gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo. |
1408 |
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Nicolò fu Agostino «de Bayartio» è censito come il primo proprietario. La casa di muro, con soffitti e tetto di tegole, è dotata di cortile e orto, «iuxta heredes Ioanneni fabri et modo iuxta domum Zannitici de Savorgnano, iuxta d. presb. *** de Valvosono, in qua habitat Nicolaus Wayta, iuxta ariam Venuti de Caprileis» (A.S.U., C.A., 89/20, n. 41). |
1544 |
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«— Gregor fabbro possessor della — casa, qual è per mezzo mess. Tion di Marcon et confina con ser Zuan Pontana nodaro e ser Paulo Signorin misseta, mediante una stradella fra essi —» (ibid.). |
1555 |
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«— La — casa è pervenuta in man di Pietro di Fanna, altre volte fatta dal q. mess. Andrea Antonino —» (ibid.). |
1556 |
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«— Possede al presente — ser Pietro Pit e nota che sono state comprate all’incanto da messer Francesco inferador con incargo di pagar solamente oglio lb 3 —» (ibid.). |
1643 |
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«La casa — è posta nel borgo di Gemona, possessa per — Giacomo Antonino, abitata di presente per — Lunardo Brunalesco, confina a sol levado con la strada publica, a mezz. la casa piú avanti descritta, a sol a monte con gli orti Antonini et ai monti l’androna che va alla corte Antonina —» (ibid.). |
1743 |
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«La casa è — del sig. Bernardo Cancianino, al presente abitata da — Antonio Torre, marescalco; confina a lev. la strada publica del borgo di Gemona, a mezz. la casa Antonini, — contigua al palazzo, a sol a monte con gli orti Antonini —» (ibid.). |
1801 |
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Giovanni Cantoni, fabbro (Nomenclatura, f. 48v). |
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«Zio, nipoti e cugini fabbri» (ibid.). |
1809 |
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Appartiene al fabbro Giovanni Cantoni (Registro delli aloggi, f. 35v). |
1812 |
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Biliardo di Francesco Pilosio (Esercenti). |
1821, ag. 6 |
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G.B. q. Girolamo Strolino vende per L 2840 ad Antonio fu Antonio Carlino la «casa — al c.n. 1280 — descritta — co’ suoi confini nell’ — operazione del pubbl. per. G.B. Massarini 25 luglio decorso —». Confina lev. borgo, mezz. e pon. eredi del co. Trifone Bisanti, tram. bottega di Giacomo Cantoni (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10602, 2830). |
1830, nov. 27 |
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Giovanni q. Antonio Cantoni vende la casa n. 1280 per L 4650 a Luigi e rev. Arcadio q. Antonio Pascottini. Confina lev. borgo, pon. casa Bisanti Burovigh, tram. callesella (Not. Nicolò Cassacco). |
1831, febbr. 24 - ott. 22 |
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È di Francesco Cosattini e Pietro Cattarossi (A.S.U., C.A. I, 182/1831/V, 4669 Orn. II C, con dis.). |
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Si tratta di richieste di riforma della casa (ibid.). |
1836, genn. 3 |
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«— Francesco q. Angelo Croattini —, calzolaio, — vende — alli — sigg. Luigi ed Amadio fratelli Pascottini — una casa — situata nel borgo di Gemona, portante il c.n. 1280 —, confina a lev. col detto borgo di Gemona, mezz. con altra casa segnata nel mapale n. 583, pon. con casa Bisanti Burovigh, tram. con calesella —; qual casa, che è stata acquistata da esso Croattini col contratto 27 nov. 1830 —, venne da lui accresciuta nel fabricato, viene ora — rinunziata alli — Pascottini con tutte le inerenti ragioni —. Questa — vendita — si fa del prezzo —di austr. — L 4650 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10612, 4842). |
1838, febbr. 7 |
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Pietro fu Francesco Cattarossi vende ai coniugi Francesco e Anna Cattarossi «— il secondo, terzo e quarto appartamento, consistenti in due camere ed una soffitta sotto il coperto della sua casa — n. 1280 — per L 240 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10489, 11217). |
1852 |
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È dei fratelli Cattarozzi (Competenze, I, f. 34v). |
1874 |
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Il complesso, ormai diviso in due parti con due numeri diversi nella via (n. 22 e 24), viene censito coi n. 1280 e 1280 A (Prospetti di confronto, 116). |
1876 |
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Al n. 1280, oltre alla bottega del coltellinaio Giacomo Menegoni1, sono ospitati lo stallaggio di Ilario Pittini e il magazzino di vini all’ingrosso di Vittorio Passamonti (COSMI-AVOGADRO, 114 e 116); nel 1280 A ha bottega l’orefice cesellatore, argentiere e gioielliere Pietro De Savi2 (COSMI-AVOGADRO, 90, 104). |
1883 |
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Nella parte 1280 A, bottega dell’intagliatore in legno Giulio Zamparo (AVOGADRO, 146). |
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NOTE |
1 |
Espositore nella mostra udinese del 1868 (Esposizione, 13). |
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2 |
Sugli argentieri Savi: BERGAMINI-GOI, Il Duomo di Maniago, 132; GANZER, Orafi, 363. Vedasi anche infra n. 1576. |