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A partire dal 1519 la casa risulta gravata da un livello a favore della fabbrica del duomo, come attestano le carte della seconda metà del Settecento, che ne citano i fondamenti. |
1519 |
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La casa si trova presso quella del not. Alvise Cerei e a quella degli eredi di Nicolò Guberto. Vi abita Giovanni Dordolo (A.S.U., C.A., 89/20, partita 36). |
1522 |
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Appartiene agli eredi di Giovanni Dordolo (ibid.). |
1543 |
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Vi abita Giovanni Pontana. La casa vicina degli eredi di Nicolò Guberto è passata agli eredi di Andrea Tunin (ibid.). |
1598 |
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Abitazione del notaio Lonardo Pontana (ibid.). |
1643, apr. 16 |
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«Alla partita dei sigg. Leandro et fratelli Antonini in luogo del q. Lonardo Pontana nodaro , comprata per li detti signori; pagava già il q. Bernardino Antonino, hora li sigg. Carlo et fratelli suoi figliuoli possessori della casa; dissero i confinatori che la casa è di presente possessa per li sigg. Carlo et fratelli Antonini, posta nel borgo di Gemona, confina a sol levado la strada publica, a mezodν il palagio Antonino, col qual è congiunta, a sol a monte col detto mediante l’horto, et ai monti col sig. Giacomo Antonino . Paga s 9 p 4» (A.S.U., C.A., 87/3, p. 55). |
1662 |
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Proprietà di Ascanio Antonini. Secondo l’estensore del documento, gli Antonini hanno acquistato l’edificio dai Pontana. «Questa casa è appresso il palazzo di detti signori» (A.S.U., C.A., 89/20, partita 36). |
1743, magg. 6 |
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«La casa è presentemente possessa dal nob. Antonino Antonini, quale confina a levante strada del borgo, a mezz. il palazzo Antonini, al quale è congiunta, a sol a monte parimente mediante l’orto, et alle monti casa, abitata al presente da un marescalco, di ragione di detto sig. Antonini» (ibid.). |
1794, genn. 3 |
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«Le coo. Teresa, moglie del co. Giovanni Maria Beretta, e Marianna, moglie del co. Francesco di Sbruglio, ambi figlie del q. co. Fabio Antonini, eredi del q. co. Girolamo Antonini -, vendono la casa, cortivo ed orto, situata in borgo di Gemona, nello stato e grado e stima compresa nell’asse di facoltà formato dal pubbl. per. Antonio Bernardinis 21 sett. passato, da c. 49 in c. 77, importante d 41000 s 18 1/2 e per le relative divisioni senza precisa assegnazione in data suddetta aspettante alla co. Teresa Beretta per d 1187 L 3 s 15 p 9 ed alla co. Marianna di Sbruglio per d 2912 L 3 s 6 p 9, al nob. co. Niccolò Bisanti per il prezzo di d 2100 . E comeché li granari nello detto stabile sono affittati al nunc q. Giacomo Cicogna, con locazione 18 genn. 1758 per annue L 66 , e l’orto è affittato a Zuanne q. Osvaldo Padoano con locazione 18 marzo 1793 per annue L 45 cosν rissultando esse sorelle creditrici dal Cicogna per affitto scaduto 31 dic. p.p. di L 66 e per rata di tempo sin oggi di s 11 e dal Padoano di rata di tempo sin oggi di L 35 s 12 1/2, che tutto fanno L 102 s 3 1/2, queste vengono dal co. Bisanti esborsate alla co. Beretta per L 28 s 6 ed alla co. di Sbruglio per L 73 s 17 1/2 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9977, XXV instr., 1861, f. 2499r - 2500r). |
1795, magg. 25 |
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Il co. Pietro Antonio e fratelli il canonico mons. Giulio e Federico di Girolamo di Brazzà vendono per d 2300 al co. Trifone Bisanti «porzione del palazzo con cortivo e corticella, posto in borgo di Gemona, stata assegnata alla q. co. Isabella Antonini, fu moglie di Pietro Antonio di Brazzà . Siccome poi nella suddetta porzione di palazzo che viene tenuta presentemente in affitto dal co. Carlo Trittonio, esistono alcune paradane di tavole, state fatte dalli coo. di Brazzà, resta convenuto che quando avrà detto co. Trittonio a sloggiare da colà, abbiano le paradane suddette ad essere consegnate alli medesimi coo. di Brazzà » (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXX instr., 2167, f. 2938v - 2940v). |
1801 |
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Co. Trifone Bisanti (Nomenclatura, f. 48v). |
1809 |
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Appartiene a Trifone Bisanti, che vi abita (Registro delli aloggi, f. 35v). |
1824, ott. 28 |
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Nel rilievo del capoquartiere si segnala in questa casa l’esistenza di una cisterna per l’acqua (A.S.U., C.A. I, 88/IX). |
1830, magg. 10 |
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Vedasi n. 1277. |
1831, ott. 22 |
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È degli eredi Bisanti. Vedasi n. 1280. |
1835, ott. 16 |
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Vedasi n. 1278. |
1837, lugl. 8 |
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Vedasi n. 1278. |
1849 |
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È di Francesco Cernazai (A.M.U., Ornato, 1843-1851). |
1876 |
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Studio dell’ing. G.B. Locatelli e laboratorio del falegname Giovanni Sello (COSMI-AVOGADRO, 93, 97). |
1883 |
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Laboratorio di Mattia Measso, coltellinaio e fabbricatore di strumenti chirurgici (AVOGADRO, 142). |
1937 |
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Casa a tre piani di quattro finestre. Al primo, bifora ad archi. |
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BIBLIOGRAFIA |
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“L’alchimista friulano”, a. II, 27 (6 lugl. 1851), 216; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 226; BERTOLLA, La Biblioteca del Seminario; A. della FORZA, Diario, 48, 242; JOPPI, Della nobiltà della famiglia Burovich; Per il Nob. Sig. co. Adriano Antonini. |