1801 |
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Eredi del nob. Francesco Asquini (Nomenclatura, f. 46v). |
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Quattro affittuali interni (ibid.). |
1809 |
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È di G.B. e Domenico Bortolotti (Registro delli aloggi, f. 34v). |
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Nella proprietà di G.B. abitano il falegname Natale Colussi e l’agricoltore Giuseppe Giusto; in quella di Domenico, l’industriante Antonio Marangoni e il calzolaio Felice Zanetti (ibid.). |
1811, mar. 20 |
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L’agricoltore G.B. del fu Domenico Bortolotto vende a Domenico di Giuseppe Pletti, impiegato al demanio, «una di lui casa, posta in borgo di S. Lazzaro, coscritta al c.n. 1224 e composta di tre stanze a pian terreno e di un solaro superiore; vende pure allo stesso Pletti il cortivo ed orto inerenti ; confina a lev. parte Signorelli e parte Rioli, a mezz. eredi del fu Francesco Asquini, a sol a monte ed a tram. la famiglia Minotti . Questa vendita viene fatta per il prezzo di L 1228,029 » (A.S.U., N., Giovanni Bertoldi, 10569, 283). |
1815, sett. 17 |
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. Domenico Pletti è domiciliato in questa casa (A.S.U., C.A., 180, 8642 Orn. C). |
1815, ott. 30 |
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« G.B. Picino vende al sig. Domenico Pletti una casa coperta di coppi, posta nel borgo di S. Lazzaro, coscritta con parte del c. n. 1224, composta a pian terreno d’una stanza di tutta larghezza e lunghezza della casa stessa, prima ad uso di bottega di fabro, in primo piano una cucina ed una camera a cui confina a lev. Bortolo Picco, mezz. il borgo dei Cappucini, pon. il borgo di S. Lazaro ed alle monti parte Domenico Pletti acquistante e parte Domenico Pacassi . La vendita viene fatta per il prezzo d’it. L 1028,88 » (A.S.U., N., Giovanni Zancani, 631, 213). |
1819, magg. 1 |
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G.B. Pletti vende a Bortolo Picco «la porzione di casa vecchia e porzione di casa nuova con fondo di cortivo ed orto, stata separata nel corpo della casa al c.n. 1224 dal pubbl. per. Gaetano Pariotti colla di lui operazione primo ott. 1818 ». Dalla stima Pariotti si precisa che si tratta di «porzione di casa ove attualmente esiste il filatoio». Questo si trova a pianterreno della fabbrica nuova. Nel cortile, sotto una tettoia, sono segnalati «tre fornelli di cotto per la filanda di seta, con sue caldiere di rame e tromba di cotto», valutati L 75 l’uno (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10600, 2498). |
1823, genn. 3 |
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« Bortolo del fu Pietro Picco cede al di lui nipote Domenico Pletti la porzione di casa vecchia e porzione di casa nuova con fondi di cortivo ed orto stata separata per conto di G.B. Pletti fratello di Domenico, dal corpo della casa sita in borgo S. Lazzaro al c. n. 1224, ed acquistata dal Picco in vigor d’instr. 1 maggio 1819 a rogiti del sig. Nicolò Cassacco ; confina detta porzione di casa, cortivo ed orto a lev. Francesco q. Filippo Cecini, mezz. Giovanni Picolo, G.B. Colusso e Bortolo Pico, pon. borgo S. Lazzaro, Menega Sutto e restanti fabbriche di Domenico Pletti e settentr. consorti Minotti . Prezzo L 1320,79» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10547, 1774). |
1825, giu. 4 |
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È di Domenico Pletti (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 1965 Orn. II C, con dis.). |
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Domenico Pletti «ha ben inteso da molte voci pubblicamente, invece di fare il borgo di Gemona, che hanno di fare la pubblica strada per la via della porta del borgo S. Lazzaro, e subito si ha dato la cura di ristaurare e rimodernare una porzione di casa, di sua ragione situata in questo comune di Udine sopra il borgo de’ Cappuccini con la faciata che forma cantonata col borgo detto di S. Lazzaro sotto il c. n. 1224 . Addimanda il permesso di eseguire tale riforma » (ibid.). |
1826, giu. 21 |
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È di Domenico Pletti. Domanda di riformare il portone facendolo a bugne (A.S.U., C.A. I, 100/1826/II, 2030 Orn. II C, con dis.). |
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Chiede inoltre «d’innalzare sopra esso ingresso un piccolo fabbricato » (ibid.). |
1830, ag. 23 |
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Bernardo Andreuzzi vuole « ridurre la faciata della casa di sua ragione situata sopra la contrada de’ Capucini, forma angolo col borgo S. Lazzaro, sotto il c.n. 1224 » (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 3604 Orn. II C, con dis.). |
1833, sett. 17 |
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È di Giacomo Gabaglio. Domanda di aprire due finestre a terreno verso borgo S. Lazzaro (A.S.U., C.A. I, 206/I, 4397 Orn. II C, con dis.). |
1852 |
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Il n. 1224 è da comprendersi nel n. 1357 (Competenze, I, f. 33v). |
1876 |
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Falegnameria di Antonio Gobbo (AVOGADRO, 144). |
1937 |
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Casa a due piani, due finestre. |