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Nei documenti del convento di S. Pietro Martire, alla quale appartiene fino al 1806, è chiamata casa dietro il coro. |
1618, sett. 30 |
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« Hippolitus M. Taleapetra bacalareus prior . Sixtus Sandolinus Utinensis sacrae theologiae magister et Lodovicus Porcarius subprior , Rugerius Plettus , Benedictus Mardis, Albertus Candani de Monte Silice, Bonifacius Perabonus lector, Ioannes Sixtus Nimis, Thomas Tassello de Padova, Sixtus Pasqualis de Tarvisio omnes de familia dicti conventus constituerunt d. Christophoro Rigla, filio d. Antonii Cini et mercatori Utini et paterno nomine stipulanti annuam responsionem livellariam librarum septuaginta quatuor soldorum 8 , persolvendam in singula die ultima septembris super una dicti conventus canipa cum adherenti stabulo, posita in contrata S. Petri Martiris, iuxta ab ortu solis viam publicam , a meridie et occasu hortacium conventus et a montibus aedes Gabrielis de Zucco » (A.S.U., C.R.S., 783/18, Casa dietro il coro, 287-288). |
1685, magg. 9 |
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«Il p. fra’ Benedetto Polame, lettor priore, e fra Giovanni Porta, predicator generale, locano a m. Gioseffo Vidone q. ser Biasio d’Artegna, habitante in questa città , la casetta di muro coperta di coppi posta in questa città ; confina a sol lev. strada publica, a mezo dν et a sol a monte col stesso convento et alli monti con li nob. Ferdinando e fratelli di Zucco ». Nell’inventario allegato, si precisa che la casa consta di «tre stanze a piepiano, cioè camera, stalla verso il nostro coro et altra sotto il volto contigua alla casa di Zucco » (A.S.U., C.R.S., 783/18, Casa dietro il coro, n. XXV).
Seguono locazioni del 24 magg. 1694, a Giuseppe q. Biagio Vidone da Artegna; del 19 ag. 1698 a Francesco di Zirraco Padovano, del 15 nov. 1702 a Francesco del q. Giuseppe Masotto, con il magazzino sito sotto il coro della chiesa con la stalletta annessa. Vi è infine una confinazione del pubblico perito Nicolò Codutti in data 5 sett. 1774: «Una casa con picola corticella , che confina a lev. strada publica del borgo, mezodν altra casa di ragione del convento medesimo e parte coo. Zuchi ed a tram. detti coo. Zuchi » (A.S.U., C.R.S., 783/18, Casa dietro il coro, f. 354r). Nel 1775 si aggiunge: «Nella corticella vi è ora un porcile il quale fu fatto da Santo Zamparo » (ibid.). Nel 1787 è ancora affittuale detto Zamparo (ibid.). |
1801 |
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«Rr. pp. Domenicani» (Nomenclatura, f. 33v). |
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Affittuale Susanna Zampari (ibid.). |
1807, nov. 19 |
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Vedasi n. 875. |
1809 |
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È di Enrico di Zucco. Affittuale è l’agente Taddeo Tadeo (Registro delli aloggi, f. 24v). |
1852 |
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Appartiene ad Enrico Zucco (Competenze, I, f. 24v). |
1858 |
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È del co. Enrico di Zucco q. Giuseppe. Viene riformata. Risulta casa a due piani di cinque finestre al primo, tre al secondo, ai lati due terrazzette (A.M., Ornato, 1857-1864). |
1883 |
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La casa ospita lo studio del dentista dott. Odoardo Toso e la fabrica di parafulmini di G.B. De Faccio1 (AVOGADRO, 143, 153). |
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NOTE |
1 |
Per G.B. De Faccio: FALCIONI, Industrie udinesi, 315. |
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BIBLIOGRAFIA |
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MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 23. |