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Tutti i fabbricati già convento di S. Pietro Martire, nella pianta Lavagnolo, portano, per errore, il n. 814.
Questo numero comprende l’ex convento dei Domenicani prima dell’apertura della via Valvason, quindi i fabbricati posti da l’una e dall’altra parte della via. |
1679, nov. 2[3] |
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Scrittura di locazione da parte del convento di S. Pietro Martire: « Giovanni Francesco Gardani sottopriore et Raimondo Del Bianco, deputati del consiglio affittano per anni tre a m. Leonardo Regio del q. Bernardin di Spilimbergo una casa posta in contrada di S. Maria contigua al horto del ortolano di detto convento » (A.S.U., C.R.S., 783/16, Casa in borgo di S. Maria, n. XXIV). |
1801 |
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Chiesa dei Domenicani e convento (Nomenclatura, f. 33v). |
1806, lugl. 28 |
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Decreto di soppressione del convento di S. Pietro Martire riunito a S. Nicolò di Treviso (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, parte II, dal 1 maggio al 31 agosto 1806, 813). |
1809 |
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Sede della guardia nazionale (Registro delli aloggi, f. 24v — 25r). |
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Chiesa e convento di S. Pietro Martire (ibid.). |
1811, dic. 17 |
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Il demanio vende ai fratelli Pecile fu Paolo il convento di S. Pietro (A.S.U., C.A. I, 718/1, not. Antonio Lorio, n. 904, con stima del pubbl. per. Giuseppe Clochiatti). |
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L’atto riporta alcune notizie ufficiali: «Rimasto in assoluto possesso del r. demanio il locale de’ padri Domenicani di S. Pietro Martire , pervenuto allo Stato in coerenza alla soppressione seguita a termini dei r. decreti 8 giugno 1805 e 28 luglio 1806 e successiva concentrazione di questi religiosi individui nel convento di Treviso, e reso il medesimo disponibile, stante il successivo sgombramento della guardia nazionale dalla quale fu per molto tempo occupato si è per parte della direzion demaniale del Passariano rappresentato alla direzion generale del demanio, boschi e diritti uniti la convenienza di procedere alla vendita relativa del detto locale nel riflesso non tanto dello stato rovinoso nella quale si trovava, come parte di un fabbricato rimasto illeso dallo incendio sofferto nell’anno 1805 , per cui erasi abbandonata ogni idea di riparo per le grandiose spese che potevano occorrere, quanto perché non era questa parte servibile a verun pubblico uso. Riconosciutosi diffatti dalla sulodata superiorità essere conveniente l’alienazione del predetto locale, come dal dispaccio 9 febbraio 1810 n. 2827, a patto che il compratore dovesse acquistare a stima separata ed a tutto danaro anche li materiali ammuchiati provenienti dai crolli seguiti ne’ vari tempi, si è dal sig. Pietro del fu Nadalin Rodati di Udine presentata, al n. 493/7 del protocollo delle opzioni nel giorno 14 febbraio, una dimanda per l’acquisto del locale e chiesa per persona da dichiarare a termini del disposto dalli r. decreti 29 marzo e 27 maggio 1809 in comprova del pagamento di L 1037,337 . De-venendo quindi le parti alla stipulazione del relativo formale istrumento , Osvaldo Perosa, direttore demaniale del Passariano vende alli sigg. Gabriele e Domenico fratelli, figli del sig. Paolo Pecile commerciante , a favore de’ quali l’optante Pietro Rodati dichiara l’acquisto del detto locale , l’assoluto dominio e possesso di detta proprietà . Tale vendita fa il direttor per il prezzo d’it. L 16405,684 » (ibid.). |
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Pianta del Convento (B.C.U., F. p., ms. 1310/29). |
1822, lugl. 5 |
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Convenzione fra i Pecile ed i sigg. Cantoni per l’erezione della casa Pecile (A.S.U., C.A. I, 68, Pol. Giud. IX D). |
1823, dic. 6 |
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Progetto della via Valvason e dei fabbricati da costruirsi (A.S.U., C.A. I, 81/XIII, 4692 Orn. II C, con dis.). |
1825 |
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Memoria sull’apertura della via Valvason (A.M., 1825, b. 100). |
1830, ott. 23 |
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La congregazione municipale alla deputazione d’ornato: «Nessun risultato venne finora offerto da codesta deputazione nell’argomento della casa Pecile da demolirsi per l’ampliazione della contrada del Giglio a S. Pietro Martire. D’altronde, importando che siano prese tutte le misure assicuranti l’esecuzione del progetto durante il corrente esercizio 1830, la congregazione municipale rinnova a codesta deputazione l’incombenza demandatagli col n. 3848 del 30 sett. passato e la impegna al corrispondente esaurimento entro il periodo di 8 giorni » (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 4559). |
1834, sett. 14 |
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Dal verbale del consiglio comunale a proposito del «fondo occupato dai fratelli Pecile rimpetto la chiesa S. Pietro martire per sgombro sassi, sterquilineo e ripristino diritto comunale nell’uso di esso fondo ». La congregazione municipale viene incaricata «di agire nella sfera delle sue attribuzioni con la dipendenza, approvazione ed appoggio dell’i.r. delegazione. Ed in quanto a riconoscere il punto di diritto e di chi e quale, quello del comune sul fondo di cui si tratta, sia demandato l’esame e il referato ad una commissione di due cittadini nominabili dal consiglio per schede » (A.S.U., C.A. I, 235/III). |
1835, lugl. 16 |
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Relazione di G. Billiani alla congregazione municipale sull’occupazione della piazza di S. Pietro Martire da parte dei Pecile: « La pianta Spinelli del 1704 e la pianta 1811 dell’ing. Perusini accordansi nell’indicare, salvo alcune piccole differenze, come un piazzale e quindi come cosa spettante alla ragione del comune, e non già alla ragione privata, quel fondo esterno dirimpetto la chiesa di S. Pietro Martire, che trovavasi circoscritto tra i confini a lev. della contrada, a mezz. del soppresso oratorio e privati, a pon. del locale un tempo del soppresso convento di S. Pietro Martire ed a sett. del detto locale e chiesa. Anche il disegno dello stesso locale di esso convento, che servi di base e norma alla vendita, che del medesimo ebbe a fare il r. demanio alli fratelli Pecile del fu brolo col contratto 17 dic. 1811, nel quale appunto trovasi inferto, indica lo stesso fondo come piazzale rimasto e non compreso nella vendita, e diviso anzi dal convento venduto al vento di levante di esso locale da un muro di cinta che chiudea una corticella, a cui metteano due aperture d’uscio, una nuda e l’altra munita di serramento a due ante, come raccogliesi dalla stima e descrizione pur inserto nel detto contratto 1811. Nella mappa pure censuaria quel fondo apparisce come piazzale non censito, né marcato da alcuna lettera o numero, come lo è il locale del convento con la lettera Z e come lo sono le altre contermini proprietà coi rispettivi numeri» (A.S.U., C.A. I, 235/III). |
1836 |
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Atti relativi alle case Pecile (A.S.U., C.A. I, 252/X, con pianta delle contrade del Rosario e di S. Pietro Martire). |
1853, ott. 30 |
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Avviso: «Luigi Caselotti maestro privato elementare e calligrafo approvato, previene i concittadini che nel p.v. mese di novembre riaprirà la sua scuola privata elementare delle classi I, II e III in contrada del Rosario al n. 874 » (“L’alchimista friulano”, 4, XLV, 30 ott. 1853, 552). L’avviso è ripetuto sulla rivista il 21 nov., 3, XLVII, 380). |
1876 |
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Vi erano le osterie “Al cane bianco”, “All’olmo”, “Al tamburino nazionale” su via Valvason (COSMI-AVOGADRO, 106, 107). |
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Nel complesso abitano due pittori decoratori: nella parte P, Giuseppe Comuzzi1 e nella parte Q-R, Ferdinando Simoni2 (COSMI-AVOGADRO, 110). La parte G-H è occupata dal negoziante di cereali Antonio D’Este (ibid., 90). |
1883 |
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Osteria “Alla Ledra”, via Valvason 10 (AVOGADRO, 152). |
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Gestione di Armelina Nardoni (ibid.). |
1883-1937 |
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Osteria “Al Vitello d’oro”, via Valvason 2 (AVOGADRO, 151). |
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Nell’83 era gestita da Giacomo Comino (ibid.). |
1883 |
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Osteria “Al Selvatico”, via Sarpi 6 (AVOGADRO, 151). |
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Gestione di Antonio Fulvio (ibid.). |
1927, lugl. |
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Vengono abbattuti i fabbricati già Pecile e la pescheria, acquistati dalla Cassa di risparmio per l’erezione del fabbricato dell’esattoria3. |
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NOTE |
1 |
Per il pittore Giuseppe Comuzzi: BIASUTTI, La parrocchia di S. Giacomo, 43. |
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2 |
Per il pittore Ferdinando Simoni: P[ICCO], Clotilde Si-mani; S[ACCOMANI], Il ristauro, 41. |
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3 |
Per la bibliografia sul convento, vedasi la chiesa di S. Pietro Martire. |