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Questa casa comunicava con il n. 712 ed aveva un’uscita in via Poscolle.
Nel cortile di questa casa si vedono i resti dell’antica Porta Poscolle della seconda cinta, detta poi Porta Rotta. |
1795, ott. 30 |
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«L’ecc. — Giuseppe Bertossi1, pubblico professore nell’Università di Padova, necnon Margarita, moglie rel. del q. — Biasio Bertossi, e Giuseppe, di lei figlio —, hanno concesso alla sign. Angela, moglie rel. del q. G.B. Lazarini —, l’intiera casa con bottega, magazzini, corte ed altro di ragione mettà di detto — prof. Giuseppe e l’altra mettà delli suddetti — Margarita e figlio, giusto le divisioni 16 ag. 1793 delli pubbl. per. — Giovanni Carlo lacotti e Giuseppe Clochiatti, posta nella contrada detta della Pesca-ria —. L’annuo affitto della casa — viene —stabilito — nella considerabile somma di d 210 —» (A.S.U., N., Riccardo del fu Andrea Paderni, 9978, XXXI instr., 2247, f. 3062v — 3063v). |
1801 |
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Giuseppe Bertossi (Nomenclatura, f. 32v). |
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Affittuale Giuseppe Storti (ibid.). |
1809 |
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Appartiene a Rosa Lazzarini. Affittuali sono il pittore Giuseppe Cometti2 e Maddalena Di Bernardo (Registro delli aloggi, f. 23v). |
1812, ag. 6 |
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Rosa Lazzarini chiede d’innalzare la casa «confinante con la torre del portone interno di Poscolle, — osservata la fabbrica del magazzino della stessa — Lazzarini, che vi è appoggiata al muro promiscuo della scala, che sale agli appartamenti della —torre, cosí pure osservata l’occupazione del muro proprio di questa comune —». La concessione, dopo varie trattative, giunge il 5 ottobre (A.S.U., C.A., 179/XIX). |
1817, mar. 10 |
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Rosa Lazzarini chiede di riformare l’ingresso della casa al n. 856 verso via Poscolle (n. 712) vicino alla torre (A.S.U., C.A. I, 10/XIII, 1013 Orn. II C, con dis.). |
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La proprietaria «trovandosi in bisogno di riparazione —, à creduto di ridurre l’attuale informità di questo ingresso indicato col dissegno a terga n. 1 a un piú decente e solido prospetto e conforme al dis. sotto il n. 2 —. Suo desiderio sarebbe di sporgere in fuori due piedi questo fabbricato, dall’angolo cioè della torre di detto borgo e come si dimostra dalla pianta del pilastro A colla linea rossa —». La Lazzarini si dichiara pronta a sborsare il valore del fondo comunale che vorrebbe occupare; ma questo non le viene concesso: si allinei con le altre case (A.S.U., C.A. I, 10/XIII, 1013 Orn. II C, con dis.). |
1821, magg. 18 |
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Rosa Lazzarini Pecile presenta nuovo progetto di riforma, che viene accolto a patto che venga abolita la rientranza, in modo che il nuovo muro risulti parallelo ai pilastri del porticato (A.S.U., C.A. I, 53/III, 2178 Orn. II C, con dis. firmato da Simone Periotti). |
1837, sett. 6 |
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Rosa Lazzarini Pecile presenta progetto per alzare di un piano la casa 856 «ritagliata verso la strada d’Italia» (A.S.U., C.A. I, 269/III, 5329 Orn. II C). |
1837, sett. 12 |
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Composizione Pecile-Moroldi per i problemi relativi alla costruzione in progetto (A.S.U., Arch. Lovaria, 23/Acquisto della locanda del Leon Bianco). |
1852 |
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Appartiene a Gabriele Pecile (Competenze, I, f. 23v). |
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NOTE |
1 |
Per Giuseppe Bertossi vedasi n. 463. |
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2 |
Per Giuseppe Cometti: BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 325; PICCO, Un distinto pittore; PICCO, Caffè della Nave. |