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Nella pianta Lavagnolo porta, per errore, il n. 859.
Nella pianta stessa il n. 854 è assegnato a tre case contigue perché probabilmente dello stesso proprietario nel 1801. |
1643, nov. 14 |
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Francesca Basenzio Flamia vende a G.B. Capodaglio speziale «la casa posta in Udine nel borgo del Fieno» per d 127 (A.S.U., C.R.S., 649/4, Processo Schiratti-Flamio, f. 26r — 27r, dal not. Benedetto Bergamino). |
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° |
«La casa Basenzio venduta nel 1643 al Capodagli speziale è nel borgo del Fien, confina a levante Smeralda hosta, a mezzodν strada pubblica a ponente sigg. Bassetti, alli monti sigg. Amutio» (C.R.S., Processi Schiratti). |
1657 |
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Stima della casa di Carlo Barzeto, habitata dal sig. Nicolò Schiratti stampador1: «Casa con due botteghe dabasso confinante a 1ev. casa del sig. Capodaglio spiciaro, a mezz. strada di S. Tomaso, sol a monte strada che tende in piazza, alli monti casa e hostaria delli nob. sigg. Bontà. Poziol con tre modeoni e due porte in pietra con parapetto di bastoni 35 di ferro con lame sopra» (Not. Pietro Richa, Atti civili). |
1669, apr. 3 |
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Stima della casa che G.B. Capodaglio vende agli Schiratti: «Casa posta nella contrada di S. Tomaso, detto borgo del Fien, presso le beccarie pubbliche, a levante casa del nob. Lucrezio Bontà che attacca le beccarie medesime, a mezz. la contrada, a pon. casa di detti compratori et ai monti casa del capitano Stefano *** habitata da donna Caterina Gargacina ». Facciata sopra la strada ps 3 pd 1 (m 5,56); «tempiaro a ponente per metà con detti Schirati longo ps 6 pd 2» (m 11,11) (A.S.U., C.R.S., 649/4, Processo Schiratti-Flamio, f. 18r — 21r, stima di Mattia Cittareo). |
1669, apr. 12 |
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«Il sign. G.B. Capodaglio vende al mons. Giovanni et al sig. Carlo fratelli Schirati una casa posta nel borgo del Fien, contigua alla casa di habitatione delli compradori et questo per prezzo di d 245 » (A.S.U., C.R.S., 649/4, Processo Schiratti-Flamio, f. 16r — 17r). |
1671, ag. 28 |
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«Fatto in Udine, in casa dei sigg. Schiratti infrascritti, dove Antonio Venier, facendo tanto a nome suo, quanto come procuratore del rev. G.B. suo fratello, cede al rev. Giovanni Schiratti accettante in nome suo proprio, come dei figlioli del q. Carlo Schiratti suo fratello , la sua stamparia, che haveva in Valvasone et da lui condotta in questa città in casa d’esso Schiratti et ciò per il prezzo di ducati 270 » (A.S.U., C.R.S., 647, istr. di Simone Paderni). Esiste anche un «inventario di tutte le robbe di stamparia del Venier comprate», privo di data (ibid.). |
1679, mar. 8 |
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«Io Giacomo Vigatio, rinonciandoli alli sigg. Schiratti la mia stamparia, torchio, forme di santi e tutte quelle cose che mi ritrovo haver in questa materia, per il puro costo, come appare dalla scritura et con mio giuramento, di ducati duecento e cinquanta, voglio che mi siino datti effetivamente in contanti al lievo di quella. Poi per la pretessa che io tengo di ducati cento di donativo in riguardo a molte spese da me fatte per tal occasione a persuasione e richiesta del sig. Rinaldo Rinaldi, mi contento solo di ducati cinquanta et questi da essermi datti di subito in tanta carta da scrivere di buona ragione alli prezzi mercantilmente praticati e perché mi ritrovo havere balle circa sette carta da stampa, siino obligati detti signori pigliarla per il prezzo che a me costa, come le farò vedere dalli miei libri, per darmi in pagamento di quella tanta robba stampata, una parte di presente et l’altra nella forma mi ocorerà alli prezzi. Pesarò li carateri nelli suoi scartocci pesatti con il bilanzon del sig. Magris lire millecinquecento e tredici e once tre, del qual peso si deve detraere lire dieci in ogni peso per la catena di detto bilanzon havendo io fatto pesi quindeci sν che restano lire milletresento e sesantatre e tanto mi obligo mantenirlo » (A.S.U., C.R.S., 647). |
1679, mar. 9 |
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«Confesso io Rinaldo Rinaldi, uno dei curatori delli sigg. Schiratti, come hoggi il sig. Giovanni Schiratti, uno de’ fratelli, ha ricevuto et fatto esportar alla propria casa la stamparia nell’antescritto nominata» (ibid.). |
1679, mar. 11 |
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«Parimenti ha ricevuto carta corsiva da stampa balle n. 8 q 15, val L 259 s 4» (ibid.). |
1694, giu. 22 |
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Il nob. Vincenzo q. Marcantonio Stainero vende a Carlo d’Ancona una casa in contrada Strazzamantello, confinante 1ev. le pubbliche beccarie, sol a monte strada, mezzodν casa delli eredi Guelini, ai monti casa degli heredi Budua. La descrizione cita «due volti sopra due colonne quadre di mattoni et una colonna di pietra a mezzo tonda». Elemento caratterizzante appare «nel primo piano, verso il borgo, pozol con lastre tre di pietra, parapetto di bastoni quattro di ferro, finestre a volto». Nel terzo piano tre finestre si affacciano sul borgo (A.S.U., N., Nicolò Aloi, 8108, IV instr., f. 65r — 67v). |
1713 |
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Il negozio e la casa degli Schiratti estinti fu acquistata dal sig. Marco Guerra (C.R.S., Processi Schiratti). |
1741 |
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Casa Guerra. Casa forma cantone e fazzada alle due contrade, una detta di S. Tomaso al mezz., l’altra chiamata Spellavillàn al pon., confina lev. casa di Antonio Magrino, et al settentrione altra casa di questa ragione. Casa nella contrada Spellavillan contigua alla sopradetta verso ostro, confina con la contrada Spellavillan verso occidente, corte delle Beccarie verso oriente, casa di G.B. d’Ancona verso settentrione (Not. Francesco Tracanelli, Allibramento Guerra). |
1743, febbr. 18 |
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Elisabetta, ved. di Carlo Primi, vende al rev. G.B. Schirati «della terra di Fagagna, ora dimorante in questa città , una casa posta nella contrada di Rialto, che confina a lev. Cesare Manetti, a mezz. strada , a sol a monte et ai monti con Valentino Pilosio spezier per il prezzo di d 355 » (A.S.U., N., Francesco Brunalleschi, 9194, II instrom., f. 59r — 60r). |
1800 |
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Giovanni del fu G.B. e G.B. di Giacomo, zio e nipote Zambelli, manifestano la loro preoccupazione circa il pericolo di crollo della casa Antivari «unita lateralmente» alla loro (Copia dagli atti del processo per la casa Antivari, A.S.U., C.A., 20/14). |
1801 |
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G.B. Zambelli. Abitazione (Nomenclatura, f. 32v). |
1809 |
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È di G.B. Zambelli (Registro delli aloggi, f. 23v). |
1809, mar. 7 |
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«Determinatosi rev. don Giovanni q. G.B. e G.B. q. Giacomo zio e nipote Zambelli di disseccare il loro negozio di spezieria e drogheria e di affittare la bottega e luoghi annessi, sottoposti alla loro casa di abitazione, ed applicando Pietr’Antonio q. Valentino Lirussi, oriundo di Modotto, presentemente domiciliato in questa comune di Udine, ad accettare l’affittanze e ad acquistare li effetti mobili ed utensili del negozio sudetto , li detti Zambelli locano al sig. Lirussi tutto il pianterreno della casa al c. n. 854, compreso l’uso della corte ed esclusa la stanza ad uso di bottega, presentemente affittata alli eredi Cicuttini; qual pianterreno serve in presente e servir dovrà in avvenire ad uso di negozio di speciaria e drogheria e viene al sig. Lirussi consegnato nello stato e grado in cui s’attrova, comprese le scanzie, banchi ed armari esistenti nel locale ad uso di bottega, ed in quello annesso ad uso di scritorio, esclusi li effetti di negozio, mobili et utensili . La presente locazione durar dovrà anni quindici, che incominciaranno col 10 marzo corr. . Il sig. Pietr’Antonio Lirussi si obbliga di corrispondere alli Zambelli l’annuo affitto d’it. L 850 . Tutti li effetti di negozio, mobili ed utensili esistenti in pianterreno vengono acquistati dall’anzidetto Lirussi » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10584, 113). |
1810, magg. 12 |
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Asta, senza esito, per la casa n. 854 contro G.B. Zambelli debitore per L 62,85 (A.S.U., C.A. I, 80). |
1810, ag. 10 |
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Lorenzo Morelli di Bertiolo, direttore della spezieria di Pier Antonio Lirussi in Strazzamantello al n. 854, dove era la farmacia Zambelli (A.S.U., C.N., 194/Sanità XXXVII, 1810, Elenco di tutti gli esercenti attualmente la medicina, la chirurgia, la farmacia nel circondario di Udine coll’indicazione delle variazioni successe nel giorno 16 marzo 1808 fin oggi 10 agosto 1810, 2996 Sanità 37). |
1811, dic. 9 |
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«Con locazione del 7 marzo 1809, rogata da Nicolò Cassacco notaro li ora deffonto Giovanni e G.B. zio e nipote Zambelli hanno concesso in affitto semplice al sig. Pietr’Antonio Lirussi, per uso di negozio di specieria e drogheria, per il corso di anni quindici , tutto il pian terreno della loro casa portante il c. n. 854 . Determinatosi ora G.B. Zambelli, in cui sono devolute le rappresentanze del decesso Giovanni di lui zio, di alienare la casa, compresa la bottega , formante parte dello stabile possesso dal sig. Gabriele q. Giovanni Domenico Pecile, rappresentante il sig. Antonelli, che aveva titolo dal sig. Antonio Lovaria e che detto Zambelli ha diritto di recuperare per forma della carta convenzionale del 21 sett. decorso, seguito fra esso e il sig. Antonelli G.B. del fu Giacomo Zambelli, vende alli sigg. Pietr’Antonio e Diamante iug. Lirussi la casa posta nella contrada Strazzamantello al n. 854, compresa la bottega con fondi dietro, escorporata dal sig. Antonio Lovaria, venduta dallo stesso al sig. Giacomo Antonelli e da questo rinunciata al sig. Gabriele Pecile, soggetta alla recupera convenzionale da esso Pecile accordata al sig. Zambelli ; quale intero stabile confina a lev. parte colle beccarie, parte con casa fu di questa ragione, ora possessa da Innocente Sinico, a mezz. strada di S. Tommaso, a pon. strada di Strazzamantello ed a sett. Vincenzo Schiavi, loco Cicuttini , nello stato in cui presentemente s’attrova, compresi li banchi e scrittoio esistenti nella bottega, e mezzado pieno iure, per il prezzo di L 31083,66 . All’incontro li Lirussi a titolo di permuta cedono al sig. Zambelli la casa di detta Diamante n. Fabris, posta nel borgo di Grazzano al n. 164 con edifizi di filatorio ed incanatorio, utensili e mobili per il mezzado, il tutto descritto nell’unita specifica ; qual casa confina a 1ev. don Andrea e dott. Giuseppe fratelli Cricco, mezz. Francesco Mattiussi ed eredi del q. Vincenzo della Porta, pon. Bernardino del fu Francesco Desia ed a sett. il borgo di Grazzano , cedendo la casa con ogni abenza e pertinenza esclusa la caldiera grande ad uso di liscia » (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10588, 528). |
1822, genn. 28 |
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È degli eredi di Pietro Antonio Lirussi, dove avevano abitazione e bottega ad uso di spezieria. Viene inoltrata domanda di riforma delle imposte per la bottega (A.S.U., C.A. I, 68, 402 Orn. II C). |
1832 |
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Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al rigattiere Mattia Chenda l’avviso n. 1050 concernente la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1835 |
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Farmacia eredi Lirussi, poi Francesco Comelli e C. (A.S.U., C.A. I, 237/XII). |
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Vi abita il medico fisico Giuseppe Missittini (ibid.). |
1850, nov. 11 |
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Teresa Fabris, ved. Arrigo, erede Lirussi, domiciliata in Venezia, vende al farmacista Francesco Comelli per L 40000 la casa n. 854 «con canevino e diritto di transito per la contigua casa al c. n. 714» tra i confini a lev. e mezzogiorno strada S. Tommaso, mezz. e pon. Strazzamantello, pon. e tram. Schiavi, ora G. Nigris (n. 853) tram., lev. beccarie, ora del sig. Giuseppe Caffo di Palma-nova, e parte verso il borgo S. Tommaso con la casa n. 714 degli eredi del fu Innocente Sinico (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/V, 2146). |
1852 |
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Appartiene a Francesco Comelli (Competenze, I, f. 23v). |
1876 |
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Negozio di tele gregge e colorate, lino canape e cordami di Maddalena Chenda (COSMI-AVOGADRO, 115). |
1883 |
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Farmacia Ciriaco Comelli “All’aquila nera” (AVOGADRO, 144). |
1928 |
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Tutte queste case furono acquistate dalla sign. Ida Pasquotti Fabris, sarta, che le riformò nel 1929. |
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NOTE |
1 |
Circa l’inizio dell’attività udinese di Nicolò Schiratti «proto nella stamperia ducale del sig. Antonio Pinelli» in Venezia, vedasi contratto del 28 febbr. 1630 con le notizie sullo stato disastroso della stamperia degli eredi Lorio e sulla necessità di un rinnovo completo delle attrezzature tramite il nunzio di Venezia a Udine, dott. Bartoluccio Bartolucci (not. Giovanni Martino dalla Corte, copia in Processo Schiratti-Bartolucci, A.S.U., C.R.S., 648, f. 8r — 9v). Nell’incartamento del processo Schiratti-Bartolucci è allegato uno «stato della stamparia, in cui si trovava all’hora quando si viene alla stipulazione dell’instrumento con il sig. Vicenzo» Bartolucci, quindi verso 1’8 marzo 1656 (f. 17r — 17v).
Per la tipografia Schiratti: COMELLI, L’arte della stampa, 129-156; MEDEOSSI, L’arte tipografica, 928. |
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2 |
Una mano diversa ha aggiunto nel ms. della Porta: «1491. Rehenaldo speciar fiolo fo de M° Cuan piçolo, stantie in la contrada de Sancto Thomaso verso lo canton andando in Poscollo (Osped. Misc. 47, c. 215)». |
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BIBLIOGRAFIA |
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COMELLI, Passeggiate udinesi, 143-144; CRISTALLI, Udine che si rinnova, 117-119; PICCO, Via Cavour, 3. |