1500 |
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Io Batista da Rovulo pago de livello sopra un pezzo de terren vacuo posto sotto li portigi deli sciavi1 (A.S.U., Arch. Portis, 44, Rotolo della Rovere). |
1528, giu. 21 |
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Supplica di Francesco De Stefani, veneto, berrettaro, da nove anni abitante in Udine: « Veni cun tutta la famiglia mia ad habitar questa magnifica città ed da l’hora in qua ho fatto di continuo li miei traffigi et mercantie con utilità et anche qualche honor in questa città , perché il tenir bottega di barrette in Udine piϊ presto è cosa nova che antiga et per tali traffigi li paesani vengono ad essa terra per comprar barette, dove prima o andavano a Venetia o vero expettavano le fiere ordinarie. Et in questo tempo della detta habitation mia, tale ciera et compagnia ho ricevuto da tutti, che io ho deliberato continuar la habitation mia con tutti miei fioli in essa città per tutto lo tempo di mia vita et ho comperata la casa dela mia habitation posta in le pertinentie di Mercà novo, qual prima fu del q. mistro Martino Cinneraro, per mezzo le case dela banda de drero di quelli de Rovore, con intention di tutta dale fundamenta ruinarla et poi in bella et honorata forma rifabricarla cun le fazate in pietra viva biancha, spendendo in esse pietre ducati cento ottanta et piϊ . Et perché lo portego verso le case deli del Rovere, dalla parte posteriore sono di continuo buttade spurcitie e immunditie et le persone sotto quello si riducono ad urinare con scandalo, dispiacere et fetor di tutti li vicini, impetro io Francesco per lo schiffar dele prenarrate immunditie si degnino concieder che io possa ridur in fabrica ditto portego vacuo extendendo per quello la mia bottega » (Annales, XLVI, f. 130r — 130v). |
1738, dic. 17 |
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G.B. q. Leone Zucchi vende la casa a Giuseppe Todeschini per d 3100 (Not. Francesco Brunalleschi). |
1801 |
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Todeschini di Palma (Nomenclatura, f. 31v). |
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Affittuale Pasquale Benarduzzi (ibid.). |
1809 |
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È di Domenico Tedeschini (Registro delli aloggi, f. 22v). |
1813, ag. 28 |
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Giuseppe e fratelli Tomadini, sono «possessori di un magazzino nella cale Cortacis, al n. 806, essendo questo magazino situato in modo che lascia un vano tra la casa Zerbini e Galici, per cui serve questo al deposito arbitrario di matterie nocive alli speciosi oggetti di sanità e contro alli dovuti riguardi di pubblico ornato, servendo innoltre di notte tempo a ricetacolo di malintenzionati o di persone licenziose. Mossi da sν fatti disordini e desiderando di porvi un opportuno rimedio , implorano di poter far eseguire una chiusura a questo vano con una restelutta da farsi a proprie spese » (A.S.U., C.N., 180, 3975 Orn. XIX). |
1830, nov. 11 |
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Vedasi n. 817. |
1841, ott. 11 |
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Francesco Filaferro, «proprietario del magazzino al n. 806 nella calle Cortazzis, ha da trasportarne l’entrata da destra a sinistra e di cangiar in muro l’attuai chiusura a rastellata ». L’autorizzazione viene concessa, purché il muro «abbia per finimento una banchina di pietra» e che il cancello si apra dalla parte interna (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 6593 Orn. II C, con dis.). |
1852 |
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Appartiene a G.B. Zerbini (Competenze, I, f. 22v). |
1937 |
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Sulla facciata si vede ancora uno scudo con le iniziali F.S. (Vedasi n. 803). |
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L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 nov. 1954 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE |
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Nel ms. citato dal della Porta non si è trovato un riscontro puntuale. Di terreno «vacuvo» i Rovere acquistano due appezzamenti: uno «de zerta casa rotta posta qui dredo caxa mia in l’androna nominado la Schyva sula strada publicha davanti e de dredo confina una casa de m. Martin zenturer e cun una caxa de S. Maria deli Batudi » (f. 39r); l’altro, sempre dietro la casa Rovere, si trova «apresso l’anteditto, apresso una caxa della fraterna di S. Maria deli Batudi»; per quest’ultimo si citano gli estremi di pagamento di un livello a favore degli Arcoloniani (f. 39v). |