1515, nov. 15 |
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«— Ser Iacobus del Gorgo — ratificavit — francationem m. Ioanni Ferrugl carpentario Utini in Foro veteri q. mag. Leonardi pelliparii —» (A.S.U., N., Antonio Belloni, 5450, 1515, f. 20r — 21r). |
1554, febbr. 6 |
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Ricorso di Anna vedova di mess. Zuan Girolamo di S. Daniele contro Zuan Feruglio che intende «fabbricar la sua casa et ornarla di pietre concie et non volendo far una cossa disforme alla faza di essa, come ricerca l’arte et la beleza della città, li è necessario che li sia concesso — ritirar la fazada fora saltem corrispondente al pilastro del portico qual li è al incontro dela casa di mad. Anna» (B.C.U., ms. C. XXXVIII, f. 181r — 182v). |
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La lettura delle testimonianze fornisce ulteriori dati. |
1554, febbr. 22 |
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«Nob. ser Ludovicus Simeonius testis productus per d. Annam citatus et examinatus iuramento suo deposuit ut infra —: “L’è vero che se m. Zuane Feruglio tirasse in fuora la sua fabrica, secondo che lui vuole, el si venirà a render piú scura la casa di mad. Anna et massimamente la camera dela quale in capitulo et la cusina et altre stantie che sono sopra l’androna che va a S. Pietro Martire”. |
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Interrogatus dixit: “Io so questo perché io son sta’ menato sopra il loco et lo ho visto con gli occhi miei, ch’è sí oscura come ho detto di sopra, ma non vi so dir mo’ in specie che si lievi in tutto il sole ala cosina”. |
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Interrogatus dixit: “Io non vi so dir se per tal ritirar dela fabrica resteria piú larga la androna et per conseguente resteria maggior luce, perché non ho avertito, ma credo bene che, sia come si voglia, la casa sudetta di mad. Anna resteria piú scura”. |
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Interrogatus dixit: “Io vi ho detto quel che mi pare et che so in questa materia, quanto a quello che m’interrogate se la comunità, volendo m. Zuane fabricar com’era prima, dovesse far sí che ’l fabricassi com’è cominciato, vi dico che credo ben che la comunità haverebbe meglio, ma la casa sudetta haverebbe molto peggio perché li tiol la luce come di sopra”. |
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Interrogatus dixit: “L’è ben vero che quella madonna ha balconi sopra Mercà vecchio, ma ha molta commodità di quelle finestre che sono sopra l’androna per la qual si vede fin al palazzo stando le donne dentro la casa senza altrimenti esser vedute, che volendo veder per le altre bisogna che si gitti in fuora et esser viste da chi fusse dela via”. |
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Interrogatus super aliis interrogatoriis dixit: “Io non vi so dir altro se non quello c’ho detto”. |
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Super 2° capitolo dixit: “Io non so dir se sia bisogno d’impizzar lume etiam di giorno per la scurità, ma vi so ben dir che ditte stantie sono scure”. Interrogatus dixit: “Io vi dico che la camera —ha due fenestre, una che è sopra Mercà vecchio et l’altra sopra l’androna et per mio indicio io penso certo che detta camera consegui — più luce et più bella vista dal balcon che è sopra l’androna, che da quell’altro et questo perché ho visto”. |
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Interrogatus super aliis debitis interrogatoriis, respondit: “Io credo che la fenestra sopra Mercà vecchio non saria sufficiente a darli assai luce”. |
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Super primo capitulo dixit: “La camera dela quale è il capitolo è invero la piú bella stantia di quella casa et stando dentro nel andito et in la camera si vede zo per Mercà vecchio fin tutto sotto il palazzo senza venir ala fenestra”. Super 3° capitulo dixit: “El poria ben esser che la detta madonna venendo sula fenestra sopra Mercà vecchio vedesse quel istesso senza esser veduta come su l’altra de l’androna nel resto del interrogatorio non son chiaro, ma so questo che tal ritirar non può esser se non in danno dela madonna”. |
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Super 4° dixit: “L’è vero che, ritirando la fazzada come vorria m. Zuane, le saria tolto la veduta del balcon sopra l’androna zo per Mercà vecchio fin al palazzo, senza esser visto et stando dentro è ben vero che porian veder quel medemo o poco manco sul balcon d’avanti, ma non senza esser veduto”. |
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Interrogatus dixit: “— L’andito del quale nel capitulo ha fenestra sopra Mercà vecchio et non sopra l’androna et è tra la casa di mess. Bernardin Savorgnano et la camera, ma è vero che stando nel andito si vede per la porta dela camera et per il balcon che è sopra l’androna fin al palazzo”. |
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Super 5° et 6°: “Vi dico che se la casa fosse mia, potendo se io non vorria per 200 scudi di oro in oro, che fusse fatta questa fabrica in quel modo, perché la casa è da sé malanconica et alle tre fenestre de l’androna che riguardano zo per Mercà — la fanno piú allegra et piú lucida che le altre”. Interrogatus dixit: “Io son stato a veder in dí de pioza, ma io credo ch’el saria danno como vi ho detto”. |
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Super generalibus dixit: “Io son sta’ condutto a veder il loco et ho detto la verità in ceteris —”. Nob. ser Iohannes Tubia testis ut supra productus, citatus, examinatus et interrogatus — deposuit ut infra —: super primo capitulo dixit: “L’è vero che ritirandosi m. Zuane come nel capitulo, la camera resteria oscurata et perderia quella veduta che ha fino nel palazzo et la cusina etiam et le altre stantie che son da sé oscure patiriano molto”. |
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Interrogatus dixit: “Io so questo perché son stato et a tempo di pioza et di solo insieme con mess. Zuanne de Ottacinis mio compagno, et benché la fenestra dela cusina sia indentro nell’androna, la ha però luce, stando la casa del Feruglio in dentro, ché quando la si menasse in fuora saria piú scura”» (A.S.U., C.A., 20/1). |
1661, apr. 13 |
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I nob. Giovanni e Vincenzo della Porta vendono a Giovanni Domenico Spilimbergo fabbro una loro «casa posta in Mercà Vecchio — qual fu eonsignata in dote per il q. nob. sig. Goffredo Sabbadini alla nob. — Martia sua figlia madre di detti sigg. Porta, confina a levante con la strada publica di Mercà vecchio, mezo di ser Gioseffo Lovaria, a ponente con ser Gasparo Rinaldino et alli monti ser Gasparo e fratelli Cesconi mediante un’androna che va a S. Pietro Martire —» (A.S.U., N., Simone Paderni, 7500, Instr. XVII, f. 91r — 94v). |
1801 |
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Marco Grisoli (Nomenclatura, f. 28v). |
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Affittata ad Andrea Schiattoni (ibid.). Poi Valentino Perobini (Registro anagrafico, f. 17v). |
1809 |
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È di Marco Grisoli. Vi abitano gli industrianti G.B. Colledani ed Elena Sanzonio (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1832, mar. 26 |
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Il capoquartiere riferisce di aver recapitato a questo numero al mastellaio Francesco Pittaro e al venditore di tele Giacomo Federicis l’avviso n. 1050/c (A.S.U., C.A. I, 193). |
1851 |
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Vi era il negozio di cristalli del sig. Emanuele Hoche (“Il Friuli”, 3, CXCIV, 30 ag. 1851, 4). |
1852 |
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Appartiene agli eredi del q. Lorenzo Perubini (Competenze, I, f. 21v). |
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Il Grassi dipinse su la «casa fu Sabbadini poi Grisoli, poi Parubini, ora — De Girolami, alcune deità —» (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 44r). |
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«Il prospetto poi della casa già Sabbadini ora del Simonetti, mercante di grande reputazione, è dipinto a fresco dal Grasso»1 (FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 41r). |
1886 |
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Albergo “Alla Torre di Londra” (Illustrazione del comune di Udine, 446). |
1952, apr. 21 |
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Vincolata dal M.P.I. con D.M. n. 128. |
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NOTE |
1 |
Nel ms. della Porta a questo punto è riportato il passo della Storia del Maniago, che nel contesto oggi appare inutile. |
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BIBLIOGRAFIA |
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AVOGADRO, Guida, XXIII, LI; BERGAMINI, Il pittore G.B. Grassi, 99-116; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 178-179; BRAGATO, Guida, 40, 174; CAPODAGLI, Udine, 26-27; CAVALCASELLE, La pittura friulana, 104, 246; CICONI, Udine, 465; COMELLI, Passeggiate, 20; [CORGNALI], Quistions di storie e lenghe. Sù e jù par Marciatvieri; ERMACORA, Guida, 144-145; FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 191; GRASSI, Monografia per le nozze, 16; di MANIAGO, Guida, 63; di MANIAGO, Storia, 237; Parti prese... 1880, 234; P.P. PERUSINI, Le corse di cavalli, 172; PICCO, Una artistica insegna; della PORTA, Toponomastica, 184-185; de RENALDIS, Della pittura, 76; RIDOLFI, Le maraviglie, I, 134; RIZZI, Storia... Il Quattrocento, 110; ROTA, Cenni, 29; S[ACCOMANI], Il ristauro, 40; SARTORELLI, Dove si mangiava, 36-38; C. SOMEDA de MARCO, Il duomo, 216; VALE, Il poeta “Refrigerato”, 139-145; VALENTINIS, Udine antica, 9. |