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Consta di due case riunite, originariamente una sola. |
1471, genn. 28 |
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«Il dott. Marco e ser Giovanni q. ser Domenico de Masiis1 dividono le loro case in Mercatovecchio confinanti da un lato colla casa di Rizzardo Sbruglio e con una casa in Cramariis » (JOPPI, Notariorum, VI, f. 182v, dal not. Francesco del fu Antonio Fabris). |
1517 |
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Casa bianca in Mercato vecchio che al presente noi Amasei2 habitemo la qual casa è appresso la casa del canton de quelli del Conte de Tricesimo et ha drio de si la chorte per la qual chorte se va per una intrada per drio la *** (Arch. Toppo, Colto 1 Carte Diverse Divisioni Amaseo)3. |
1517 |
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Casa rossa posta in Mercato vecchio nella quale al presente habitemo noi Amasei la qual confina da una banda con la prenotata nostra casa bianca e dall’altra banda confina con le case delli heredi del q. Francesco Sbruglio et drio detta casa rossa li metto la chorte che va per fin al muro che divide detta corte delle case di Sbrugli e delle case di ser Francesco Leale; qual corte se estenderà per-fin alla casa qual stanzia e tien affitto da noi mess. Zuan de Pinzan calligaro (ibid.). |
1522 |
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«Tutte le case de Merchà vecchio et de Cramaris, qual case de Merchà vecchio confinano da la parte davanti sopra Merchà vecchio, da la parte de sora con la casa de donna Anzola, moier de ser Nicolò del conte de Tricesimo, et dietro de la parte de sotto con la casa de quelli de Sbruglio, da la parte de drio con le scale over caniva de ser Francesco Leale mediante la nostra corte, item pur da la parte di sopra confina detta nostra corte con le nostre case de Cramaris et ha una intrada da la nostra corte che va in l’androna de Cramaris» (JOPPI, Notariorum, I, f. 56v, dal not. Antonio Barbato). |
1798, sett. 16 |
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« Antonio De Zorzi q. Giuseppe dà al sig. Giovanni Gaspare q. Vincenzo Naschinetti la bottega e mezado in pertinenze del Mercà vechio di questa città, che con instrom. 26 sett. 1786 per atti dello sp. Carlo Lorio not. , fu dal sig. Carlo di lui fratello per conto di fraterna acquistato dalle mani del sig. Giovanni Simonetti di questa città; qual mezado e botega nelle fraterne divisioni 6 magg. 1796 tornò in partaggio al detto Antonio, il quale transferisce in detto Naschinetti l’attuai dominio e corporal possesso . E questa vendita viene fata per il prezzo di L 5050 s 4 » (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10351, 263, f. 331v — 332v). |
1800, ag. 31 |
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« Giuseppe q. Francesco Antivari a livello francabile concede al sig. Giovanni q. Francesco Simonetti la porzione di casa stata cessa in pagamento al detto Antivari dal sig. Pietro Venuti col instr. 11 giugno p.p.». La casa, ceduta per L 21569 s 11 è «posta in Mercà Vecchio, fu di ragione Orca ed al medesimo Antivari cessa in pagamento dal sig. Pietro q. Giacomo Venuti coll’instr. 11 giugno 1800» dello stesso notaio (A.S.U., N., Domenico Prodolone, 10073, IV instrom., 206, f. 335v — 338r). |
1801 |
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Giovanni q Francesco Simonetti (Nomenclatura, f. 28v). |
1809 |
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È di Giovanni Simonetti (Registro delli aloggi, f. 21v). |
1811, ott. 9 |
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Vi è domiciliato Giovanni del q. Mattia Peruzzaro, maestro di calligrafia, che da due anni abita nel comune di Udine (A.S.U., C.N., 183, 6503). |
1812 |
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Rivendita di liquori di Antonio Gobbi (Esercenti). |
1820, genn. 6 |
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« Gaspare Naschinetti e Antonio Gobbi vendono al sig. Facendi la bottega con magazzino annesso, situata sopra il portico riferente a Mercatovecchio incorporata nella casa n. 742 . Confina a lev. il Mercato vecchio, mezz. il sottoportico d’ingresso, pon. Bernardino Pettoelli, tram. Pettoelli e fratelli Zorzi. Il sig. Facendi nel mentre accetta la cessione con obbligo di non poter affittar né vender detta bottega e magazzino ad orefici fino a tanto che Francesco ed Antonio fratelli De Zorzi terranno questo loro negozio d’orefici nella contigua lor attuai bottega, fa quietanza deffinitiva alli Gobbi e Naschinetti per it. L 3847,27 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10454, 2159). |
1820, ott. 15 |
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« Gaspare del fu Vincenzo Naschinetti e Antonio q. Gaspare Gobbi vendono al sig. G.B. del fu Paolo Centa il secondo appartamento della porzione di casa pervenuta col 15 luglio 1786, presentemente composto da una camera grande sul Mercato vecchio, due camerini intermedi ed altra camera grande che mette sopra la scala descritta nell’operazione 2 ag. 1788, formata dalli Francesco Leonarduzzi e Giovanni Carlo Iacotti » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2324). |
1822, mar. 4 |
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È di Domenico Faccendi. Il portone vicino dà ingresso al Casino di Società (A.S.U., C.A. I, 68, 874 Orn. II C). |
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Il proprietario chiede di «ridurre li rebbati tanto della bottega sita al n. 741 come per l’altra al n. 742 ». Il permesso è concesso ad alcune condizioni (ibid.). |
1825, lugl. 14 |
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G.B. Centa trasmette «i dissegni per la riforma della botega situata in Mercatovecchio, appresso a quella del caffettiere Romoaldo Laghi ». Si precisa anche che «deve servire per altro uso» (A.S.U., C.A. I, 100/1825/II, 2629 Orn. II C, con dis.). |
1832, mar. 26 |
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Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al sarto Pietro Cocolo l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193). |
1842, mar. 10 |
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È di Giuseppe Fabris ed altri. «Minaccia crollo» (A.S.U., C.A. I, 359/IX, 1421 Orn. II C). |
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Ne è coinvolta anche la casa n. 743. Il podestà ordina una perizia, fa convocare i proprietari per farli accordare sui restauri necessari. Le pratiche si svolgono nell’arco di tempo fra il 10 marzo 1842 e il 29 nov. 1843 (ibid.). |
1843, lugl. 15 |
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Giorgio Aghina chiede di «riformare la facciata della di lui bottega posta al c. n. 742». Il disegno è firmato dall’ing. Fantoni. Il progetto è ammesso con alcune riforme (A.S.U., C.A. I, 359/1843/IX, 4909 Orn. II C, con dis.). |
1843, ag. 10 |
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Giuseppe del q. Dionisio Fabris presenta progetto di riforma della casa, firmato dall’ing. G.B. Locatelli. Il lavoro viene accettato con alcune modifiche (A.S.U., C.A. I, 406/1846/II, 5756 Orn. II C, con dis.). |
1846 |
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È di Giuseppe Fabris (A.M., 1846, b. 406). |
1852, lugl. 9 |
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Antonio Picco «ha divisato di abbassare la soglia del ribatto della bottega in Mercatovecchio, marcata col c.n. 742 ». Il progetto è giudicato «tollerabile» dall’ing. municipale G.B. Locatelli (A.S.U., C.A. II, 66, 4779 Orn. II C). |
1852 |
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Lo stabile appartiene a Giuseppe Fabris. La bottega sottostante è di Centa e Filaferro (Competenze, I, f. 20v). |
1853 |
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Scuola elementare privata di Osvaldo Trevisani (“L’annotatore friulano” 1, LXXIII, 17 sett. 1853, 304; “L’alchimista friulano”, 4, XXXIX, 25 sett. 1853, 312). |
1854, genn. 23 |
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«La notte5 decorsa fu commesso un furto al negozio d’oreficeria del sig. Antonio Picco» (“L’alchimista”, 23 genn. 1854, 37). |
1876 |
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Nell’edificio sono ospitate diverse botteghe: quelle del cappellaio Giovanni Zagulin6, della sarta Anna Schmit, dei negozianti di panni e stoffe diverse Francesco D’Este, e di Perulli e Gaspardis, dell’orefice Antonio Picco7, dell’ombrellaio Giorgio Aghina (COSMI-AVOGADRO, 89, 104, 109, 112). |
1883 |
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Vi si trovano ancora le botteghe dell’orefice Antonio Picco, e dell’ombrellaio Giorgio Aghina, ai quali si aggiunge quella di stoffe e mercerie di Antonio D’Este (AVOGADRO, 149, 150), |
1890 |
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Oreficeria Picco8. |
1936 |
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Oreficeria. |
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NOTE |
1 |
Per gli Amasei vedasi n. 383. |
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2 |
Probabilmente nella parte della casa poi divisa e riportante il n. 743, verso Cramariis, nel 1509 Girolamo Amaseo teneva scuola (BATTISTELLA, Udine... XVI, 211). |
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3 |
La fonte citata dal della Porta non è stata rintracciata nell’Archivio Toppo, che pure dispone di un indice onomastico preciso. Colpisce inoltre il fatto che un casato tanto famoso possa essere sfuggito al compilatore dell’indice stesso. |
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4 |
N. 744. |
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5 |
La notizia, inserita dal della Porta nel n. 743, è stata spostata al n. 742 nel corso dell’edizione. La fonte indicata in ogni modo non riporta l’informazione citata. |
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6 |
Per Giovanni Zagulin: FALCIONI, Industrie, 330. |
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7 |
Per Antonio Picco: GANZER, Orafi, 360, 362; P[ICCO], Gli orefici. Vedasi anche n. 751. |
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8 |
La notizia del 1890 è trasferita, come quella del 1854, dal n. 743 al n. 742. |