1392 |
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« Fraternitas Batutorum de Utino solvit de livello unius domus que olim fuit Chumucii de Caligarecis, site in dictis Caligarecis iuxta *** heredes q. Pizoni cerdonis de Utino et iuxta Nicolussium cerdonem de Morucio, habitantem in Caligarecis, et iuxta domos que fuerunt olim Nicoletti chambiatoris qui fuit de Veneciis et iuxta viam de Caligarecis, denarios octuaginta» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro Rosso, 425, II, f. 12r). |
1406 |
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« Ser Leonardus q. ser Stephani Sbrugli solvit de livello super sua parva domo que fuit olim Nicolussii cerdonis et sue filie, empta a fraternitate Batutorum per d. Ursinam eius matrem, sitaa in Caliarezis iuxta suam magnam domum fratris iuxta domum heredum q. Christofori Pizoni, iuxta domum ser Nicolai de Spegninbergo et per ante est via publica, empta a fraternitate batutorum Utini ut de ipsa emptione constat manu Quarini notarii M° CCCC° XXIIIJ° indictione prima die XIIIJ° decembris den. octuaginta . De legato constat in M°CCC°VIIJ° indictione sexta die tercia septembris. Nunc heredes q. Ianoli cramarii dela Man» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro Rosso, II, f. 31r). |
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a ms. sitam. |
1441 |
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«Li heredi de Ianzil cramar della Man paga per anno de livello al Nadal sora la sua casa pizola che fo de Nichulus caligar e sue fiole comprada della fradagla delli Batudi per d. Hursula madre de ser Lenart de ser Stiefin Sbrulg mituda in Caligareze appresso la sua granda casa del tore, appresso la casa delli heredi che fo de Cristoful Pizo(n), appresso la casa de ser Nichulau de Spiglimbergo e per dennanzi è la via publica, den. LXXX, segondo che apar per man de ser Quarin nodar in millesimo IIIJc XXIIJ ind. prima adν XIIIJor de decembre et secondo che apar dello legato in uno pubblico instrumento scrito per man *** in millesimo IIIJc VIIJ ind. VJa adν IIJ de setembre1» (A.S.U., Arch. Confr. Calzolai, Libro rosso, 425, I, f. 27r). |
1472, giu. 6 |
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«Actum Utini in Foro veteri sub porticu domus ser Rizardi Sbrugli» (B.C.U., ms. not. Giovanni Del Pittore, Istr. 1472, f. 59v). |
1483, dic. 11 |
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«Actum Utini in Foro veteri sub porticu domus solitę habitacionis heredum q. nob. ser Rizardi Sbrugli de Utino» (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Quaternus 1480, f. 7v). |
1504, febbr. 9 |
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«In contrata dicta Chialiareziis in domo infrascripti emptoris », ossia di Antonio q. nob. ser Rizzardo Sbruglio (A.S.U., N., Girolamo Fabris, 5381, Istr. 1504, f. 21v). |
1511, lugl. 29 |
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«Testamentum nob. ser Antonii Sbrugli de Utino . Pro anima sua ligavit ven. fraternitati S. Mariæ de Castello unum starium frumenti de livello perpetuali solvendum per Thomam filium naturalem ipsius testatoris et heredes ipsius Thomæ super domo habitationis eiusdem testatoris sita Utini in contrata vocata de Chialiarecis iuxta domum ser Francisci Sbrugli fratris dicti testatoris, iuxta m. Baptistinum batilanama, iuxta sp. doctores d. Gregorium et Hieronymum fratres filios q. ser Ioannis de Masiis2 et iuxta viam publicam . Nota3 quod ser Antonius Sbruglius aliud condidit testamentum manu ser Antonii Beloni, quia et ipse et Thomas eius filius de peste defuncti sunt non multos dies post » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, 5341, Prot. VI, f. 12v — 13r). |
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a ms. batilana |
1709, giu. 11 |
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« Antonio Orca mercante nel instr. 5 apr. 1706 di mano del sp. Thomaso Patrielli, col quale fece l’aquisto della casa di sua habitatione, posta in Mercà Vechio, dalli nob. Giovanni Maria e fratelli Billia, assunse obligo di pagare » (A.S.U., N., Giuseppe Bertoldi, 8442, I instr., f. 45r — 46r). |
1753 |
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« Tomaso e fratelli Orca pagano di livello perpetuo a Nadal L 40 sopra una casa posta sul canton di Mercavecchio sopra l’androna di Marzaria, livellata dalla fratterna a Iusto cimador 1485, 20 gennaro come nel Libro instrumenti, c. 14, nodaro Lorenzo Papiriis» (A.C.U., A.A.O., Cattastico ... 1753, f. 307v). |
1779, giu. 30 |
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«Pezzo di fondo con muri scoperti situato nella contrada detta di Merceria di questa città, sopra il quale prima dell’incendio accaduto l’anno passato era eretta la casa, che si vede descritta nell’allibramento Comuzzi al n. 1, il quale in presente confina a 1ev. li sigg. Poch e Menz di Bolzano successi alle sign. Regina ed Elena sorelle Orca, a mezz. la contrada detta la Marceria, a pon. le sign. Gandine, ed a tram. parte il sig. Fe-ruglio e parte li antedetti Poch e Menz ; casa che prima del seguito incendio era eretta sopra il fondi sudetto colle assegnazioni che furono verificate dal sig. Comuzzi nel suo alibramento sopra la casa antidetta». Eredi risultano Giuseppe, Regina ed Elena Orca. Domenico Ceconi è l’erede di Giuseppe Orca (B.C.U., vacch. 71, Stima dei beni dopo l’incendio beni Orca del defunto rev. don Giuseppe Orca, trasmessi ai nipoti, in contrada di Marceria, f. 1v — 4r). |
1793, magg. 19 |
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«Nella determinazione in cui sono Antonio e Luiggi fratelli q. Gaspare Gobi di sciogliere il negozio di botegha di caffè, droghe e scaletaria, corso un tempo in dita del detto sig. Antonio e del sig. Gaspare q. Vicenzo Naschinetti per la di lui porzione al predetto Luiggi et in presente perciò corrente in dita di detti fratelli Gobbi, e di dividere nell’atto stesso ciò che per le paterne rappresentanze e per la loro specialità esser vi può tra loro di comune, si rende indispensabile la divisione anche tra detti fratelli ed il predetto Naschinetti . Comuni essendo li mobili et utencilli del negozio predetto, che esistevano fin dall’epoca 7 apr. 1791, tanto a detti fratelli che al sig. Gaspare Naschinetti , saranno gl’uni e gl’altri divisi. Li mobbili, utensili e crediti di detto negozio formatti posteriormente all’epoca 7 apr. 1791 saranno egualmente divisi . Invece di dividere la casa e bottega in Mercà Vecchio, fu di ragione Orca, acquistata dalli sigg. Giuseppe e Catterina n. Orca iug. Tomada a livello francabile, col nome di detto Naschinetti , il predetto Luigi cede la quarta parte allo stesso spettante in detta casa al sig. Antonio e di lui fratelli » (A.S.U., N., Liberale Girardi, 10345, II instr., 157, f. 160v — 162r, atto del 6 lugl. 1800). |
1801 |
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«Orca sign. sorelle; affittuale sig. Luigi Gobbi caffettiere» (Nomenclatura, f. 28v). |
1809 |
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È di Gasparo Naschinetti (Registro delli aloggi, f. 20v). |
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Vi abitano i caffettieri Antonio e Luigi Gobbi (ibid.). |
1811, genn. 26 |
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« Gaspare del fu Vincenzo Naschinetti e Antonio del fu Gaspare Gobbi danno, a pagamento delle it. L 2630,03 la bottega di caffè a pepiano, coll’appartamento superiore sino ed incluso il coperto, col suo relativo fondi dal corpo della casa che confina a lev. strada pubblica, mezz. contrada detta Merceria, pon. Domenico Ceconi e sett. Giovanni Simonetti , guardante in Mercatovecchio e marcata col c.n. 740 » (A.S.U., N., Francesco Nicolettis, 10623, 424, f. 20v). |
1812 |
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“Caffè militare” (Esercenti). |
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Gestione di Luigi Gobbi (ibid.). |
1812, genn. 2 |
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Gasparo q. Vincenzo Naschinetti ed Antonio q. Gaspare Gobbi vendono a Domenico q. Angelo Faccendi l’azione di recuperare dalle mani della sig. Francesca q. Giuseppe Tomada la bottega ad uso di caffè nella fabbrica n. 740; piϊ vendono la cantina sotteranea, il sito di dietro la bottega da caffè, un camerone al primo piano (A.S.U., N., Luigi Bertoldi, 10360, 823). |
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Questa porzione di casa era stata venduta ai venditori dai defunti Giuseppe Tomada e moglie Caterina Duca a livello francabile con atto 15 luglio 1786, atti Marino Sporeno. Questa porzione di casa confina 1ev. Mercatovecchio, mezz. bottega del sig. Faccendi e con casa sopra della sign. Elena Duca, pon. casa Ce-coni, a tram. restante casa suddetta, fu Duca (ibid.). |
1817, nov. 19 |
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Il cursore municipale recapita in questa casa a Valentino Mario, agente di Luigi Gobbi, la diffida a munirsi di licenza di polizia, per motivi non precisati (A.S.U., C.A. I, 10). |
1820, magg. 30 |
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È di G.B. Centa (A.S.U., C.A. I, 35/V). |
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Costui chiede il permesso per costruire un’altana. Sentito il parere del commesso d’ornato Giuseppe Presani, gli viene accordato il nulla osta a condizione che alla gronda sia sostituita una cornice (ibid.). |
1820, ott. 5 |
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Gaspare fu Vincenzo Naschinetti e Antonio q. Gaspare Gobbi vendono a G.B. del fu Paolo Centa il secondo piano della casa n. 740, già acquistato dai venditori dalle mani dei sigg. Giuseppe e Caterina Orca iugali Tomada con atto 15 lugl. 1786 del not. Marino Sporeno (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10455, 2324). |
1830, lugl. 2 |
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Luigi Pers presenta progetto per la riforma del «padiglione della bottega da caffè» da lui condotta. Segue l’approvazione (A.S.U., C.A. I, 168/XIV, 2788 Orn. II C, con dis.). |
1832, mar. 26 |
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Il capo del quarto quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al caffettiere Luigi Pers l’avviso n. 1050 (A.S.U., C.A. I, 193). |
1833, mar. 26 |
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Pietro Pelosi presenta progetto per la «riforma della propria bottega al n. 740 » (A.S.U., C.A. I, 206/1, 1190 Orn. II C, con dis. firmato dal muratore Giuseppe Taboga). |
1843, genn. 30 |
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Maria Centa Filaferro e Teresa Centa Bosma sorelle vendono a Luigi q. Pietro Pelosi casa e fondi n. 740 per L 13200 (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 410). |
1843, mar. 25 |
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Luigi Pelosi chiede di «riformare la facciata della casa». Il progetto, firmato da Giuseppe Salvador, viene approvato (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2201 Orn. II C). |
1843, mar. 29 |
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Registrazione di contratto privato, redatto il 25 marzo «con cui Luigi Pelosi alienò al sig. Pietro Masciadri la casa con bottega sottoposta e fondi relativo, sita in contrada del Mercavecchio al c. n. 740 ». Nel contratto si precisano gli ambienti: «la bottega con stanza superiore, stanza a latere della medesima alla parte di pon., cantina sotterranea acquistata dal sig. Domenico q. Angelo Facendi , 12 genn. 1812» (A.S.U., N., Antonio Cosattini, 8/I, 459). |
1846 |
° |
È di Luigi Pelosi, che riforma facciata su Mercatovecchio (A.M., 1846, b. 406). |
1846, genn. |
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Il Pelosi viene multato per non aver eseguito il prolungamento delle grondaie fino a terra. Seguono lavori di sistemazione, che il 25 apr. l’ing. Lavagnolo dichiara compiuti (A.S.U., C.A. I, 406/II, 2201 Orn. II C). |
1852 |
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I numeri 740 e 740 I appartengono a Pietro Masciadri (Competenze, I, f. 20v). |
1936 |
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Caffè “Al Commercio”. |
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NOTE |
1 |
L’annotazione è tagliata con tratto di penna obliqua. Altra mano vi aveva aggiunto in alto: «Mo paga li heredi di maistro Lorenç chaligar» (A.S.U., Confr. Calz., Libro rosso, 425, I, f. 27r). |
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2 |
Per gli Amasei, vedansi n. 383 e 742. |
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3 |
Annotazione del notaio in calce. Circa questi testamenti, dettati dalla finestra, lasciò un’annotazione anche il not. Belloni. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BATTISTELLA, Udine ... XVI, 131. |