1644, ag. 30 |
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Viene accolta l’istanza del calzolaio G.B. Martinis chiedente il permesso di «piantare quattro o cinque colonelle, sotto lo stillicidio, che servino a sostegno» della sua casa «nel borgo del Fieno su l’angolo a mano destra per mezzo la contrada Savorgnana», in quanto «minaccia qualche rovina nell’aspetto verso la medesima contrada, per esser stata fabbricata su barbacani all’antica la facciata da quella parte» (Annales, LXXVII, f. 128r — 128v). |
1778, sett. 12 |
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Nota di perito anonimo: «Ad instanza del sig. Osvaldo Cortoleccis, che fa per nome del sig. G.B. di lui fratello, io sottoscritto perito ho presa in grado sopra luoco I’infrascritta casa di ragione delli prefati sigg. Cortoleccis, attualmente condotta in affittanza semplice per locazione — dal sig. Michele Airango turrinese abitante in questa città —» (B.C.U., pubblico perito anon., vacch. 79, f. 43v — 49v, con descriz. e stima dei singoli ambienti). |
1801 |
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Osvaldo Cortelezzis (Nomenclatura, f. 27v). |
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Dai documenti seguenti si capisce che l’edificio comprende diverse parti contrassegnate dalle seguenti lettere dell’alfabeto: A, B, C, D. |
1809 |
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È di Giovanni e fratelli Cortolezzi. Affittuali sono Daniele Gabrieli e il locandiere Luigi Zancano. «Piú non esiste la locanda dell’inquillino Zancano» (Registro delli aloggi, f. 20v — 21r). |
1810, genn. 27 |
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I fratelli Giovanni e Osvaldo Cortelezis chiedono «di far aprire una porta contigua all’altra della casa in contrada di S. Tommaso, coscritta al c.n. 725 B di loro proprietà (A.S.U., C.N., 178/Ornati, XIX). |
1813, genn. 7 |
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Al podestà di Udine Giovanni e fratelli del fu Osvaldo Cortolezis «domandano il permesso di aprire una porta sulla pubblica strada lateralmente al porton d’ingresso della loro casa d’abitazione coscritta al c.n. 725 A». Il nulla osta è rilasciato due giorni dopo (A.S.U., C.N., 180/XIX). |
1826, apr. 20 |
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Giovanni del fu Osvaldo Cortolezis, facendo presente che «sotto la casa di abitazione — in contrada S. Tommaso esiste un mezzado avente una porta ed una sola finestra sulla pubblica strada, desidera — ingrandire la finestra — in riquadri di pietra da chiudersi con rabatto» (A.S.U., C.A. I, 100/1826, 1283 Orn. II C). |
1831, genn. 30 |
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Giovanni q Osvaldo Cortolezis, proprietario delle due case «situate in — contrada di S. Tommaso — n. 725 B e 725 C, domanda il permesso di aprire una porta e rabatto a pie’ piano della casa 725 B nel sito delle due finestre attuali verso mezz. e di aprire altra porta e rabatto unito a pie’ piano nella unita casa 725 C verso pon. —» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 378 Orn. II C, con dis.). |
1831, magg. 13 |
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Luigi Berletti chiede il permesso «di colocare al di fuori del proprio negozio di libraio1, al c.n. 725 una piccola tenda onde difendersi da’ cocenti raggi del sole». L’autorizzazione non è concessa perché «l’angustia della strada tanto frequentata prossima ad un quadrivio non lascia luogo ad annettere la proposizione di collocamento» (A.S.U., C.A. I, 182/V, 1950 Orn. II C, con diss.). |
1846, nov. 14 |
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Raimondo Cortelazis, «avendo divisato di riformare la facciata della bottega — che fa parte della casa — n. 725 D», presenta progetto, firmato dal muratore Valentino Driussi. La domanda è sottoscritta dal «libraio affittuale» Luigi Berletti. La deputazione d’ornato giudica «tollerabile» il progetto (A.S.U., C.A. I, 406/II, 7556 Orn. II C, con dis.). |
1847, apr. 11 |
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Teresa Venerio Cortelazis, proprietaria della casa 725, «desidera cambiare li due stipiti della parte numerata A, per essere in pessimo stato li attuali». Allega un dis. della porta e della finestra, firmato dal muratore Francesco Agosto. Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 422/IV, 2263 Orn. II C, con dis.). |
1852 |
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Appartiene, insieme con i numeri 725 A, 725 B, 725 C, 725 D, 725 E, a Teresa Cortelasis (Competenze, I, f. 20v). |
1852 |
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Vi aveva sede la libreria Berletti (“L’alchimista friulano”, 3, XXXI, 1 ag. 1852, 253). |
1855, genn. 19 |
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Teresa Venerio Cortelazzis chiede ed ottiene di aprire una porta nella casa segnata col n. 725 B (A.S.U., C.A. II, 66, 421 Orn. II C). |
1855, febbr. 14 |
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Mario Bardusco2 presenta due schizzi di lavori da eseguire per la casa Cortelazzis (A.S.U., C.A. II, 66, 904 Orn. II C). |
1876 |
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L’edificio ospita nelle varie parti, oltre all’ottonaio e lattonaio Giovanni Perini, nella parte censita 725 A, il sarto Giuseppe Tubelli e le modiste Billich e Tavagnutti; nella parte censita C ha l’ufficio l’ing. G.B. Zuccaro e vi è ospitata la libreria di Luigi Berletti; nella parte 725 D vi hanno recapito i sensali Natale e Odoardo Merluzzi (COSMI-AVOGADRO, 108, 112, 102, 97, 98, 113). |
1877, apr. 10 |
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Il comune acquista ‹la casa› da Cortelazzis (Not. Aristide Fanton). |
1878 |
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Vedasi n. 724. |
1883 |
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Al n. 725 C è ancora segnalato lo studio dell’ing. G.B. Zuccaro; al 725 D è ospitata la bottega del fornaio Carlo Menini (AVOGADRO, 145, 146). |
1910 |
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Viene abbattuta. Vedasi n. 728. |
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NOTE |
1 |
Della molteplice attività svolta dalla libreria è saggio la notizia stampata su “L’Alchimista friulano”, 3, XXXII, 8 ag. 1852, 260, con la quale si pubblicizza la vendita della medaglia di Antonio Fabris per la restituzione della dignità arcivescovile alla sede di Udine. L’attività piú famosa è rimasta legata alla calcografia musicale da parte della tipografia annessa, come si legge su “Giornale di Udine”, del 27 luglio 1868, CLXXVII, 1-2, con un articolo di P. Da Carina, che annuncia la prossima pubblicazione dei cinquanta salmi di Benedetto Marcello. Nell’esposizione artistico-industriale di Udine nell’agosto 1868 il Berletti vi presenta le sue opere (“Giornale di Udine”, 3, CCXV, 9 sett. 1868, 2). A ciò si aggiunga l’attività della libreria circolante organizzata dal Berletti (“L’alchimista”, 7, 22 marzo 1856, XII, 47-48), quella di “esposizione permanente” praticata nel negozio per gli artisti friulani del momento e quella della diffusione di novità nell’ambiente udinese, quali lo stereoscopio (Notizie urbane, “L’annotatore friulano”, 1, LXXV, 1 ott. 1853, 312). |
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2 |
Ancora “L’Alchimista” (6, XV, 8 apr. 1855, 120) pubblica la réclame per questo negozio: «Mario Bardusco rende noto che il suo laboratorio di dipinti, intagli, pressioni, dorature, ecc., venne trasportato in contrada San Tommaso al c.n. 725. Udine, aprile 1855». |
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BIBLIOGRAFIA |
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“L’annotatore friulano”, 1, LXXV, 1 ott. 1853, 312; BONINI, La biblioteca circolante, 1; COMELLI, L’arte della stampa, 244-245; Esposizione artistico industriale, 20, 48, 106, 107, 117; MIOTTI, Cenno sulle antiche opere, 24; Parti prese... 1898, 72; P[ICCO], Arte e industria; P[ICCO], Una artistica insegna, 2; PICCO, Ricordi, 120; PICCO, Udine vecchia. Via Cavour; PILOSIO, Editori friulani, 14; PILOSIO, Nella Treccani il nome, 10; S[ACCOMANI], Il ristauro, 19, 511; SBUELZ, Notizie storiche relative alla Loggia, 37, 39; Vedasi inoltre bibliografia per il n. 728. |