[1637] |
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«G. B. Pascolo armarolo, in luogo di Lonardo Mian, alla partita del Netta, paga di livello L 30 s 8 sopra la casa che detto G.B. ha acquistata da ser Giovanni Pietro Basso di Codroipo et questa casa è quella che nella prospettiva ha quelle parole: Memini»1 (A.C.U., A.A.O., Libro memorie per li livelli, n. 347, p. 197). |
1655, sett. 23 |
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Giovanni Pietro Basso di Codroipo q. Giacomo e Natale fratello vendono a G.B. di Pascolo, armarolo, una casa in borgo del Fien, confina a levante sigg. Paladini, mezzodν strada, ponente G.B. Pascolo, ai monti osteria alla “Nave” (not. Ferrante Orgnani). |
1710, sett. 17 |
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Precetto intimato a Pietro Cisotti, acquirente della casa del Memini, di rimettere la lapide ch’egli aveva fatto levare «quod illico debeat reponere eamdem inscriptionem sicuti per antea erat ad hoc ut ad perpetuam existat memoriam et hoc in pena ducatorum 100» (B.C.U., ms. E. I, f. 129r). |
1743, ag. 13 |
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« Contai d’ordine degli ill.mi sigg. deputati a ser Pietro Lavariano lire sei soldi dieci per aver dorata l’iscrizione del Memini Adν 30 detto. Contai come sopra a Simon Pariotto tagliapietra per la pietra negra datta e lavorata con l’intaglio delle lettere indicanti il sudetto Memini lire cinquanta . Tomaso Gallici cancelliere di Comun» (A.S.U., C.A., 93/21). |
1743, ag. 14 |
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Dopo pranzo fu incastrata «quella lapide negra con parole dorate» in muro nella contrada chiamata del Fien nella sudeta casa dicevano esservi stato getto d’ebrei e che dal sudeto si fosse generata la peste (CIPOLLA, Memorie, f. 57r — 57v). |
1743, ag. 20 |
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Polizza di Simon Periotto per fattura del Memini (A.S.U., C.A., 93/21). |
1801 |
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Giovanni Maria Simonetti (Nomenclatura, f. 27v). |
1809 |
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È del negoziante Nicolò Simonetti; vi abita il farmacista Pietro Lirussi (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1813, ott. 22 |
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Il «capo murero» Leonardo del fu Valentino Prisani chiede il permesso di eseguire alcuni lavori nella casa n. 720: «Al pian terreno farvi il marciapié con lastre di pietra, alla porta d’ingresso farvi un portoncino. In primo piano poi a livelo un pian di finestra e porvi li polici alle tre finestre. In secondo pian riquadrar due finestre, essendo precedentemente in volto, e livelar li piani col farvi tre finestre sotto la linda del coperto serviente per la soffita» (A.S.U., C.N., 180, 5195 Orn.). |
1825, sett. 20 |
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«G.B. Bernardis vende col patto di riscatto entro cinque anni al sig. Giuseppe Cernazai casa in esso pervenuta per eredità da piϊ di un secolo nella di lui famiglia da Zuanne Netta per testamento Simon Cadene d’Udine, sita nel borgo detto di S. Tommaso n. 720, marcata con la lapida portante l’iscrizione Memini per il convenuto prezzo di austr. L 6860,93 » (A.S.U., N., Riccardo del fu Antonio Paderni, 10464, 4577). |
1827, sett. 18 |
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Antonio del fu Pietro Pilosio « dovendo demolire per essere in cattivo stato la linda sottoposta alla bottega ad uso di barbiere in contrada S. Tommaso al n. 720, di ragione dell’interdetto G.B. Simonetti, da lui amministrato, fa istanza che gli sia permesso di modificarla, sostituendo una cornice sul modello di una di quelle che gli stanno dirimpetto di recente costruzione nella contrada medesima ». Ne ottiene approvazione, purché la cornice sia «debitamente colorita ad oglio», analoga a quelle «costruite dalla congregazione municipale sopra le botteghe sottoposte al palazzo comunale» (A.S.U., C.A. I, 135/XI, 3761 Orn. II C). |
1852 |
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Appartiene ai fratelli Cernazai (Competenze, I, f. 20v). |
1876 |
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Vi hanno laboratorio i sarti Camerino e Vidoni (COSMI-AVOGADRO, 112). |
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NOTE |
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Il Candido, narrando il famoso episodio dello scoppio della peste in questo edificio nel 1511 e spiegando l’origine del Memini, fa presente che ai suoi tempi la casa è “vecchissima” e che è abitata dal bergamasco Simon Cadena. |
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STUDI INEDITI |
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FACCIOLI-JOPPI, Chiese, f. 42v; DE GIUSTI, Trattato dela peste, f. 24r. |
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BIBLIOGRAFIA |
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CANDIDO, Cronaca, 19; CORGNALI, Sù e jù par Udin. Memini, 2; IOLY ZORATTINI, Gli Ebrei, 50; OCCIONI BONAFFONS, Religioni diverse, 102; STRASSOLDO, Cronaca, 29. |