1801 |
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Antonio Pascoli, fornaio (Nomenclatura, f. 27v). |
1805, mar. 22 |
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Antonio q. G.B. Pascoli vende a Francesco q. G.B. Giupponi, per L 7818, due casette poste nella contrada di S. Tornaso (A.S.U., N., Daniele Micheloni, 10320, IV instr., 255, f. 371r — 372r). |
1809 |
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È del pistore Antonio Pascoli. Affittuale è l’oste Pietro Monticoli (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1810, ag. 10 |
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L’architetto civile Giuseppe Prisani, in una denuncia al commissario di polizia, rileva lo stato di rovina di un «pezzo del coperto della casa n. 716 abitata dall’oste Pietro Monticoli e di proprietà del sig. Antonio Pascoli» (A.S.U., C.N., 178/XIX Orn.). |
1812 |
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Osteria “Ai tre marinai” (Esercenti). |
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Gestione di Mario Monticoli (ibid.). |
1817, sett. 19 |
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Il cursore municipale presenta in questa casa a Serafino Moroni la diffida a munirsi di licenza di polizia. Non ne è precisato il motivo (A.S.U., C.A. I, 10). |
1822, mar. 13 |
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Giacomo Catterinuzzi chiede ed ottiene il permesso di riformare i ribatti della sua bottega (A.S.U., C.A. I, 68, 1025 Orn., II C). |
1825, ag. 19 |
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«La viva brama di vedere in ogni sua parte abbellita questa r. città fa sν che la scrivente deputazione d’ornato ponga sott’occhio a questa congregazione municipale la necessità di ristauro del muro contiguo alle pubbliche beccarie ed alla casa n. 716 . Il detto muro presenta un’indecente mostruosità, oltre ad essere pericoloso per la sua antichità, da cui sono cadute varie pietre» (A.S.U., C.A. I, 100, 172 Orn.). |
1829, lugl. 29 |
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Il comune vende a Pietro Piani «il locale aderente al vecchio macello tra i confini a lev. Giacomo e Sabbata Cattarinuzzi, mezz. calle di S. Tomaso, pon. le beccarie e tram. Lessani Domenico e Peressutti Maria e sorelle» per L 5240 (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10555, 3883 con descrizione). |
1831, dic. 4 |
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Francesco Andervolt, proprietario della casa, presenta un nuovo progetto per il rinnovamento della facciata. Il permesso è accordato (A.S.U., C.A. I, 182/V, 5264 Orn. II C). |
1842, ag. 20 |
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Tomaso Andervolt chiede ed ottiene il permesso di ricostruire la facciata. Il progetto è firmato da Valentino Driussi (A.S.U., C.A. I, 406/11, 5376 Orn. II C, con dis.). |
1842, sett. 28 |
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«Coll’atto 23 lugl. 1842 nei rogiti di Riccardo Paderni Anna Maria, al sec. Angela q. Giovanni Piani, vendette ed il sig. Tommaso q. Giacomo Andervolt acquistò una corticella formante parte del locale detto delle beccherie , la quale va ad essere contigua alla casa dell’acquirente Andervolt. Diventato esso proprietario di quella corticella, spiegò il desiderio di erigere verso la strada a mezz. una fabbrichetta di un piano, la quale congiungesse la sua casa col fabbricato delle beccherie della sign. Piani. Ma per eseguire una tal opera conveniva appoggiare la travamenta al muro delle beccherie appartenenti alla Piani. Accordatosi l’Andervolt in tal fatto, ne chiese la concessione alla Piani». Segue accordo fra le parti (A.S.U., C.A. I, 406/II). |
1852 |
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Appartiene a Tommaso Andervolt (Competenze, I, f. 20v). |
1883 |
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L’edificio, oltre allo studio dell’avv. Pietro Linussa, ospita la bottega del calzolaio Giuseppe Bigotti (AVOGADRO, 138, 140). |
1931 |
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Casa a due piani di due finestre. Negozio Alessi. |