1487, sett. 15 |
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«Strenuus vir ser Dominicus de Servia civis Utinensis exposuit se habere quandam domum in contrata porte S. Marie de Utino, que, cum horto suo et braida confinat cum quadam calicella tendente versus murum castellanum iuxta murum proprium claudentem hortum et braidam S. Marie Battutorum1». Chiede di poter sopprimere la stradella. Gli viene concesso (A.O.U., Misc. 136, 52). |
1500, genn. 30 |
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«Ser Ioannes q. ser. Guberti Strazaroli locavit ser Ioanni draperio q. ser Antonii de Locatellis unam domum cum tinctoria, magazeno, horto et curia et cum omnibus et singulis instrumentis seu ordegnis de presenti existentibus in dicta domo spectantibus et pertinentibus ad tinctoriam atque cum furno ad coquendum cinerem et cum lavatorio: quę quidem domus et tinctoria cum prędictis magazeno, horto, curia, furno et lavatorio, sita est Utini in contrata portę Sanctę Marię inter eximium artium et medicinę doctorem Nicolaum de Soldoneriis a duabus partibus et inter murum castellanum mediante via publica; pro quibus domo, tinctoria, magazeno, horto, curia furno et lavatorio et caldariis et instrumentis et ordegnis spectantibus ad ipsam tinctoriam ser Ioannes conductor promisit solvere singulis annis de affictu ducatos viginti octo usque ad decennium proximum incipiendum die primo februarii » (A.S.U., N., Roberto da Latisana, Istr. 1499 - 1500, f. 36r). |
1568, giu. 25 |
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I conservatori del monte affittano a Pietro Arrigoni «domum tintorie ipsius montis cum curia et horto coherente domui habitationis predicti conductoris, Utini intra Portonum S. Marie » (Acta, XXI, f. 126v). |
1588, ag. 12 |
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Francesco Maseri per eliminare l’inconveniente della tintoria propone al Monte di permutare questa casa con altra presso S. Pietro Martire (Annales, LXIII, f. 49r). |
1591, ag. 21 |
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«Stima fatta per Camillo Caimo et per me Ioseffo Manttoano stimador, deputatti per il consiglio di Udene de una et per Francesco Masaro del altra parte , a stimar li dui case, zoè una del sacro monte di pietà, detta la tentoria, posta in porta di S. Maria, confina a sol levado con la strada pubblica, a mezzo dν et sol a monte con il sig. Fulvio Arigone, alle montagne con una stradella che va a torno li muri, et l’altra del sig. Francesco Masaro, posta per mezo il cimitero over sagrà de S. Pietro Martire, conffina con misser Zuan Baptista Arlatto et con la strada pubblica» (B.C.U., ms. M. XIII, f. 149r — 151v). |
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Stima della casa del magn. sig. Francesco Masaro posta «in Udene per mezo il cimiterio over sagrato di S. Pietro Martire la qual dà in permutta al sacro monte de piettà in contracambio delle case della tentoria oltra schritta stimatta per noi stimadori » (ibid.). |
1602 |
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I Maseri assegnano una casa in borgo S. Maria, in conto di dote, a Lavinia Maseri moglie del nob. Girolamo Sbruglio (Joppi, Notariorum, XV, f. 172r). |
1630, sett. 2 |
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« Avendo li giorni p.p. il co. Lodovico Manin fatto aquisto del palazzo che era delli heredi Maseri, situato nella contratta di Porta di S. Maria, ed essendo nel cortine del detto pallazzo situate le stalle spettanti cosν al detto palazzo del detto conte, come anche le stalle appartenenti al paiano del sig. Sbruglio; e desiderando il conte d’impadronirsi anco delle stalle di raggion del detto Sbruglio per maggior sua commodità e per levar ogni servitϊ al detto suo palazzo, come anco il detto sig. Sbruglio di maggiormente ingrandire di stanze l’istesso suo palazzo e di rimovere insieme quelle servitù, che li ponno essere inferte dal palazzo del conte; quindi è che gl’antedetti co. Lodovico Manin e Sbruglio sono convenuti insieme per reciproca commodità come qui sotto : il sig. Sbruglio cede al co. Lodovico le stalle spettanti al palazzo della sua abitazione ; all’incontro il co. Lodovico concede al detto sig. Sbruglio di poter quandocumque fabricare in altezza sopra le stalle del conte come anco sopra le stalle del sig. Sbruglio cesse e che inoltre possa continuar la fabrica sopra dette stalle cosν per quanto capiscono esse stalle, come anco per quel vacuo, che è fraposto dalle dette stalle fin al muro che riguarda la strada inclusive, sopra qual muro, cioè verso la strada publica che riguarda verso la roia, esso Sbruglio possa far quelle finestre e quante li pareranno che possa il medesimo fabricar da fondamenti su per quanto si estende la largezza di dette stalle, quelle stanze che meglio ad esso parerà, fin dove dirimpetto s’estendono l’altre case e camere fabricate nell’altra alla del suo palazo e quelle innalzare quanto li parerà da un capo all’altro; dovendo però il sito terraneo fin al primo solaro di tutte esse fabriche, che sono fatte esser proprie del conte, sν che possa di esse valersi e disporre; e dal primo solaro in su inclusive sia patron il sig. Sbruglio, cosν del coperto, come d’ogni altra cosa; e d’essa fare e disporre a suo piacere con questa condizione però che tutte le spese, che anderanno a fabricare sopra le dette stalle per commodità del sig. Sbruglio, cosν per allungare il vacuo verso la strada publica, come anco per erigere in capo delle dette stalle verso la corte e brolo nuova fabrica corrispondente ala già fabricata, il detto Sbruglio le abbi da fare col suo proprio dannaro ; aggiungendo appresso che il medesimo sig. Sbruglio possa fabricar li primi solari all’altezza corrispondente del primo solaro del suo pallazzo. E con patto espresso fra le parti convenuto che il sig. Sbruglio col fabricar sopra le dette stalle sopra il detto vacuo e col eriger di nuovo qualche fabrica in capo le stalle non possa in modo alcuno inferir servitϊ di sorte alcuna, né con finestre né con balestrieri né con fori che riguardin sopra il cortile del conte né in faccia né per fianco, eccettuato però lo stilicidio dei coppi che in ogni evento dovrà esser rimesso dal sig. Sbruglio in quello stato e forma che ora si ritrova, perché quello abbia da cadere sopra il cortile di esso conte, il quale debba permeter che il sig.Sbruglio posa otturare tutte le finestre e fori che fossero verso il suo palazzo e cortile e che per l’avenire non possa il conte dare alcuna servitϊ di questa sorte; dovendo però serbar le pietre, le porte di legno e la feramenta ad esso sig. Sbruglio » (A.S.U., Arch. Caimo, 10, not. Gaspare Albino). |
1744 |
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Sbruglio (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 176). |
1762, sett. 8 |
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G. Enrico Sbruglio vende la casa ai Caimo (A.S.U., N., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 9196, XI instr., f. 26r — 32r, con copia di preliminari di vendita redatti il 27 magg. 1762). |
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«Caimo. Questi abitavano al principio del secolo XVII in una casetta in Grazzano presso il palazzo Antonini e nel 1705, per 5000 ducati comperarono parte del palazzo Antonini, detti d’Olanda, che nel 1762 fu da essi restituito ed acquistarono il palazzo Sbruglio in borgo S. Maria» (B.C.U., ms. fondo Joppi 74, f. 31r). |
1764, apr. 11 |
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Obbligo assunto dal co. Giacomo q. Eusebio Caymo: «Richiesti da me Giacomo Caymo li nn. hh. coo. Alvise e figliuoli Manini col mezo del nob. Nicolò Gabrielli q. Carlo , per ottenere il grazioso permesso di aprire, sopra la corte del palazzo di essi conti, situato in borgo di S. Maria ed in confine con la casa di mia abitazione, numero tre ovadi, due de’ quali averanno a corrispondere alla scuderia di mia ragione, et uno alla rimessa delle carrozze; et ottenuto dalli medesimi l’assenso, resta in oggi e per sempre da dichiarito ed espresso in valida solenne forma che tutti cotesti ovadi sarano da me apperti a pura e mera condizione che qualunque volta ciò non fusse di piena loro sodisfazzione per qualunque riguardo, quali doveranno essere da me a miei danni, e spese ad ogni minimo cenno otturati, rimettendo le cose tutte in pristinum tali, quali lo sono in presente; e perché cotesta mia dichiaratione e cotesto mio obligo abbia sempre a riportare il suo pieno effetto, risolvo di consegnarlo a mani del sig. Francesco Lorio q. Giovanni not. » (A.S.U., Arch. Caimo, 10, not. Francesco Lorio). |
1801 |
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Co. Giacomo e figli Caimo. Loro abitazione (Nomenclatura, f. 26v). |
1809 |
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Appartiene a Giacomo Caimo. Affittuale è Tommaso Obizzi (Registro delli aloggi, f. 20v). |
1809, dic. 12 |
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I Caimo vendono il palazzo a Gaetano Clabassi, per L 50758 ricevendo a conto prezzo altra casa del Clabassi in via S. Cristoforo al c.n. 1262 (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10295, 63). |
1852 |
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R. demanio. Ufficio ipoteche (Competenze, I, f. 19v). |
1936 |
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Ufficio delle ipoteche. |
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L’edificio è vincolato dal M.P.I. con D.M. del 18 lugl. 1959 ai sensi della L. 1089/1939. |
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NOTE |
1 |
N. 947. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BALLERIO, Architettura minore, 6; BERGAMINI-SERENI, Tra case e palazzi, 152-157; CASADIO-MAIDA, Palazzo Maseri, 113, 115; COMELLI, Passeggiate, 126; ERMACORA, Guida, 160; Nozze Beretta-Orgnani, 9-29; Per li nobb. sign. conti Fratelli Tartagna; della PORTA, Toponomastica, 260; SACCAVINO, La fraterna di S. Lino, 24; S[ACCOMANI], Il ristauro, 35; VALENTINIS, Udine antica, 25. |