1743, apr. 18 |
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Nelle confinazioni delle case soggette a livello a favore della fabbrica del duomo, si cita una casa «di presente incorporata nell’abitazione, corte ed orto delli — Panni, quale — confina a levante con altra casa posta sul canton dell’androna detta del Fredo per avanti Missona, a mezzodí casette di piú particolari, a sol a monte Paroni mediante casa fu Rudella et alle monti borgo» (B.C.U., ms. F. XXI, f. 70r — 70v). |
1801 |
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Dott. Carlo Paroni1 (Nomenclatura, f. 22v). |
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Affittuale Pietro Pascottini (ibid.). |
1809 |
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È di Girolamo Carlini (Registro delli aloggi, f. 16v). |
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Affittuale è il calzolaio Pietro Pascuttini (ibid.). |
1821 |
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È del sac. Vincenzo Romanelli. Viene ricostruita, comprendendo anche il n. 577 (A.S.U., C.A. I, 53/III, 1087 Orn. II C). |
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La riedificazione parte da una denuncia del commissario di polizia alla congregazione municipale per lo stato pericolante «pendente e fur di piombo» del muro maestro. Il rilievo è condotto coll’ausilio dell’ing. Giulio Bertoni. La casa al momento è abitata dalla vedova di un assistente di finanza, tale Lucia Del Bianco. Il 18 marzo il sac. Romanelli, debitamente convocato, riceve l’ordine di demolizione. Promettendo di obbedire, chiede una dilazione per sistemare gli affittuali.
Gli è poi necessaria una proroga, che gli viene concessa fino al 25 aprile.
Alla fine di questo mese il commissario di polizia denuncia il disordine trovato sul luogo a causa dei materiali di demolizione.
Il 30 aprile il Romanelli riceve l’ingiunzione di produrre il disegno della fabbrica (A.S.U., C.A. I, 53/III, 1554 e 1844, Orn. II C). |
1821, magg. 2 |
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Vedasi n. 577. |
1821, lugl. 21 |
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Giuseppe Presani, commissario d’ornato, riferisce che la fabbrica è «all’altezza di por le finestre del primo piano». Ne giudica irregolare l’impianto e suggerisce di fermare i lavori. Da qui parte l’ordine di arresto degli stessi (A.S.U., C.A. I, 53/1821/III, 3346 Orn. II C, con dis.). |
1832 |
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Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al pizzicagnolo Tommaso Chiandolino l’avviso n. 1050 per la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 |
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Vedasi n. 577. |
1874 |
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La casa appare unita con quella n. 579 (Prospetti di confronto, 56). |
1876 |
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Nella casa ha lo studio l’avv. Giuseppe Forni e abita il professore di violino Carlo Blasig. Vi ha fucina anche il fabbro ferraio Giuseppe Biasutti (COSMI-AVOGADRO, 38, 109, 92). |
1883 |
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Bottega del fornaio Nicolò Variolo (AVOGADRO, 145). |
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NOTE |
1 |
Una delle case comprese tra i n. 578 e 581, dei Paroni, è censita con fondamenti sin dal 1449. Se ne trovano gli estremi già dal 30 sett. 1774, nelle confinazioni del pubblico perito Antonio Codutti per il convento di S. Pietro Martire «(casa posta — nel borgo di Poscolle censiva al — convento, possessa ed abitata dalli — Giacomo e fratelli q. — Angelo Paroni di questa città —. Dissero — confinar a lev. altra casa seguente di ragione di detti — Paroni, mezodí orto ed orto dei medesimi, a pon. altra casa parimente di raggione delli stessi et a tramontana strada — del borgo di Poscolle. Sopra la qual casa pagano detti — Paroni al — convento d’annuo censo perpetuo — L 4» (A.S.U., C.R.S., 783/32, n. 1). |