1801 | Co. Nicolò e nipoti Gabrielli (Nomenclatura, f. 21v). | |
* | Affittuale G.B. Manazzon (ibid.). | |
1809 | * | È di Nicolò e nipoti Gabrielli. Inquilini sono il pittore Giuseppe Pletti, il domestico G.B. Ermacora, il «carozziere» G.B. Manazzoni, l’industriante Francesca Bossi (Registro delli aloggi, f. 15v). |
1823 | * | Vi abita Angelo Mestrone, definito “misero”. «Invitato a spiantare una sua bottega di tavole da gran tempo sita nella piazza di S. Nicolò —, siccome lo stato piú economico non gli permette di prendere a pigione un stabile locale per la vendita di effetti di poca entità ed amando di ivi rimanere, stante l’antico inviamento, cosí prega a voler permettergli la rimanenza verso il pagamento di una mite annua corresponsione». Data la “miserabilità”, comprovata anche da un attestato del parroco di S. Nicolò, Giuseppe Cella, sottoscritta dal capo del terzo quartiere Leone Missio, il permesso gli viene accordato (A.S.U., C.A. I, 81/X, 2592 Orn. II C). |
1832 | * | Il capo del terzo quartiere riferisce di aver recapitato in questa casa al fabbro Antonio Sbors l’avviso n. 1050, circa la «remuzione degli effetti ed articoli ingombranti le strade, piazze, selziati» (A.S.U., C.A. I, 193). |
1852 | * | La casa, censita in quattro parti A, B, C, D, appartiene a G.B. Prodoloni (Competenze, I, f. 15v). |