1799, mar. 6 |
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Gioachino q. Giuseppe Casari e fratelli vendono per d 1100 a G.B. di Lorenzo Plet porzione di casa in Poscolle, acquistata dai Casari dai nob. sigg. Patrielli con atto 1793, giugno 5 di Camillo Merluzzi (A.S.U., N., G.B. Clochiatti, 4806, III instrom., 176, f. 275v - 276v). |
1801 |
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G.B. Pletti, oste (Nomenclatura, f. 20v). |
1808, apr. 22 |
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Osteria gestita da G.B. q. Lorenzo Plet con la moglie Zanobia. Vedasi n. 527. |
1809 |
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È dell’oste G.B. Pletti (Registro delli aloggi, f. 15v). |
1812 |
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Osteria “All’agricoltura” (Esercenti). |
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Considerata di prima categoria, è proprietà degli eredi Pletti (ibid.). |
1824 |
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E di Domenico Pletti. Vi è un pozzo “scoperto” (A.S.U., C.A. I, 88/IX). |
1826, giu. 26 |
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«— Domenico Pletti è nella disposizione di praticare una riforma generale ed architetonica alla facciata della sua casa situata — al c. n. 528, rappresentata dall’unito disegno che rasegna —; — gli si rende necessario di coprire in via provisoria una finestra eguale all’aperta —» (A.S.U., C.A. I, 100, 1826 Ornati II. Case e fabbricati, 691 Orn. II C, con dis.). |
1852 |
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Unita alla casa n. 527 (Competenze, I, f. 15v). |
1857, lugl. 10 |
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Il tutore dei minori Montegnacco fa presente alla congregazione municipale che, «nello stato rovinoso in cui trovasi, il muro di prospetto della casa — n. 528» necessita di ricostruzione. Presenta un progetto firmato dal capo muratore Giuseppe Barbetti. La deputazione d’ornato, tramite l’ing. A. Scala, in data 18 agosto risponde: «La facciata dell’antica osteria Pletti in borgo Poscolle è una delle poche che per purezza di carattere lombardo e regolarità meriterebbero di essere conservate. Il finestrone nel mezzo, con pochi ristauri e lievi sostituzioni di qualche pezzo rotto può venire ricollocato in lavoro e, come desidera la parte chiedente, mantenere chiuso il vano di mezzo ed anche, se lo vuole, in parte e superiormente i laterali. La porta terrena può facilmente ridursi a tre aperture, prolungando e completando la bella cornice, e conservando gli stipiti. A norma del capomastro, segniamo in azzurro la riforma —» (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 4873 Orn. II C, con dis.). |
1857, ag. 24 |
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Giuseppe Camilini, tutore dei Montegnacco, per l’interesse dei pupilli, ritiene opportuno di non accettare la riforma (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 6049 Orn. II C). |
1857, sett. 5 |
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L’ingegnere incaricato dalla deputazione provinciale di Udine esprime parere favorevole per l’opposizione di Camilini (A.S.U., C.A. I, 629/VIII, 2591). |
1874 |
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La casa appare unita in un unico edificio coi n. 529 e 530 (Prospetti di confronto, 102). |
1876 |
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Albergo “Alla croce di Savoia” (COSMI-AVOGADRO, 85). Vi ha recapito il sensale di vino e coloniali Luigi Zamparo (COSMI-AVOGADRO, 113). |
1930 |
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Albergo Roma. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BRAGATO, Guida, 174; D’ARONCO, Ottocento udinese, 43; DONAZZOLO-CRISTANTE, Contributo a Luigi Pletti, 213; Epigrafi murarie, n. 50, 125, n. 56 e 57, 26-27; ERMACORA, La locanda Al cavallino, 49-52; ERMACORA, Vino all’ombra, 80-82; GRASSI, Monografia per le nozze, 20-22; LAZZARINI, Tre amici poeti, 118-121; Oggetti provenienti dalla demolizione, 240; PICCO, Luigi Pletti, 2-3; PALADINI, Aspetti dionisiaci, 262-263; SABBADINI, Al sig. Domenico Pletti, 133-140; VALENTINIS, Udine antica, 11; VATRI, I caffè di Udine, 108. |