Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
505
1683, magg. 28 * «Fatto in Udene, nella contrada del Salle, in casa del sig. Polidoro Faventini» (A.S.U., N., Giulio Bonecco, 7861, VI instr., f. 24v).
1693, mar. 19 * Fatto in Udine, nell’androna del Sale, in casa dell’habitatione del compratore infrascritto». Il compratore è Polidoro Faventini (A.S.U., N., Giovanni Domenico Vinacese, 7887, XII instr., f. 61v — 62r).
1744   È dei Faventi (FRANGIPANE, Da chi furono possedute, 177).
1801   Nob. sig. Agostino Faventini (Nomenclatura, f. 19v).
1809 * È di Raimondo Faventini. Affittuale è l’orologiaio Giuseppe Ongaro1 (Registro delli aloggi, f. 14v).
1812, magg. 26 * In seguito ad atto oppignorativo del 29 febbr. 1812, viene messa all’asta «una stanza al primo piano — al n. 505 a lev. il sig. Giuseppe Casi, a pon. — fratelli Gabrielli». Debitore per L 7,60 è Giuseppe Raffael. Ugualmente, su atto oppignorativo della stessa data, viene messa all’asta «una stanza ad uso di scuderia al n. 505, a lev. sig. Alvise Bassi, a pon. strada pubblica». Debitore è Raimondo Faventini per L 12,30 (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 10 e 17).
1812, magg. 31 * In seguito ad atto oppignorativo del 15 febbr. 1812, asta di una «stanza ad uso di cucina in secondo piano, con ingresso da una scala con pergolo di pietra, e camerino che conduce nella cucina suddetta dal corpo della casa posta in borgo di Poscolle in calle del Sale al n. 505». Debitore è Raimondo Faventini (A.S.U., C.N., 81, Processo verb. d’asta con effetto, n. 16).
1812, ag. 28 * In seguito ad atto oppignorativo del 13 maggio 1812, asta di «una stanza a pian terrena — a lev. Bassi Alvise, pon. strada pubblica». Debitore per L 11,84 è Raimondo Faventini (A.S.U., C.N., 81, Bollettino asta, n. 160).
1814, apr. 2 * Su atto oppignorativo del 23 giugno 1813, avviso d’asta per «una stanza al primo piano dal corpo della casa — n. 505 serviente ad uso di camera». Debitore è Guglielmo Monaco per L 14,55 dovute per la quarta rata dell’imposta prediale 1813 (A.S.U., C.N., 81, Avviso d’asta).
1821 * Angelo Bertuzzi chiede il permesso di «aprire una porta ed una finestra nel muro interno verso la roia di parte della sua casa posta in questa città in contrada del Sale al — n. 505». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 53/III, 3601 Orn. II C).
1823, apr. 10   È di Angelo Bertuzzi (A.S.U., C.A. I, 81/1823/X, 1298 Acque IV, con dis.).
1823, apr. 10 * Il proprietario chiede di «errigere un muro sulla sponda della roia per chiudere la porzione di fondo di sua proprietà esistente fra il muro della casa e la sponda» (ibid.).
1823, sett. 20 * «— Il nob. Raimondo Faventini — vende — alla propria coniuge Domenica n. Cirio — li — locali — dal corpo della casa in — contrada del Sale al c. n. 505» (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1987). Nello stesso giorno Domenica Faventini n. Cirio li vende ad Angelo Bertuzzi (A.S.U., N., Francesco Nussi, 10548, 1988).
1824, magg. 24 * Angelo Bertuzzi, ottenuto di ricostruire «la depressa fondamenta della sponda destra della roia attigua alla casa n. 505, non che d’errigere sopra detta fondamenta un muro di chiusura del fondo, lasciando in esso un foro — per l’espurgo roiale, attrovandosi ora la porta l’ingresso a detto fondo sopra la — calle del Sale di motoni in forma circolare —, desiderando di riformarla con suo requadro di pietra —, addimanda la permissione —». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 89/X, Acque IV, con dis.).
1852 * La casa appare divisa in due parti (505 e 505 A), entrambe appartenenti ad Angelo Bertuzzi (Competenze, I, f. 14v).
1876 * Pietro Barbetti vi ha negozio di legname e materiale edilizio (COSMI-AVOGADRO, 97).
1883 * Vi ha recapito il sensale di granaglie Giuseppe Cargnelutti (AVOGADRO, 143).
     
NOTE 1 Per l’orologiaio Ongaro: PICCO, Ricordi, 116.