1410, febbr. 19 |
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«Iohannes notarius q. Tomasini notarii q. Nicolai notarii Dominici Messe de Utino legavit et ordinavit fieri debere et costrui — unam capellam in burgo Foeni ubi de presenti est domus ipsius testatoris in qua olim solebat stare et habitare olim ser Thomasius notarius suus pater — quam voluit intitulari debere sub titulo S. Thome Apostoli —» (Not. Nicolò del fu Enrico di Mortegliano). |
1569, giu. 8 |
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«— Rev. d. Angelus Prioli rector ecclesiæ S. Thomæ de Utino — locavit d. Aloysiæ q. Colai de Lonzedis Utini habitanti — domum presbiteralem annexam ecclesiæ praedictæ modo per ipsum locatorem aptatam et reparatam et hactenus per ipsum conductorem tentam —, debente ipsa conduttrice solvere singulis annis de affictu simplici d. locatori ducatos sex —» (A.S.U., N., Mario Albino, 5960, 1568-1569, f. 43v). |
1645 |
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Chiesa di S. Tomaso sulla piazzetta, di fronte alla casa Freschi (Arch. Frangipane, ms. 1510, Schede per case, FG). |
1806, lugl. 28 |
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Decreto di soppressione delle corporazioni religiose; anche la chiesa di S. Tommaso diventa proprietà del demanio (Bollettino delle leggi del Regno d’Italia, Parte II, Dal I maggio al 31 agosto 1806, 809-820). |
1809 |
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È di Pietro Marchetani. Affittuale è il falegname Sebastiano Bombelli (Registro delli aloggi, f. 14v). |
1810, sett. 1 |
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Il demanio vende ad Antonio fu Marzio Tavellio il locale ossia chiesa di proprietà della fraterna di S. Tomaso (A.S.U., N., Antonio Lorio, 10421, 321). |
1810 |
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Perizia di Giuseppe Clocchiati, con i dati sommari relativi alla chiesa: «Consiste — in un luogo ad uso di oratorio —, a cui si entra per un’apertura di porta, munito del rispettivo seramento in opera con gli stipiti, ossian riquadri di vivo, due fenestre, una a lev. e l’altra a pon., guardano sopra le callette, munite di ferrate compite, rette fillo ferro e ramata interna di lastroni, altre due fenestre in corro in tutto simili alle soprascritte. Suolo di coto; soffitto a plafone in calze. Soffitto in coro di cotto di volto a lunette. Altare di legno e tavole con due gradini, stipite di vivo, ommessa la palla. Fenestra a mezzaluna sopra la porta d’ingresso, con ramate vetri compita. Torrisella di cotto sopra il tetto per le campane. Il tetto è formato di coppi a due pioventi, con sotto tavelle e corrispondente sua armatura di legno» (ibid.). |
1811, genn. 15 |
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Antonio Tavellio vende a Giacomo q. Basilio Brunetta «la fabbricha intiera componente il locale o chiesa sopressa chiamata di S. Tomaso con unita sacristia — confinante verso sol levado con fondi del sig. Pietro Marchettani, a mezz. con case del sig. Giacomo Brunetta acquistante, a pon. con andronetta consortiva ed a tram. il borgo chiamato di S. Tomaso la qual fabbricha e fondi fu da esso — Tavelio aquistata verso il — demanio — con — instrumento del — 1 sett. — 1810, stipulato per i rogiti del sig. Antonio del fu — Carlo Lorio notaio demaniale —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10296, 139). |
1811, mar. 27 |
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Il commesso agli ornati Giuseppe Prisani denuncia il cambiamento, rispetto al progetto presentato nei lavori di sistemazione (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1811, apr. 1 |
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Giacomo Brunetta chiede il permesso di eseguire il lavoro di ridurre a casa di abitazione la chiesa di S. Tomaso (A.S.U., C.N., 179 con dis.). |
1812, giu. 10 |
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«Francesco Maseri — acquirente delle due case ed adiacenze al n. 470 e 471, fu Marchettani, — domanda al sig. podestà, presidente della commissione degli ornati, che si compiaccia di concederli — la licenza» per un nuovo progetto (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1812, lugl. 4 |
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Il podestà autorizza alla demolizione della casa 471 e alla ricostruzione secondo il progetto (A.S.U., C.N., 179/XIX). |
1813, apr. 2 |
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Nuova richiesta da parte di Francesco Mazeri per lavori che si sono resi necessari nel corso della realizzazione di quelli già approvati. |
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Il nulla osta gli è concesso in data 12 aprile (A.S.U., C.N., 180). |
1839, ag. 30 |
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«Col contratto — 26 sett. 1809, rogato dal sig. Antonio del fu Carlo Lorio not. demaniale — il — segretario faciente pel — direttore dipartimentale del demanio di Passariano ha — venduto al sig. Nicolò q. Domenico Variola la picciola casa inserviente di abitazione ad Andrea Marcolini, nonzolo della chiesa di S. Tommaso, con necessario e muri divisori di edifizio promiscui alli rispettivi confini di mezzogiorno e tramontana, il tutto descritto nella perizia di stima 26 ag. 1807 —». |
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Col secondo contratto 7 ott. susseguente, rogato dal sig. Osvaldo — Colomba, nel 10 ott. stesso — esso — Nicolò Variola ha — venduto al sig. Giacomo figlio del def. Basilio Brunetta mercante — l’identica — casa coscritta al — n. 472 —. |
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Col terzo contratto — 1 sett. 1810 a rogito dello stesso not. demaniale — Antonio Lorio —, il — direttore demaniale del Passariano ha venduto al sig. Antonio del fu Marzio Tavellio — il locale senza numero ch’era ad uso di oratorio, ossia chiesa della soppressa confraternità di S. Tommaso situata nella contrada di S. Tommaso in Udine, il tutto compreso nella perizia di stima dei due luglio 1810 —, nella quale è descritta pur senza numero la sacrestia in seguito ed interna alla casetta acquistata col — contratto 7 ott. 1809, dal sig. Brunetta confinante a mezz. con edifizio comune divisorio sino alli rispettivi appoggi. |
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Col quarto contratto 15 genn. 1811, a rogito del — sig. Osvaldo Colomba —, il — Tavellio ha venduto all’antedetto — Giacomo del fu — Basilio Brunetta la fabbrica senza numero intiera componente il locale o chiesa soppressa, chiamata di S. Tommaso, con l’unita sacrestia pur senza numero —. Relativamente alla scrittura di convenzione 8 genn. 1816 e all’altra 12 febbr. susseguente, seguite tra esso Brunetta — ed il sig. Giuseppe del fu Osvaldo Cozzi, in nome suo e dei fratelli Osvaldo, Domenico e Giovanni Maria negozianti, abitanti nella comune di Piano in Cargna, fu eseguita dalli — periti Colomba, Picco e Moro la perizia 13 febbr. 1816 della fabbrica serviva di abitazione del predetto — Brunetta —, fu per addietro chiesa —, ed in seguito fu stipulato in pubblica forma il contratto 30 apr. 1816 rogato dal — not. Colomba —; con questo contratto il Brunetta — ha cessa alli — fratelli Cozzi una casa coscritta al c.n. 472, ora portante il c.n. 471, lett. A, ovvero tanta porzione della casa stessa fino alla concorrenza del pareggio del credito Cozzi, situata — nella — contrada — di S. Tommaso — tra li confini abbracciati dalla operazione medesima. |
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Avvenuta la morte del detto — Brunetta il di lui figlio Pietro Nicolò — volendo far la solenne professione nella religione de’ Cappuccini, lasciò erede di tutta la facoltà la di lui madre — Antonia Ferazzi del fu Pietro, vedova del detto Giacomo —. La vedova Ferazzi Brunetta — a soddisfazione — di crediti dovuti dall’eredità Brunetta alli di lei fratelli — Lodovico e Giuseppe —, colla convenzione 30 marzo 1833, — cesse alli medesimi — la proprietà della casetta con li magazzini terranei, il tutto posto in Udine al c.n. 472 —. Fu innoltre convenuto che, alla mancanza a’ vivi della vedova, abbia a passare in piena proprietà — la casetta colli magazzini alli fratelli Ferazzi —. Si è di fatto, alla morte della vedova, consolidata negli acquirenti — Ferazzi la piena proprietà —. Col convenuto 14 lugl. 1838 — il — sig. Giuseppe Ferazzi — ha — renunziato al fratello Lodovico la proprietà di tutti i beni stabili, tra li quali — anco la su mentovata casetta e magazzini —. |
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In questo stato di cose — Francesco avv. Mazeri e Lodovico Ferazzi — contrattano come in appresso —. Lodovico Ferazzi — vende — al — sig. Francesco Mazeri — le fabbriche e fondi situati nella androna senza uscita, che diverge a mezzogiorno dalla contrada di S. Tommaso, ora coscritta al c.n. 472 —, tra li confini a lev., tanto in pian terreno quanto in primo che in secondo appartamento, l’acquirente — mediante calletta di sua ragione, a mezzog. lo stesso — Mazeri mediante promiscuità di muro col venditore, a pon. la suddetta androna ed a tram. li — fratelli Cozzi mediante muro promiscuo col venditore fino all’altezza del tetto che copre la casa —. Il prezzo — fu — convenuto in austr. — L 2600 —» (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10615, 5430). |
1850 |
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Vi è ospitata una filanda di seta con quattro fornelli, di proprietà di Francesco Mercanti (A.S.U., C.A. I, 488, Prospetto delle filande di seta riconosciute attive nel 1850 nel comune di Udine, n. 64). |
1852 |
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Appartiene a Giuseppe Cozzi (Competenze, I, f. 13v). |
1931, lugl. |
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Fu abbattuta per l’apertura della via Nazario Sauro. |
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STUDI INEDITI |
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FACCIOLI-JOPPI, Chiese, I, f. 45r. |
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BIBLIOGRAFIA |
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BRAIDOTTI, Udine, 23; DE PIERO, Antiche parrocchie, 52; JOPPI, Udine prima del 1425 , XII; della PORTA, Toponomastica, 46-47; della PORTA, Udine scomparsa. Via P. Canciani, 41-42; de RUBEIS, Catalogo, 2 (1937), 16; 4 (1937), 8; TENTORI, Udine, 297. |
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ICONOGRAFIA |
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GIRONCOLI-de BAURAIN, Stemma, n. 62; MAJERONI-LEONARDUZZI, Città d’Udine, n. 50; SPINELLI-DALLA VIA, Novissima pianta, n. 51. |