1704, mar. 3 |
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«Il nob. Carlo di Guliola1 — per sé e per — Birardo e Carlo di lui nipoti, figlio del nob. — Aurelio —, cede — ad gaudendum — al sig. G.B. Zerbino q. Nicolò specier — una loro portione di casa sopra il canton in questa contrada del duomo, habitata di presente dal medesimo Zerbino come inquilino —, confina a lev. strada publica e mezo dí piazzetta del Duomo, a pon. e tram. il restante di detta casa Guliola, coll’obligo — di far rinovar in buona forma il coperto con tole o tavelle, far una luminara, mutar due piane del solaro —. E ciò per lo prezzo — di d 300 —» (A.S.U., N., Girolamo Dell’Oste, 7907, IX instr., f. 22r — 23v). |
1722, lugl. 24 |
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«In Udine, in casa dell’infrascritto — Berardo Guliola, in contrada del Duomo» (A.S.U., N., Nicolò Aloii, 8109, X instr., f. 33r — 34r). |
1765, febbr. 27 |
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«In esecutione della scrittura 24 genn. p.p. seguita tra il — rev. p. Carlo de Guliola — e — Daniel Moro bolzer, figlio di — Pietro — dall’altra — il suddetto — rev. p. Carlo — vende — al prefato — Daniel Moro — una portione della casa con la bottega situata nella contrada del Duomo — aderente alla casa dominicale del nunc q. — Marzio de Guliola fratello del — p. Carlo — compresa nella stima — di 24 cadente —. E questo — fa — per il prezzo — di d 530 —» (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8714, XLII istr., 64, f. 65v — 66v). |
1801 |
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Daniele Moro «bolzer» (Nomenclatura, f. 17v). |
1809, mar. 14 |
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«— Elisabetta figlia ed erede del deffonto Daniele q. Pietro Moro — vende — al sig. Giovanni figlio di G.B. Del Missier, di professione sarte da vari anni —, una — casa posta — nella contrada del Duomo, coscritta al c. n. 439, di quattro appartamenti, compresa la bottega terranea, ed ha per confine a sol lev. strada pubblica, mezz. piazzetta del Duomo, pon. il sig. Antonio Clemente ed a tram. eredi del q. — Giuseppe di Partistagno —, qual casa pervenne nel — deffonto Daniele Moro — in virtù d’acquisto 27 febbr. 1765 —. E questa — vendita — fa — pel prezzo — di lire it. — 7613,78 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10233,33). |
1809 |
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È di Giovanni del Missier; affittuale è l’orefice Antonio Tavellio2 (Registro delli aloggi, f. 13v). |
1820, magg. 2 |
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I coniugi Giovanni e Giovanna Del Missier vendono ad Angelo di Giacomo del Mestre «la — casa — n. 439 —, nello stato — ben noto allo stesso acquistante perché inquilino della medesima —. E questa — alienazione — fanno — per il prezzo — d’it. — L 5890 —» (A.S.U., N., Graziano Cantoni, 10235, 759). |
1820, ag. 15 |
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La deputazione comunale d’ornato alla congregazione municipale: «Ispezionato il disegno — del sig. Angelo Del Mestre, in base al quale si fece a chiedere la permissione di rimodernare le due facciate della sua casa n. 439 e trovato del tutto irregolare e contrario alle leggi di architettura, non ha ommesso la deputazione di associarsi anco con l’ing. sig. Valentino Presani onde — a previo sopra luogo modificarlo e renderlo tale da poter essere ammesso —» (A.S.U., C.A. I, 35/V, 52). |
1837, febbr. 21 |
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Il co. Antonio Beretta vende la casa «pervenuta in dominio del venditore in dipendenza alla convenzione giudiziaria 3 nov. 1830» al co. G.B. Nicolò Valentinis, per austr. L 4600 (A.S.U., N., Nicolò Cassacco, 10613, 5002). |
1838, magg. 3 |
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G.B. q. Nicolò Valentinis «desiderando — di rifabbricare la casa di sua proprietà, posta — al c. n. 439 — ha fatto compillare li uniti dissegni co’ quali — si fa a dimostrare tutte le variazioni a cui andrà soggetta colla rifabbricazione —. Siccome — attualmente nell’angolo fra mezz. e lev. rientra verso la casa dell’avv. Missana, per cui non è conservato il rettifilo dal lato di levante colle case — Zuzzi e — Donatis e porta uno sconcio di architettura, cosí viene proposto e domandato, come si vede nella pianta, di sortire verso la piazza del duomo per circa 50 centesimi sull’angolo, a quali andranno decrescendo e perdendosi linearmente per incontrarsi coll’estremità della casa». Il progetto è approvato (A.S.U., C.A. I, 299/1839/XX, 2240 Orn. II C, con diss.; pratiche relative all’assenso dei vicini: A.S.U., C.A. I, 299/XX, 1937 Pol. Giud. IX D; sopralluogo della deputazione comunale d’ornato, in data 8 maggio 1839: A.S.U., C.A. I, 299/XX, 4880 Orn. II C, con dis.). |
1839, giu. 22 |
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«Ebbe principio la ricostruzione della casa — sotto la direzione del capomastro Giuseppe Presani e cogli ultimi del successivo novembre vennero portati a compimento tutti i lavori». L’8 giugno 1841 si chiedeva l’ispezione «per ottenere la dichiarazione di abitabilità (A.S.U., C.A. I, 328/VIII, 3724 Orn. II C). |
1852 |
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Appartiene a G.B. Valentinis (Competenze, I, f. 13v). |
1883 |
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Studio dell’ing. Lucio Emilio Valentinis (AVOGADRO, 146). |
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NOTE |
1 |
Vedasi n. 437. |
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2 |
Per i Tavellio: GANZER, Orafi, 360, 362. |
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BIBLIOGRAFIA |
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Parti prese... 1922, 39. |