1500 |
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«Udine, in borgo chiamato Belveder. Nelle case dell’abazia di Moggio. Testamento di Giovanna vedova del nob. Guglielmo di Colloredo» (JOPPI, Notariorum, VI, f. 151v, dal not. Pietro Varis). |
1512, ott. 15 |
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L’abbazia di Moggio affitta «domum positam in burgo Feni in angulo sinistro vie d. Savorgnarorum, iuxta curiam Abbatie Mocii, iuxta domum mag. Johannis q. Martinetti et vias publicas» (Arch. Moggio, 4, Atti 1512). |
1596 |
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All’abbazia di Moggio «li heredi del q. Zuan Batista Melsio pagano sopra la cassa L 8» (A.S.U., C.R.S., 286/1, f. 5v). |
1596 |
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All’abbazia di Moggio «Mess. Zuan Pavollo Martinetto paga sopra la cassa ogni anno di fitto L 1» (ibid.). |
1596 |
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All’abbazia di Moggio «li heredi de mess. Burtol inferador pagano sopra la cassa ogni ano di fitto L 19 s 11» (ibid.). |
1596 |
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All’abbazia di Moggio «li eredi di m. Domenico suo fiollo pagano sopra la casa ogni ano L 16» (A.S.U., C.R.S., 286/1, f. 6v). |
1690 |
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«Gli eredi di mess. Domenico inferrador sin l’anno 1596 pagavano e poi mess. Orlando Martinis pagha d’affitto sopra la casa che fa canton nell’androna Savorgnana, bora mess. Carlo et Antonio figliuoli di detto Orlando; confina, a levante messer Rizzardo Pirona, a mezo dν detti Martinis, a sera et ai monti strada publica; pagha L 16 s 9» (A.S.U., C.R.S., 286/2, f. 1v). |
1707, ott. 4 |
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«Udine, in contrada del Fieno, nel mezado delle case dello sp. Antonio Martinelli » (A.S.U., Francesco del fu Alessandro Brunalleschi, 8300, III instr., f. 44r). |
1738, mar. 26 |
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La fraterna di S. Cristoforo vende al sig. Pietro q. Santo Miel la casa in borgo del Fieno lasciata alla fraterna dal q. Rizzardo Pirona con il suo testamento 1732; conf. lev. eredi q. G.B. Colloredo e parte Vincenzo Malisani, mezz. Diana, pon. eredi Visentini, tram. strada (Not. Francesco Lorio1). |
1739 |
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All’abbazia di Moggio: «Ortensia Visintina loco ser Domenico inferador, sopra la casa, che fa canton nell’androna Savorgnana, giusto li suoi confini descritti in rottolo 1718, c. 2, paga in contadi L 16 s 19» (A.S.U., C.R.S., 286/4, f. 1v). |
1747, ag. 21 |
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« Antonio q. Zuanne Martinis vende al sig. Francesco Bertosso una sua casa posta in questa città in contrada Savorgnana, toccata a detto Antonio nelle divisioni seguite tra esso e detto Francesco suo fratello in atti di me nod. li 19 corr., qual confina a lev. il sig. Pietro Miel, mezo dν li nobb. Pietro e fratello Diana, a sol a monte la contrada ed alle monti casa della sign. Ortensia Visintina, tenuta ad affitto dal sig. Miel , e ciò per il prezzo di d 316 » (A.S.U., N., Pietro Lorio, 8838, II instr., f. 87v — 88r). |
1748, mar. 31 |
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Ortensia q. Nicolò Vicentino vende a Pietro q. Santo Miel una casa «in capo della contrada detta Savorgnana abitata dal sig. Pietro Miel, attaccata ad altra propria del medesimo». Confina2 a lev. casa del S. Miel, mezz. eredi del fu Zuane Martinis, pon. e tram. strada pubblica. La facciata a pon. è di ps 37 a tram. 17 1/2 (A.S.U., N., Francesco Lorio, 8712, XXII istr., f. 28v -30v). |
1757 |
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All’abbazia di Moggio: «Pietro Miel capelaro per acquisto fatto dagli eredi q. Rizzardo Pirona per la casa posta in borgo del Fieno, giusto li suoi confini descritti nel rottolo 1718; paga L 1» (A.S.U., C.R.S., 286/5, f. 1v). |
1776 |
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«n. 4. Pietro Miel cappellaro paga per le case di sua abitazione e bottega che forma canton all’androna Savorgnana, confinante a sera con la detta androna et alli monti la strada, in contadi L 36 s 10. Notando che la detta casa Miel è composta di tre case e formatana una sola, la prima era quella che forma cantone all’androna Savorgnana, che fu di Carlo ed Antonio q. Orlando Martinis, e prima degli eredi del q. Domenico inferador; la seconda è la casetta ivi contigua verso levante3, fu del q. Rizzardo Pirona figlio di Giacomo caligaro, erede della q. Andriana Paluda, successa questa al q. Orlando Martinis e questo a Zan Paolo Martinello; la terza è la casetta alla prima verso tramontana4 sopra l’androna Savorgnana, confinante a mezzodν con la seguente casa, a levante e tramontana coll’altre due sopradette ed a ponente l’androna Savorgnana, la quale fu pure di Carlo ed Antonio fratelli Martinis, e prima degli eredi del q. Bertolo inferador» (A.S.U., C.R.S., 288/4, Abbazia di S. Gallo di Moggio, f. 47v -48r). |
1801 |
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Appartiene a Gottardo e nipoti Venerio. Affittata al cappellaio Daniele Brusadini (Nomenclatura, f. 16v). |
1809 |
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Appartiene a Girolamo e fratello Venerio. Vi abita il cappellaio Daniele Brusadini (Registro delli aloggi, f. 12v). |
1816, sett. 20 e 22 |
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La cantina del cappellaio Giacomo Simeoni si affaccia alla strada con una pericolosa inferriata non piϊ fissata a sufficienza. La deputazione d’ornato, invitando il proprietario a prendere le misure necessarie, ricorda gl’inconvenienti derivati al passante speziale Pietr’Antonio Lirussi «il quale ebbe a risentire del male» (A.S.U., C.N., 180/1816 Orn. 19 X). |
1852 |
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Appartiene ad Antonio Venerio (Competenze, I, f. 12v). |
1863 |
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La casa del cappellaio Simeoni, proprietà Venerio, ora della Casa di ricovero, che aveva un pergolato in legno su via Savorgnana. Fu rifatta nel 1863 su disegno del tecnico Luigi Borghi con il negozio di Antonio Fanna (PICCO, Via Cavour, 343). |
1931 |
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Cappelleria di Antonio Fanna5. |
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NOTE |
1 |
L’atto non è stato rintracciato tra quelli di F. Lorio. |
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2 |
Le notizie riportate dal della Porta non si trovano nell’atto citato, il quale fa riferimento solo a una stima del pubblico perito G.B. Piruzzi del 27 marzo, senza per altro indicarne gli estremi. |
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3 |
N. 462. |
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4 |
N. 422. |
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5 |
Per il cappellaio Antonio Fanna: FALCIONI, Industrie, 328-329; PICCO, Ricordi, 126. |