Consiglio dei Distretti Notarili Riuniti di Udine e Tolmezzo
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura Università degli Studi di Udine
Memorie su le antiche case di Udine di Giovanni Battista della Porta: un archivio aperto per la conoscenza della città storica
progetto di ricerca a cura di Anna Frangipane dall’edizione a stampa curata da Vittoria Masutti, 1984-1987
420
1753 * La casa appare gravata da un livello a favore dell’ospedale maggiore della città: «Borgo del Fien. Il rev. p. Daniel Schiratti paga di livello a S. Maria d’agosto — a partita di Zuan Pietro calligaro contadi L 77 s 9, per la casa in cui detto reverendo abita, sul can-ton della contrada Savorgnana, in virtù di parte presa da magn. conseglio secreto sotto l’anno 1575, 10 luglio —» (A.C.U., A.A.O., Cattastico... 1753, f. 361v).
1801   Giuseppe Vicario (Nomenclatura, f. l6v).
  * Affittata a Bruni (ibid.).
1809 * Appartiene a Giuseppe Vicario. Vi abita il «casolino» Simone Buttazoni (Registro delli aloggi, f. 12v).
1813, sett. 4 * Valentino Fantini cede ad Antonio del fu Francesco Della Donna «la casa e bottega ad uso d’abbitazione e di beccaria, situata — in capo la contrada detta Savorgnana — n. 420, che esso — Fantini riconosce a titolo di semplice affitto di ragione del sig. Giuseppe — Viccario —. Il — Fantini — s’obbliga di prestargli — assistenza — tanto nel vigilare per il bon andamento del negoziato che intende fare di beccaro —, come di provvedere agli animali da mazzellare per conto del medesimo ed occorrendo di prestare la man d’opera per il smerzio della carne —» (A.S.U., N., Osvaldo Colomba, 10299, 474).
1822, apr. 18   È di Giuseppe Vicario. La facciata è sostenuta da modiglioni (A.S.U., C.A. I, 68, 1633 Orn. II C).
  * Gli è stato ordinato di procedere al «rettifilo della facciata — col toglimento dello sporto esistente sopra modiglioni guardanti la strada —». Asserisce di non essere in grado di affrontare tale spesa (ibid.).
1822, nov. 6 * Orsola Gozzi ved. Bruni acquista dai fratelli Zorzi, eredi del q. Lorenzo, il fondo della «callisella tra le due case, metà del muro tempiaro a tramontana della casa Zorzi». Con questo la Bruni può erigere la nuova casa attaccata a quella degli Zorzi «e nell’angolo di ponente trasportarlo verso lev. pd 3, formando un piccolo quadro longo, onde le finestre a pon. della casa — Zorzi ritrar possano luce». Gli Zorzi a loro volta ottengono il permesso di alzare eventualmente la loro (copia di atto notarile di B. Brunelleschi, A.S.U., C.A. I, 81/X).
1823, febbr. 17 * Processo verbale ad videndum per gli accordi coi vicini Zorzi della casa n. 419 e G.B. Bini della casa n. 423 (A.S.U., C.A. I, 81/X, 591 Pol. giud. IX D).
1823, dic. 24 * Nella relazione dell’ing. Valentino Presani della deputazione comunale d’ornato alla congregazione municipale, in merito al sopralluogo alla casa 420, si suggerisce una ricostruzione in allineamento con case Bini e Venerio (A.S.U., C.A. I, 89/X, 40 Orn. II C).
1824 * Il commesso d’ornato Giuseppe Presani riferisce alla congregazione municipale di aver persuaso, secondo l’ingiunzione del podestà, a demolire e ad arretrare la facciata di 25 cm (ibid.).
1834 ° Gozzi Bruni Locarni Orsola, loco Vicario, loco Schiratti, loco eredi Ricchetti, loco Zuan Pietro q. Leonardo calzolaio, a Zuan Maria morsario paga ven. L 77 s 9, per locazione alli stessi ultimi due fatta 10 luglio 1575, sopra una casa sul canton di borgo del Fieno e via Savorgnana (A.O.U., Ospitale. C1 Quaderno livelli, decime, conti. Principia 1834).
1850 ° È di Biagio Iuri. Ha tre piani e terrazza (A.M., 1850, b. 487).
1852 * Appartiene a Giovanni Iuri (Competenze, I, f. 12v).
    Viene innalzata negli anni successivi alla prima guerra mondiale1.
     
NOTE 1 Una mano diversa aggiunge nel ms. della Porta: «Già oreficeria Brisighelli». Se si deve credere alla guida Cosmi-Avogadro (1876) l’orefice avrebbe dovuto esercitare la sua arte al n. 1 di via Cavour, quindi al c. n. 728; se si badasse alla guida Avogadro (1883), il Brisighelli avrebbe avuto bottega al n. 10 di via Cavour, quindi al c. n. 463.
     
BIBLIOGRAFIA   “L’alchimista friulano”, 4, XXI (22 maggio 1853), 163.